Lidia, la mia vicina di casa, ha ottant’anni (ben portati) e uno splendido vaso di terracotta che ospita un grosso cespo di Hosta. Una pianta che si mostra con grandi foglie cuoriformi dalle nervature ben marcate che spuntano rigogliose ogni primavera. Basta lasciarla in piena ombra perché non pretende nulla di speciale, se non un poco di acqua durante le estati più calde.
Il vaso di Lidia da più di quindici anni mi osserva indisturbato, rispettando le stagioni: nuovi germogli appena l’aria si fa tiepida in marzo, fogliolone per tutta l’estate, colori giallo oro in autunno e riposo completo della pianta in inverno, visto che nei mesi freddi questa erbacea perenne scompare completamente lasciando il vaso spoglio.
Io, come ogni amante del verde, mi innamoro un giorno sì e l’altro pure di una nuova pianta e dopo tanti sguardi verso quella ciotola di Hosta, ho deciso di regalarmene non una, ma ben una collezione da mettere in giardino. Ho scelto, ho comperato, ho pagato, e mi sono messa ad attendere le mie piantine in arrivo direttamente dall’Olanda.
Le ho poi trapiantate in un’aiuola all’ombra, sfruttando uno spazio che ho sempre qualche difficoltà a decorare, in quanto non trovo facilmente piante che ben si adattano alla scarsità di sole. Aggiungendo terreno soffice, ricco di compost e tenendole ben bagnate sono diventate sempre più belle.
A primavera sono spuntate le grandi foglie ovate di una Hosta fortunei, alta intorno ai 70 cm, di un bel verde grigiastro e accanto vi ho posato due sue varietà: la «Aureomarginata» con margini delle foglie dorati e la «Albomarginata» con bordi bianco-crema. A una cinquantina di centimetri, per permettere un buono sviluppo sia del cespo sia delle radici, ho trapiantato invece due Hosta glauca, sinonimo di H. sieboldiana, anch’essa originaria del Giappone, ma più compatta della H. fortunei.
Alta 50 cm, forma un cespuglio di foglie verde-azzurro con una lanuggine vistosa quando le foglie sono giovani. Il colore verde-azzurro viene ripreso anche nella varietà «Elegans», che le cresce accanto, mentre per spezzare la tonalità, ho piantato a lato H. sieboldiana «Frances Williams», dai margini delle foglie irregolarmente dorati e sfumati di verde. L’ho subito fornita di cartellino con ben indicato il suo nome, e ho scoperto così che il nome di questa varietà è quella del suo ibridatore che l’ha creata negli anni Trenta del secolo scorso.
La mia collezione prosegue con un esemplare di Hosta crispula, dalle foglie con margini bianco latte e dalla lunga punta ricurva, che ho messo in una posizione leggermente più soleggiata per far sì che la colorazione bianca del fogliame venga mantenuta viva, e da alcune hoste della specie longissima. Queste ultime le ho posizionate davanti alle altre, visto che sono più contenute in altezza, raggiungendo solo i venti cm con le foglie molto strette (non più larghe di 2-3 cm, ma lunghe fino a 20 cm). A causa della dimensione che arriva quasi al metro, ho piantato invece dietro a tutte le altre, tre piante di Hosta ventricosa, (H. caerulea) originaria dell’Asia orientale dalle foglie grandi e glauche.
Felice dello sviluppo delle mie hosta, ora che siamo giunti in estate, mi posso godere i lunghi steli verdi che si ergono dalle foglie: una volta aperti mi regaleranno belle e profumate fioriture per lunghe settimane. In maggio-giugno sono sbocciate le H. sieboldiana, con fiori bianchi e macchie porpora, mentre la varietà «Elegans» porta fiori rosa-lilla; in contemporanea si sono aperti i fiori color malva di H. ventricosa.
Dai toni lilla sono i fiori di H. fortunei, e sbocciano proprio ora (sul finire di giugno e per tutto luglio) profumando l’aiuola del mio giardino. In autunno le foglie diventano giallo dorato, illuminando il terreno sotto al tasso che le protegge dal sole e trascorrono l’inverno in attesa della primavera. Passano le settimane, tornano le giornate tiepide ed io mi riprometto di andare al più presto in giardino per controllare le mie hoste, prima dell’attacco delle loro più golose nemiche: le lumache, vere ghiottone dei loro teneri germogli fogliari.
Rimando di qualche giorno e quando vado a trovarle armata di sottovasi colmi di birra per una caccia alcolica alle lumache ecco l’orribile scoperta: un vero banchetto fatto dalle voraci chiocciole a scapito delle belle foglie che ora sono tutte bucherellate: dovrò tenermele così per tutto l’anno.
Meno male che posso consolarmi con il vaso di hosta di Lidia: perfetto e con le foglie tutte intere, grazie alle attenzioni anti lumache della mia vicina di casa.