Abelie in collezione

Ognuno ha le proprie preferenze, io ad esempio amo i giardini con aiuole ricche, contenenti un bel mix di fioriture, ben accostate tra loro, stile aiuole all’inglese per intenderci. Non sono una grande fan dei giardini formali, quelli troppo strutturati, dove la mano del giardiniere detta forme spesso troppo rigide, con pochi fiori e tutti molto simili tra loro, quasi collezioni monotematiche della stessa specie.  
Fanno tuttavia eccezione quelle collezioni di arbusti composte dalle abelie, che reputo siano cespugli meravigliosi: compatti e belli carichi di fiori, hanno esigenze minime, colorano il giardino per tutto l’anno e non richiedono quasi nessuna cura se piantate in piena terra.
Così qualche anno fa ho incominciato a collezionare piccoli esemplari di abelie, per l’esattezza scegliendo le cultivars delle A. X grandiflora, un ibrido originario della Cina e risultante dall’incrocio tra Abelia chinensis e Abelia uniflora, due varietà anch’esse cinesi.
La prima abelia da me acquistata è stato un vero colpo di fulmine: in un piccolo vivaio ho comprato A. grandiflora «Kaleidoscope», con foglie color verde e crema durante la primavera e l’estate, ma che in autunno virano sul rosso, l’arancio ed un giallo dorato molto vivo, regalando una bella fioritura con fiori bianchi e profumati.  
Qualche mese dopo, individuata la posizione ideale, che è in pieno sole e con sufficiente spazio intorno per potersi sviluppare (raggiungono i 150 cm di altezza e di chioma quando sono esemplari adulti di almeno 10 anni), ho piantumato una «Edward Goucher», che ha fiori dalla tipica forma di trombetta e dal colore rosa-lilla, con foglie color bronzo da giovani che poi diventano verde scuro, ed una bella pianta di «Compacta». Quest’ultima raggiunge gli 80 centimetri, ha un portamento molto denso, quasi prostrato ed infatti l’ho posizionata davanti agli altri ibridi che si sviluppano maggiormente in altezza. Ben resistendo ai geli invernali, le abelie si comportano da arbusti semi caduchi, nel senso che perdono tutte le foglie solo nel caso si verifichino temperature sotto i –5 °C. 
I lunghi rami arcuati si riempiono di fiori da fine giugno e per tutto l’autunno, rimanendo però molto decorativi anche dopo la sfioritura, quando i calici dei fiori si tingono di rosso e sembrano anch’essi dei petali.
Da catalogo ho invece prenotato e ricevuto altre due piante, difficilmente reperibili nei vivai: «Panachée» dal fogliame verde scuro molto lucido e bordato di bianco e «Golden Panachée», chiamata anche «Minpan», con foglie screziate di giallo. 
Felice della mia collezione, che cresce in completa autonomia per tutto l’anno e necessita solo di qualche secchio d’acqua durante l’estate e di una leggera potatura invernale, ho ricevuto in regalo, nel mese di luglio, alcuni rametti di abelia da moltiplicare. 
La mia amica giardiniera li aveva raccolti nel giardino di un suo cliente, rimanendo colpita dai fiori molto più grossi e larghi delle altre abelie in commercio e di un rosa lavanda molto appariscente.  
Incuriosita dalla novità, ho messo in vasetti con torba e sabbia le varie talee lunghe dai 5 ai 10 cm, le ho tenute bagnate e queste hanno incominciato a radicare in una quindicina di giorni.
A fine settembre sono comparsi i primi fiori, notevolmente più grandi di quelli degli altri ibridi presenti nel mio giardino e di un color lavanda molto sgargiante.  
Questa caratteristica mi ha permesso di classificarla come «Pinky Bells» e di acquistare altre tre piante uguali per creare un’aiuola tutta sui toni del rosa e del bianco, avendole abbinate a quattro «Sherwood» dai fiori bianchi e dal portamento quasi strisciante.

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