I colori dell’estate indiana

Qualche giorno fa, nell’intervallo della lezione, una mia allieva mi ha raccontato con stupore la trasformazione del treno che utilizza ogni giorno per venire all’università, la ferrovia Locarno-Domodossola-Locarno, conosciuta anche come «Centovallina» dalla parte elvetica e «Vigezzina-Centovalli» dalla parte italiana, entrambi i mezzi con i caratteristici vagoni bianchi e blu.
Da qualche tempo in autunno, e di recente con più convinzione, questa linea viene proposta ai turisti come un’esperienza di slow travel alla scoperta del foliage. Tre corse al giorno hanno treni panoramici più comodi, con un leggero aumento del prezzo; ci sono poi biglietti speciali che permettono di interrompere e riprendere la corsa a piacimento. La proposta è piaciuta ed è stata ripresa da radio e giornali; la televisione pubblica italiana, l’anno scorso, ne ha parlato come della ferrovia panoramica più bella d’Italia. E così nei vagoni ai volti assonnati dei pendolari si sono aggiunti quelli incuriositi dei turisti. Non c’è da stupirsi, ho spiegato alla studentessa, il foliage è di moda e quasi ogni rivista lo propone come l’ultima tendenza in fatto di viaggi autunnali. Ma di cosa parliamo esattamente?
Il foliage (detto anche leaf peeping, letteralmente «spiare le foglie») è un viaggio autunnale per ammirare i colori cangianti delle foglie degli alberi; in poche settimane queste passano dal verde al giallo oro, per poi virare verso l’arancione denso e spegnersi infine nel rosso, dapprima scuro poi color vinaccia e ruggine.
È un tipico viaggio autunnale, lento e meditativo, camminando in silenzio sul morbido tappeto di foglie cadute, all’ombra di vecchi alberi. È un viaggio raffinato perché privo di attrattive evidenti, giocato su mezzi toni e sfumature: una questione di qualità e intensità piuttosto che di quantità.
Il foliage è solo uno dei tanti viaggi possibili nell’estate indiana (indian summer), come viene chiamata questa stagione dell’anno in America e nel nord Europa. Per estate indiana s’intende quel periodo di bel tempo tra ottobre e novembre che di solito nell’emisfero settentrionale segue ai primi geli, quando già le foglie hanno cambiato colore, ma non è caduta ancora la prima neve. La tela dei ragni si fa argentea alla mattina e c’è tutta l’intensità struggente di un caldo che non durerà, qualcosa di bello destinato a svanire presto. 
Nell’Europa orientale è detta invece estate delle vecchie signore (forse riferendosi alle streghe) o estate zingara; noi parliamo piuttosto di estate di san Martino, ovvero i giorni intorno all’11 novembre, tradizionale scadenza dei contratti agricoli. In molti luoghi (per esempio in Galizia) questo momento si festeggia con grandi fuochi effimeri: di nuovo un simbolo di calore vivo ma di breve durata.
Di certo l’autunno – con il suo clima mite, la luce soffusa e l’abbondanza di frutta matura – è una splendida stagione per viaggiare, troppo spesso trascurata da chi è appena tornato dalle vacanze estive.
Naturalmente il foliage può essere praticato quasi in ogni grande foresta (meglio se con una certa varietà di alberi, che cambiano colore con tempi diversi). Eppure per lungo tempo è rimasto confinato alla parte nord orientale degli Stati Uniti: Massachusetts, Maine, New Hampshire, Vermont, Connecticut ecc. Lì si sono formate comunità numerose ed entusiaste, collegate in rete attraverso portali dedicati come Foliage network, continuamente aggiornati sul colore delle foglie. Quando sei anni fa ne parlammo per la prima volta su «Azione» (n. 35 del 30 agosto 2010), il foliage muoveva solo i primi passi. Negli anni seguenti diversi Paesi hanno tentato timidi esperimenti, poi di colpo l’interesse è esploso quest’autunno e ora è sulla bocca di tutti.
Il foliage è un perfetto esempio di come nasce un nuovo stile di viaggio, il tema di fondo che coltiviamo ogni settimana in questa rubrica, con esempi diversi. Per cominciare è stato un movimento largamente spontaneo e non il frutto di strategie di mercato o di suggerimenti di esperti. Diverse persone hanno scoperto di avere in comune con molti altri una passione che sino a quel momento ritenevano soltanto loro e quasi stravagante.
Alla base c’è sempre un nuovo modo di guardare, un diverso punto di vista. La ferrovia Centovallina infatti esiste sin dal lontano 1923; e da secoli, in questa stagione, l’autunno colora i boschi oggi attraversati dal treno. Solo negli ultimi anni però si è rafforzata una narrazione, un racconto: attraverso i media, il turista viene motivato a partire e quasi vive in anticipo l’esperienza che farà. 
Quando la domanda cresce, le strutture vengono adeguate aumentando la frequenza delle corse del treno, offrendo diverse attrazioni (mercatini, eventi ecc.) nonché possibilità d’alloggio in Bed & Breakfast. Il turismo insomma non comincia dalle strutture fisiche, ma queste sono al servizio di un’idea, di un’esperienza, di un racconto. E dunque il primo investimento necessario per la crescita del turismo è… una scintilla di genialità. 

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