Il mercato dei tabù

by Claudia

Viaggiatori d’Occidente - Dal turismo libertino alla sensibilizzazione contro la discriminazione delle coppie omosessuali

Il viaggiatore ha sempre attraversato i confini della morale al pari di quelli tra gli Stati, sia pure con maggior cautela e magari una certa dissimulazione. Sconosciuto tra sconosciuti, attratto da ciò che è diverso ed esotico, ha approfittato di tutti i piaceri che una terra straniera gli prometteva.
Anche il turismo dei nostri giorni ha ereditato questa inclinazione alla libertà di costumi, almeno a giudicare dalla cronaca di questi giorni. Per esempio nel caso del «turismo libertino», così chiamato per non confonderlo col turismo sessuale (e le sue zone d’ombra): in questi viaggi si sperimentano diverse pratiche sessuali, più o meno audaci, ma sempre tra turisti e soprattutto tra adulti consenzienti. Alcuni villaggi vacanza o navi da crociera ne hanno fatto la loro principale attrattiva. Non pensate sia una nicchia per pochi trasgressivi, in Occidente e soprattutto negli Stati Uniti ha già dimensioni sorprendenti: secondo la rivista «Forbes» nel mondo ha mosso venti miliardi di dollari nel 2016. Tutte le fasce d’età sono rappresentate, dai trentenni a quelle persone di mezza età che, dopo aver cresciuto i figli, hanno nostalgia dei tempi del campus universitario. La maggior parte di loro ha una buona capacità di spesa, dal momento che una stanza nei resort dedicati può costare sino a seicento dollari per notte, sino a quattromila dollari una cabina per una settimana in crociera. Oltre a divertirsi tra loro, questi turisti chiedono però anche altre attività: degustazione di vini, corsi di cucina o di lingue, eccetera.
Passare molto tempo nudi è parte dell’esperienza, naturalmente, ma non tutti i nudisti sono dei libertini e viceversa. Alcuni nudisti cercano soprattutto un rapporto più libero con il proprio corpo e la natura. Tra loro una coppia di blogger belgi sulla trentina, Nick e Lins: si definiscono «nudisti per caso», parafrasando un celebre film, ma le loro foto sui social media sono più divertenti che audaci (www.instagram.com/nakedwanderings). Il loro progetto di far conoscere il nudismo alle nuove generazioni ha preso forma nel 2016 quando, durante un viaggio in Francia e in Italia, notarono che la maggior parte dei nudisti erano persone di una certa età. Lo scorso luglio Nick e Lins hanno cominciato un giro del mondo senza vestiti che li porterà in Europa, Asia, Australia, Nuova Zelanda e nelle Americhe.
Fin qui restiamo nei confini delle scelte personali. Ha destato invece un certo scandalo la proposta di un’agenzia colombiana: su un’isola privata al largo di Cartagena si possono passare quattro giorni di sesso e droga con prostitute (sessanta donne per trenta uomini). YouTube ha rimosso in tempo reale il troppo esplicito video promozionale, anche se la prostituzione in Colombia è legale (ma non il suo sfruttamento).
Naturalmente il turismo sessuale è più diffuso nei Paesi poveri. Un tempo il sud-est asiatico era la meta preferita, ma recentemente sempre più Paesi africani sono coinvolti. Questo cambiamento di orizzonti geografici è dovuto anche al coinvolgimento delle donne in pratiche un tempo riservate agli uomini. Le turiste però sono poco interessate agli asiatici e hanno invece favorito i Caraibi o i Paesi africani, a cominciare dal Senegal. Quello femminile è spesso ancora un turismo sessuale più discreto, nascosto dietro l’apparenza di una relazione con un giovane locale, ma c’è molta ipocrisia se pensiamo che in alcuni Paesi africani la disponibilità di denaro è di soli due euro al giorno. Il frequente coinvolgimento di minori cambia poi interamente la prospettiva, trasformando una questione di cattivo gusto in un grave reato giustamente punito anche nel Paese d’origine. Purtroppo molti genitori, spinti dal bisogno, incoraggiano i loro figli e solo alcune organizzazioni non governative cercano di fare argine.
Nel Mediterraneo e in Africa vi sono poi mete tradizionali di turismo omosessuale – Taormina e Marrakech per esempio – ma sono l’eredità di epoche passate e di frequentazioni clandestine. Ora invece molti Paesi europei hanno cominciato a incoraggiare apertamente il turismo delle coppie omosessuali, spesso più inclini al viaggio e con una maggiore capacità di spesa rispetto alle famiglie tradizionali. Per esempio, grazie a una nuova legge votata a Malta, dove ha la sua sede, la compagnia Celebrity Cruise propone alle coppie arcobaleno di sposarsi a bordo delle sue navi da crociera.
Nonostante il clima più favorevole e una maggiore apertura mentale, secondo una recente ricerca del tour operator britannico Virgin Holidays molti viaggiatori omosessuali subiscono forme di discriminazione. Per questo in viaggio solo il 5 per cento delle coppie gay è a proprio agio nel mostrare affetto verso il proprio partner (rispetto all’84 per cento delle coppie eterosessuali). Proprio per combattere i pregiudizi Virgin Holidays ha diffuso un divertente video (lo vedete qui: http://bit.ly/2zBXXZV) dove si immagina una coppia eterosessuale costretta a viaggiare in un mondo dove l’omosessualità è la norma. E così i due protagonisti si vedono offrire stanze singole o letti separati, destano disapprovazione quando si baciano o anche solo si spalmano a vicenda la crema solare, sono derisi dal personale degli alberghi quando raccontano di essere in viaggio di nozze…

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