Il palco sulla luna

La più celebre rock band svizzera torna a calcare il palcoscenico di Moon&Stars con un nuovo repertorio tratto dal dodicesimo album in studio, Silver, con alcune delle loro «greatest hit» e molte sorprese. Il chitarrista Leo Leoni ha concesso ad «Azione» un’intervista ricca di risate in cui parla della tournée in corso con alcune (piccole) anticipazioni e qualche curioso aneddoto.
Iniziamo dal fatto che i Gotthard compiono 25 anni.
Ormai sono già 25 e mezzo!
Il vostro 12esimo album in studio è uscito il 13 gennaio e siete già in tournée, come sta andando?
Siamo in giro per tutta Europa e sta andando molto bene, è tutto rose e fiori. Quando ci hai chiamato qualche settimana fa, eravamo in Repubblica Ceca al Metalfestival Open Air di Plzeň. È il posto in cui è stata prodotta la prima birra Pilsner: è stato davvero un bel concerto e c’erano circa 12’000 persone. 
Caspita, grandi numeri!
La fortuna di suonare nei festival è anche un po’ questa, il pubblico è ampio. Ormai noi siamo inseriti nel circuito musicale già da qualche anno però partecipare ai grandi festival europei permette di farsi conoscere anche da gente nuova: per noi è molto importante.
Infatti siete spesso in Spagna, della Germania non ne parliamo neanche, in Bulgaria, in Austria, ovviamente in tutta la Svizzera e persino in Svezia… Fin dove vorreste espandere i vostri orizzonti in futuro?
Fino alla luna! Sarebbe bello essere la prima rock band che fa un concerto sulla luna oppure su una stazione spaziale, non pensi? Prima o poi succederà, e sarebbe qualcosa di diverso dal solito: anche se il biglietto d’entrata potrebbe essere un po’ caro, ma non fa niente.
Voi ormai siete affermati: come si affronta il palco dopo 25 anni di carriera, considerando il fatto che avete avuto diversi cambiamenti anche rispetto alla vostra formazione?
Come affrontare il palcoscenico? Bene o male, come sempre: ti concentri e vai fuori, fai in modo che tutto vada bene. Ripassi le tue parti prima di salire sul palco; se hai il sole in faccia devi mettere gli occhiali da sole. Non per fare la rock star di turno, ma proprio perché altrimenti ti accechi.
Ho un indimenticabile ricordo di un vostro concerto a Lugano in cui diluviava e c’erano anche le cornamuse. Steve Lee ed Hena si sono esibiti in una sorta di battaglia a suon di cassa e rullante con le batterie. È stato un concerto davvero eccezionale.
Sì, era il concerto degli Swiss Harley Days. Ogni tanto portiamo con noi qualcosa di particolare: in quel caso proprio le cornamuse. Il concerto a cui ti riferisci è stato il penultimo con Steve ed è stato registrato, diventando un album. 
Il 22 luglio, sul palco di Moon&Stars ci sarà qualcosa di simile, in grande stile?
Non posso anticipare molto, però posso dire che sarà uno show diverso dall’ultima volta che ci siamo esibiti a Moon&Stars, l’occasione in cui c’è stata la presentazione di Nic. Da allora sono usciti due dischi. Sarà sicuramente una bella serata, perché credo molto in quello che facciamo e soprattutto credo nel nostro pubblico. Ci saranno brani nuovi e «best of»: Heaven sarà speciale. Sono sicuro che le emozioni voleranno, com’è sempre stato sul palco di Moon&Stars.
A quante edizioni avete suonato?
Mi sembra due volte, purtroppo il mio archivio mentale è un po’ confuso perché noi abbiamo suonato a Locarno ben prima di Moon&Stars.
Cosa rappresenta per voi il palcoscenico di Moon&Stars?
In Ticino è sicuramente una delle manifestazioni più importanti, specialmente per lo scenario pop-rock. Essere ospiti in un festival del genere, che ha un certo prestigio, fa sempre piacere. Inoltre è un festival organizzato alle nostre latitudini, e il pubblico di casa è sempre il pubblico di casa. Bisogna anche aggiungere che Locarno ha una forte affluenza di spettatori dalla Svizzera tedesca che sono in vacanza e vengono a vedere le performance di diversi artisti. È importante specialmente che ad un evento di questo tipo possano accedere soprattutto le band svizzere e ticinesi, per la continuità della musica. E spero che in futuro qualcuno faccia le nostre veci a Locarno.
Tra gli artisti in cartellone c’è qualcuno che ti piacerebbe conoscere perché artisticamente interessante o perché sembra simpatico?
Il tour occupa una grande fetta di tempo e non so bene chi ci sia, però penso che Sting ha avuto una grande influenza nella storia della musica e sicuramente il suo è un concerto da vedere. Poi penso sia un grande uomo.
Parliamo un po’ del vostro album, Silver, ovvero argento: perché questo titolo? Si tratta di un modo per celebrare il vostro 25esimo anno insieme, come delle nozze d’argento?
Sì, quando abbiamo terminato la registrazione del disco ci siamo accorti che la sua uscita sarebbe caduta proprio a 25 anni dall’uscita del nostro primo disco Gotthard. Wow, idea! Il giubileo, l’anniversario,… ecco le nostre nozze d’argento. Addirittura avevamo pensato anche a Silver Wedding, matrimonio d’argento, poi abbiamo preferito il titolo «light», Silver così accompagna anche i nostri capelli ormai grigi! (Ride)
(Risata) Non siete mica così vecchi! Almeno altri 25 anni… potreste puntare alla longevità dei Rolling Stones…
Con tutto rispetto per i Rolling Stones, non è la mia aspirazione puntare alla loro longevità, c’è un tempo per tutto. Come artista è chiaro che mi piace l’idea di una lunga carriera, però non so… a un certo punto si lascia spazio ad altri.
A noi i Rolling Stones ora non interessano, parliamo ancora di voi. Per ora in programma avete un unica tappa in Ticino, a Locarno, ne prevedete delle altre?
Abbiamo sempre fatto una data in Ticino per presentare gli album, indipendentemente dal tour e così sarà anche quest’anno a Locarno. Bisogna capire un paio di cose: il Ticino è una realtà un po’ a sé. Ci sono 300mila abitanti, ciò che, confrontato con altre realtà urbane, lo rende poco più grande di una cittadina. Quindi se si vuole organizzare un concerto con un po’ di gente non la si disperde, ma la si concentra in un’unica data in un’unica città ticinese.
Ma… verso fine anno ci saranno delle date particolari. Probabilmente faremo uno show al Lac di Lugano, come un paio d’anni fa, però ancora non si sa che dimensione avrà. Insomma, ci saranno delle apparizioni!
Qual è la traccia che preferisci di Silver
È difficile dirlo perché durante i tour si fanno 4 o 5 pezzi nuovi e poi il pubblico vuole sentire le «hit», inoltre Silver è davvero un disco completo, pieno di colori, di moods. È un album un po’ per tutti, sia per i fan che ci seguono da sempre sia per quelli nuovi che ci hanno scoperto nella versione «due» con Nic come cantante. Comunque sicuramente mi piace suonare Tequila Symphony No. 5 e Stay with me, che è un bellissimo pezzo.
Ha anche un gran bel video, che è girato…
…A casa mia! (Ride) Sto scherzando, è girato al castello di Wiessenstein in Baviera. 
Perché quel luogo?
L’abbiamo scelto perché è bellissimo ed era proprio l’ambiente che cercavamo.
A proposito di questo video ho una curiosità: sono sempre stata appassionata dei Guns ’n Roses, e il tuo assolo di chitarra fuori dal castello mi ha ricordato quello di Slash nel video di November Rain. È un’associazione arbitraria?
Ti è venuto in mente per via della ripresa aerea: comunque la scelta non è stata casuale, è stata molto pensata.
Si tratta di un’omaggio a Slash?
No, è per dire a Slash «guarda che ci sono anch’io!» (Ride) In realtà quella scena con la ripresa aerea avrei voluto farla sul monte Tamaro: magari un giorno la farò. Però visto che Slash usciva dalla chiesetta volevo rispondere uscendo dal castello.
Come vi trovate con Nic? Cosa è cambiato?
Bisognerebbe chiedere a lui come si trova con noi (ride). Nic non è un clone di Steve: abbiamo cercato qualcuno che avesse un proprio stile, un suo modo di gestire i brani, ma che si amalgamasse. Volevamo dare continuità ai progetti iniziati ed è quello che stiamo facendo.
State facendo più che bene. Ho un’ultima domanda: è vero che uscirà presto un vostro docufilm?
Per quanto riguarda il docufilm è vero, si sta finendo il montaggio. Siamo molto curiosi perché abbiamo subìto ore e ore di riprese, e ancora non l’abbiamo visto. Sarà ufficializzato e nelle prossime settimane dovrebbe essere presentato.
Allora, ora la domanda te la faccio io: preferisci Slash e la chiesetta, o Leo e il castello? (Ride)

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