I Chaenomeles, che appartengono alla famiglia delle Rosaceae, si compongono di tre specie e numerose varietà. Sono arbusti decidui, spinosi, alti da uno fino a tre metri e le varietà più precoci fioriscono da fine dicembre, come ad esempio Chaenomeles speciosa «Nivalis». Vigorosa e rustica, la Nivalis ha una crescita rapida, fiorisce fino alla fine di marzo con corolle bianco candido, simili a dei confetti, seguite a fine estate da frutti gialli.
A gennaio si aprono i fiori di Chaenomeles x superba «Pink Lady» e la specie a cui appartiene questa varietà è un ibrido tra Chaenomeles japonica e Chaenomeles speciosa. Alta e larga non più di un metro, produce prima fiori rosa poi foglie lucide, ovali e a margine dentato, lunghe tra i cinque e i dieci centimetri.
Queste belle e rustiche piante sono tutte originarie del Giappone e della Cina: una vecchia classificazione botanica li includeva nel genere Cydonia, a cui appartiene il cotogno. Da questa affinità deriva il nome comune «cotogno da fiore», anche se al momento dell’acquisto è sempre raccomandabile richiedere piante mediante il nome latino: non si avranno problemi di interpretazione.
I Chaenomeles si caratterizzano per i fiori semplici, molto simili a quelli dei meli: singoli o doppi, portati in gruppetti sui rami spogli o con qualche nuova fogliolina verde brillante, hanno petali color pastello, come Chaenomeles speciosa «Apple Blossom» che è in grado di raggiungere i due metri e ha boccioli fiorali rotondi che allo sbocciare si presentano bianchi bordati di rosa.
Chaenomeles japonica dai fiori arancio scarlatto, larghi fino a quattro centimetri, raggiunge il metro di altezza e si allarga per un metro e mezzo, creando un denso cespuglio adatto sia per aiuole fiorite sia per creare siepi miste.
Se amate i fiori ricchi di petali, cercate Chaenomeles x superba «Cameo», una cultivar rosata in grado di sbocciare prima sui rami nudi e nuovamente tra aprile e maggio, dopo la comparsa delle foglie.
Le esigenze dei cotogni da fiore sono molto semplici: si adattano a qualsiasi tipo di terreno, non temono il gelo invernale e prediligono esposizioni in pieno sole. L’impianto lo si esegue da fine inverno a inizio primavera oppure da settembre e per tutto l’autunno; dopo la fioritura in maggio-giugno, si esegue una leggera potatura eliminando solo i rami secchi o rovinati.
È consigliabile in autunno somministrare un fertilizzante organico e dopo la maturazione dei frutti in settembre-ottobre, è bene raccoglierli e non lasciarli sulla pianta per evitare marciumi sgraditi. I frutti, simili a delle mele, si possono cucinare per fare marmellate o gelatine.
In marzo si possono innestare i Chaenomeles sul biancospino, prelevando da un cotogno da fiore una porzione di ramo lunga dieci centimetri e dal diametro di tre centimetri.
Si crea una punta a «V» mediante due tagli obliqui, per una lunghezza di due centimetri; si capitozza un biancospino (Crataegus oxyacantha) con un fusto dal diametro di tre centimetri, mediante un taglio orizzontale netto. Il biancospino sarà il nostro portainnesto e andrà inciso con un taglio centrale e verticale profondo 2,5 centimetri. Infine si inserirà il ramo di Chaenomeles nel taglio a «V» del portainnesto e lo si legherà con del nastro adesivo da innesto con l’aggiunta eventuale – se è il caso – di mastice.
Per favorire la cicatrizzazione è consigliabile insacchettare la parte interessata all’innesto con un telo o con un sacchetto trasparente di plastica, che andrà tolto quando le gemme di Chaenomeles incominceranno ad ingrossarsi, circa un mese dopo l’operazione di innesto a spacco centrale.
Vi consiglio di abbinare un cotogno da fiore dallo sviluppo medio, intorno ai 100-150 centimetri, con Prunus x subhirtella «Autumnalis», in fiore da novembre e per tutto l’inverno, ellebori e Camelia japonica: creerete una splendida aiuola fiorita che vi accompagnerà dai mesi più freddi fino ai primi tepori primaverili.