La Tenconi di Airolo

Fino all’avvento del tunnel ferroviario del San Gottardo gli Airolesi erano principalmente dediti alle attività agricole, ai traffici di transito di merci e passeggeri sulla strada carrozzabile del passo, che costituiva un’importante fonte di lavoro in costante aumento. 
Nel 1872, una volta appaltata l’opera per il traforo ferroviario, migliaia di operai nella stragrande maggioranza italiani affluirono sui cantieri di Airolo e Göschenen. Oltre ai minatori giunsero fabbri, negozianti, bettolieri, calzolai, falegnami con le loro famiglie. Fra questi c’era anche il fabbro ferraio Ambrogio Tenconi di Menzago (Varese), che giunto dalla Liguria già nel 1871 si stabilì con la famiglia ad Airolo dove, secondo fonti orali, avrebbe immediatamente avviato una piccola fucina fuori dal paese, a destra dell’imbocco della galleria. Ai primordi della sua attività Ambrogio Tenconi si dedicò ai lavori artigianali per soddisfare il fabbisogno locale: forgia di attrezzi per i contadini, ferri di cavallo, chiodi e componenti per la manutenzione delle diligenze e i carri che transitavano a pieno regime trasportando enormi quantità di materiali necessari alla realizzazione del traforo e all’approvvigionamento di un borgo sovrappopolato.
Accanto alla sua attività, che svolgeva con i figli, Ambrogio era noto come cavadenti con utensili da lui forgiati. Inoltre gli si deve la creazione di speciali campanacci per mucche in ferro ottonato, particolari per la loro leggerezza e i suoni differenziati a seconda della grandezza, più tardi conosciuti come i «Campani del Gottardo» (brevettati nel 1948) e molto ambiti dai collezionisti. Con l’arrivo della ferrovia la piccola officina Tenconi concentrò la sua attività sulle necessità richieste per il funzionamento del nuovo mezzo di trasporto: se rotaie, traversine, scambi, bulloni erano necessari per la manutenzione della linea, la costruzione dei vagoni e locomotive richiedeva componenti forgiate. 
Allo scorcio del secolo l’azienda passò ai figli di Ambrogio, Faustino e Guglielmo che, dotati di un notevole spirito d’iniziativa e intraprendenza, adottarono una strategia di diversificazione proponendo anche costruzioni in ferro d’ogni genere, installazioni complete di bagni, toilettes, forni, cucine economiche. All’esposizione Agricola Industriale Leventinese di Faido del 1893 la ditta ricevette un «diploma di prima classe». All’inizio del Novecento il laboratorio artigianale, venne trasferito al pianterreno di un nuovo stabile con le abitazioni ai piani superiori e una maniscalcheria adiacente che nel primo dopoguerra verrà trasformata in autorimessa con un servizio taxi per escursioni nella regione. Ma ben presto, siccome le strutture risultavano insufficienti per soddisfare l’aumento delle richieste, venne edificato un nuovo stabile officina sopra la ferrovia. 
Nel 1943 i coraggiosi e innovativi figli di Guglielmo, Edoardo e Fausto rilevarono l’azienda e costituirono ad Airolo, sotto la ragione sociale Fratelli Tenconi, una nuova società con officina meccanica per la lavorazione del ferro che, negli anni successivi, favorita anche dall’evoluzione dei trasporti ferroviari, assunse sempre più un carattere industriale. Vicino al cimitero del borgo sorsero i capannoni del nuovo complesso che occuparono tutto il territorio tra la strada cantonale e la ferrovia disponendo di un binario di raccordo. Attualmente su di una superficie di circa 23’000 mq di terreno si trovano i magazzini annessi al luogo di produzione, gli edifici con la mensa aziendale, alloggi per gli operai e uffici e nella zona Valle due case d’appartamenti per la manodopera. 
Nel 1974 avvenne la trasformazione societaria in Fratelli Tenconi SA e nel 1992 la modifica della ragione sociale in Tenconi SA. La produzione si rivolge in particolare alle ferrovie pubbliche e private e a grandi industrie. Il successo raggiunto dai giunti isolati, che trovano applicazione negli impianti di segnalazione e sicurezza di linee ferroviarie e metropolitane, permette l’esportazione su scala mondiale. I settori produttivi comprendono costruzioni in acciaio come i pali tubolari e a traliccio per linee elettriche, lavorazioni meccaniche e l’attrezzeria, la forgiatura e lo stampaggio a caldo per varie componenti, la saldatura e le materie plastiche per i giunti isolati. 
Nel 2012 è sorta a Cadenazzo una nuova sede specializzata nella lavorazione dell’alluminio per strutture frontali, pareti e tetti dei vagoni. Le prospettive per il futuro sono buone: oltre al cliente storico più importante di sempre le FFS, l’azienda ha firmato importanti contratti all’estero. Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario della morte di Fausto Tenconi a cui si deve soprattutto il notevole sviluppo della ditta citata dai sindacalisti per la particolare attenzione all’operaio, secondo i principi di Gottlieb Duttweiler. La ditta che attualmente conta oltre 100 dipendenti offre anche opportunità di formazione per apprendisti. 
Fonti
Pasquale Genasci, L’industrializzazione in Ticino – La ditta Tenconi di Airolo, «Il Nostro Paese» no. 236 – Gennaio – Febbraio 1997 e in Airolo, pp. 205-206, Comune di Airolo, 1992. Diversi documenti forniti dal nipote di Fausto Tenconi, Fabrizio Lucchini – Sales Director.

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