Sport - A Zurigo un lussuoso museo dedicato al gioco più popolare ma soprattutto più mediatizzato del mondo
Le statistiche dell’Ufficio federale dello sport evidenziano che tre svizzeri su quattro praticano sport, a conferma dell’importanza dell’attività fisica nell’era moderna. Le discipline più seguite sono escursionismo, ciclismo, nuoto, sport sulla neve e corsa, a cui seguono fitness, ginnastica e calcio. Il dato percentuale di quest’ultimo si avvicina al 10%, sebbene sia considerato lo sport più popolare del mondo, in quanto il più mediatizzato e forse anche il più seguito.
E chi di pallone se ne intende e si appassiona, ma anche si lascia commuovere o condizionare, deve programmare una gita a Zurigo per una visita al museo della FIFA, la Federazione internazionale di calcio. Inaugurato nel febbraio del 2016, sta quindi per compiere il suo secondo anno di attività.
La mostra si trova in Tessinerplatz, a poche fermate di tram dal centro città ed è il frutto di un grande investimento. Oltre ai 30 milioni di franchi necessari per l’allestimento degli spazi espositivi, la FIFA ne ha spesi altri 110 milioni per il risanamento dell’edificio «Haus zur Enge» che, ammodernato e ampliato, offre attualmente gli spazi necessari per accogliere non solo il museo e il relativo negozio, ma anche biblioteca, bar, bistrot, aule per seminari, uffici ed appartamenti esclusivi.
Lodevole, in fase di ristrutturazione e ricostruzione, l’impegno per l’ambiente con diversi accorgimenti volti al risparmio energetico. Per esempio, come leggiamo sulla pagina internet del museo, una condotta che collega al lago di Zurigo permette di utilizzarne l’acqua come fonte d’energia rigenerativa, in inverno per riscaldare gli ambienti e in estate per raffreddare.
L’area dedicata all’esposizione è distribuita su tre piani e occupa circa 3mila metri quadrati, dove tecnologia e modernità accompagnano la storia del calcio, dal 1904, anno di fondazione della FIFA, al presente e futuro di questo gioco ormai praticato in quasi tutto il mondo.
Nella prima sala si possono rivivere i cent’anni e oltre di storia di calcio internazionale, ricordando cifre, fatti e aneddoti che hanno caratterizzato questo sport, dalle sue umili origini fino ai lussuosi tempi moderni. La parte didattica prosegue con altri cimeli caratteristici, maglie, mascotte, scarpe, scudetti, palloni o gagliardetti, ma anche con diverse postazioni interattive da scoprire. In totale si contano oltre mille oggetti esposti, tra i quali spiccano le due Coppe del Mondo che la FIFA può oggi esporre in tutto il loro splendore, mentre prima erano custodite in una cassaforte di una banca zurighese. Non solo l’attuale trofeo maschile, ma anche quello del calcio femminile, che trova il suo spazio nel museo dopo che nel 1991 le donne disputarono il loro primo Campionato mondiale di calcio, sessantuno anni dopo i maschi. Oltre a oggetti, documenti e molta tecnologia, il museo raccoglie immagini di tornei, eventi e personalità: alcune fotografie risalgono alla fine del XIX secolo e confermano come il calcio sia cambiato e sia evoluto.
Dopo essersi intrattenuti anche con i vari schermi tattili ricchi di dati e informazioni sulle 211 federazioni calcistiche riconosciute dalla FIFA (211 Nazionali maschili e 129 femminili), la visita prosegue con un film in 3D, porta d’accesso alla sala superiore, dedicata al divertimento e alla creatività, adatta anche per i più piccoli o per i tifosi più pacati del pallone.
«Il museo ha qualcosa da offrire per tutte le fasce d’età» leggiamo in fase di presentazione. «I visitatori possono aspettarsi un mix unico di storie che documentano l’affascinante storia del calcio internazionale. Vogliamo portare le persone più vicine al calcio e trasformare il museo in un luogo d’incontro vivace per tutti i tifosi di calcio e di sport».
Con una serie di contenuti audiovisivi, il FIFA World Football Museum s’arricchisce anche di storie particolari di «persone qualsiasi» disperse in tutte le parti del mondo. Per esempio la piccola isola che riesce a costruirsi un piccolo spazio per giocare al calcio sulle palafitte del proprio villaggio, oppure la persona non vedente che grazie allo sport, il calcio in questo caso, trova ulteriori stimoli e determinazione. Un museo di certo all’avanguardia che con molta tecnologia e lusso si conclude nell’area dei giochi, dove sfidarsi in diverse postazioni con la palla al piede: dribblare, segnare, colpire e quindi raccogliere punti per una classifica aggiornata in tempo reale. Ci sono poi anche comode poltrone per ascoltare le colonne sonore che hanno accompagnato e plasmato i grandi appuntamenti calcistici, oppure per i più piccoli una fornita area per disegni e giochi spensierati a lato del pallone.
Unica pecca l’assenza di una traduzione in italiano: per poter apprezzare appieno il museo è necessario conoscere una delle quattro lingue adottate nell’esposizione: tedesco, francese, inglese o spagnolo.