A dorso di mulo

L’aria è fresca, qui in montagna. Ma da qualche parte giunge l’odore del mare. Man mano che il mattino avanza, il sole scalda le rocce; le nuvole vanno diradandosi e la vista spazia sino al mare azzurro laggiù, in fondo all’abisso di pareti e ripidi valloni. Le capre pascolano e sul sentiero tra le rocce passa un ragazzo in groppa a un mulo.
La Costiera amalfitana deve molta della sua bellezza alla geologia: milioni di anni fa le spinte tettoniche sollevarono per oltre mille metri grandi ammassi di roccia calcarea e formarono i Monti Lattari, una penisola che separa il golfo di Napoli da quello di Salerno. Il versante meridionale di queste montagne è un colossale balcone naturale, con fianchi talmente scoscesi da rendere quasi impossibile la costruzione di strade. Le case sono servite solo da antiche mulattiere e si trasporta tutto il necessario alla vecchia maniera, cioè utilizzando i muli (incroci tra asini e cavalle).
Per esempio nelle minuscole frazioni del comune di Scala, affacciato su Amalfi e dirimpettaio di Ravello, tutti i giorni si possono vedere al lavoro piccole carovane di animali da soma e ascoltare il caratteristico scalpiccio degli zoccoli sul lastricato in pietra dei vicoletti mentre trasportano attrezzi e materiali edili, legname e prodotti della terra. Più su il paese sparso di Agerola sorge in una conca tra i monti a oltre seicento metri di altitudine. È un paese di tradizioni montanare ma con uno splendido affaccio sul mare. I castagneti di Agerola fornirono legname per le navi della Repubblica marinara di Amalfi; oggi i pali lunghi e dritti sono impiegati nei famosi agrumeti della Costiera e vengono spostati ancora coi muli, unico mezzo di trasporto in grado di inerpicarsi su per i ripidi castagneti.
Ad Agerola se ne contano oltre sessanta, di muli. Antonio Milo, un giovane del posto, ha deciso di dedicarsi alla vita pastorale, con l’aiuto del suo mulo Limone. Ogni giorno lui e Limone partono dal paese e si incamminano per l’antica mulattiera, un tempo l’unico collegamento con Positano.
Questo percorso spettacolare è oggi conosciuto come Sentiero degli Dei. Qui siamo a poca distanza dai luoghi mitici del Grand Tour: Amalfi, Positano e Sorrento, ma anche Napoli, il Vesuvio e Pompei. Da quassù si ode in lontananza il rumore del mare ma la Costiera, col suo turismo costoso, modaiolo e chiassoso, è lontana. Camminare in un posto del genere, a due passi dal mare eppure in piena montagna, è un privilegio e infatti i camminatori ben informati arrivano da ogni parte del mondo.
Antonio percorre il sentiero per metà, fino al rudere di una vecchia casa che pian piano sta recuperando. Alla base di una grande parete traforata di grotte carsiche c’è il recinto dove tiene le sue centotrenta capre nere di razza napoletana. Ogni mattina di buon’ora le munge e le lascia libere di pascolare. Poi carica il latte in groppa a Limone e torna in paese per consegnarlo a un caseificio. Nel pomeriggio torna nuovamente per chiamare a raccolta le capre nel recinto. Alcune sere Antonio si ferma a dormire nella sua casetta sul sentiero. Se passa qualche escursionista ritardatario lo accoglie volentieri e si trattiene con lui a fare due chiacchiere, per rompere la noia di serate tutte uguali.
I Monti Lattari non sono un caso isolato. Anche a due passi da altre città e mete del turismo classico si possono trovare montagne, dirupi scoscesi, coste rocciose, tutti luoghi senza strade dove non è possibile arrivare coi normali mezzi di trasporto ma solo coi muli. Per esempio anche a poca distanza da qui, nel Cilento, i muli vengono utilizzati su larga scala per raggiungere molte località di montagna. Lo stesso si può dire di Alicudi, nelle Eolie: l’isoletta non ha carrozzabili ma soltanto scale, sicché i circa settanta abitanti si spostano a piedi e trasportano oggetti pesanti a dorso di mulo.
E ancora nel sud del Lazio il borgo medievale di Artena, coi suoi ripidi vicoli, affida la raccolta dei rifiuti ai muli. Non è un vezzo nostalgico ma una necessità. Certo il turismo trasforma ogni luogo, ma dove si arrampicano soltanto i muli i turisti di massa generalmente non arrivano. Limone e i suoi colleghi a quattro zampe possono dunque stare tranquilli: continueranno a trasportare latte appena munto, sporte di ortaggi e mattoni, senza dover sottostare ai capricci di turisti annoiati in cerca di foto perfette per Instagram. E magari, di tanto in tanto, trasporteranno anche lo zaino di qualche escursionista troppo stanco o troppo pigro.

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