Due modi diversi di fare la storia del jazz, anzi, due mondi diversi che si incontrano in un progetto musicale di assoluto interesse.
Ron Carter, uno dei massimo contrabbassisti che la musica afroamericana abbia mai espresso è una pietra miliare, un unicum nel suo genere. Dotato di un’intelligenza e di una capacità di interpretazione straordinarie ha accompagnato nel corso degli anni i maggiori interpreti del jazz. Storica naturalmente la sua militanza nel quintetto di Miles Davis degli anni 50-60, un gruppo che ha creato un’estetica jazzistica talmente incisiva da determinare ancora, a distanza di sessant’anni, il mainstream odierno. Innumerevoli e fondamentali anche le sue esperienze come leader «in proprio»: nel corso degli ultimi decenni del 900 Ron Carter si è avventurato coraggiosamente in varie direzioni creative senza mai sedersi sugli allori ma inventando nuove forme e modalità espressive di grande originalità.
Richard Galliano, nato sulla sponda opposta dell’oceano, ha frequentato il jazz dalla più tenera età, forte di una tradizione interpretativa, quella francese, che in realtà ha sempre intrattenuto con la musica afroamericana dai rapporti privilegiati e molto saldi. Nel corso degli anni Galliano ha costantemente approfondito la sua vena jazzistica collaborando con i massimi interpreti d’oltreoceano. A sua favore gioca naturalmente una preparazione musicale straordinaria, un gusto e una sensibilità che fanno di lui una delle più rilevanti personalità musicali europee in assoluto.
Il duo tra questi due eccezionali artisti non può che risultare un concentrato di fascino e di bellezza. Per questo l’appuntamento di Chiasso è un evento di ernome valore, verrebbe da dire addirittura storico.