In testa alla lista del «New York Times» c’è Porto Rico, in ripresa dopo un devastante uragano; segue il sito archeologico di Hampi (India), capitale dell’Impero Vijayanagara nel XIV secolo; poi il cibo e i vini di Santa Barbara, California, l’ecoturismo a Panama e così via. La Svizzera è presente con Vevey (n. 49) grazie alla sua Fête des Vignerons (dal 18 luglio all’11 agosto 2019). Il cambiamento climatico è una priorità nelle scelte e alcuni di questi luoghi potrebbero semplicemente non essere più visitabili in futuro, come le caverne di ghiaccio modellate dal vento gelido e dalle onde sul Lago superiore (Ontario, Canada), anche se questi allarmi creano un paradossale effetto Last chance travel – ora o mai più – moltiplicando il numero dei viaggiatori e accelerando le trasformazioni in corso.
Queste liste non vanno prese troppo sul serio: più che le tendenze profonde del viaggio contemporaneo riflettono mode, il risultato di campagne di comunicazione e qualche nascosta pubblicità. E naturalmente anche al «New York Times» non si aspettano che qualcuno voglia davvero visitare tutte le mete proposte. Questo privilegio è riservato invece a un viaggiatore scelto dalla redazione con un grande concorso. Nel 2018, Jada Yuan ebbe la meglio su tredicimila aspiranti e lo scorso anno ha viaggiato per oltre centoventimila chilometri, un terzo della distanza tra la Terra e la Luna. Il suo erede sarà il giornalista multimediale Sebastian Modak, madre colombiana, padre indiano, in viaggio dalla nascita (ultimo domicilio stabile: New York).
Tutte queste liste (ogni testata ha la sua), insieme alle imprese turistiche dei nostri contatti in rete, finiscono per instillare in molti di noi uno stato d’animo di ansietà, il timore di non essere nel posto giusto, con le persone giuste: in una parola F.O.M.O., Fear Of Missing Out, la paura di perdersi qualcosa. L’uso di questo acronimo è in crescita esponenziale dal 2013; nel 2017 le scuole inglesi hanno lanciato un programma nazionale per aiutare i giovani a gestire l’ansia alimentata dai Social media. Proprio per questo la nuova tendenza del 2019 potrebbe essere invece J.O.M.O., Joy Of Missing Out, la gioia di perdersi qualcosa.
Jomo è stata una delle nuove parole dell’anno 2016 per il celebre Dizionario Collins: «Il piacere che traiamo da quel che stiamo facendo senza preoccuparsi se altre persone si divertono di più». Le nuove parole d’ordine? Disconnessione, privacy, esperienze reali. E dunque riscoprire il piacere di esplorare vie meno battute, trascorrendo molto tempo all’aperto e sospendendo così la dipendenza dallo smartphone. Oppure, tentando un piacevole esperimento anacronistico, potreste viaggiare seguendo la lista dell’anno prima, in luoghi che nessuno considera più, con tanto di riflessioni esistenziali alla Andy Warhol su come nel nostro tempo ognuno abbia diritto alla fama, ma solo per quindici minuti.
La nuova tendenza Jomo si è affacciata in Asia, in Paesi iperconnessi come il Giappone, la Cina o la Corea del sud (curioso che proprio le terre dove più si è diffusa la predicazione del Budda debbano imparare di nuovo a coltivare l’essenziale e lasciar cadere le apparenze…). La nuova tendenza è stata rilevata dapprima da Euromonitor International, una società di ricerche specializzata nelle nuove tendenze di viaggio. Anche il sito di prenotazioni online Hotels.com segnala nell’ultimo anno una crescita del 18% delle ricerche relative alle destinazioni più remote. La sola Groenlandia per esempio è cresciuta del 65%, con mete come Ittoqqortoormiit, 450 abitanti, dove potete scalare montagne innevate, vedere l’aurora boreale e correre su slitte trainate dai cani, dimenticandovi di Facebook, Twitter o Instagram.
La filosofia Jomo viene proposta anche da alcuni operatori specializzati di lusso come Black Tomato: a caro prezzo, vi porterà in luoghi remoti e segreti, sfidandovi a ritrovare la via di casa senza l’aiuto dell’elettronica.
I «Viaggiatori d’Occidente», lettori di questa rubrica, abbracciano inevitabilmente la filosofia Jomo. Partono per coltivare uno spirito libero, liberarsi dalle convenzioni sociali, se necessario andare controcorrente. E sanno che sulla strada non serve la lista della spesa.
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