L’isola di Pitcairn è uno dei luoghi più remoti del pianeta, nell’Oceano Pacifico meridionale a sud del Tropico del Capricorno. Dista oltre cinquemila chilometri dalla Nuova Zelanda ma non ha aeroporto e può essere raggiunta solo via mare. Nonostante le sue ridotte dimensioni, Pitcairn ha però diverse storie da raccontare. Per esempio fu il primo Paese ad aver concesso il voto alle donne, già nel 1838.
Ma è conosciuta soprattutto per il celebre ammutinamento della nave mercantile «Bounty», raccontato in tre film di successo (rispettivamente con Clark Gable, Marlon Brando e Mel Gibson). La storia è nota: nel 1789, dopo una lunga sosta a Tahiti, e la prolungata frequentazione delle bellissime donne locali, alcuni marinai del «Bounty», guidati da Christian Fletcher, si ribellarono quando il capitano William Bligh decise di ripartire. E così, gli ammutinati abbandonarono il capitano Bligh e gli uomini a lui fedeli su una scialuppa in mare aperto, con pochi strumenti e provviste: si salveranno solo dopo una lunga e pericolosa navigazione. E poiché la Marina inglese dava una caccia senza quartiere agli ammutinati, dopo essere tornati a Thaiti e aver imbarcato le donne, i ribelli si rifugiarono nella disabitata isola di Pitcairn, la cui posizione oltretutto era stata registrata in maniera errata sulle carte geografiche. Lì vissero sicuri e la maggior parte degli attuali abitanti – una sessantina – sono i loro discendenti. Pitcairn fu poi riscoperta nel 1808 da una nave americana di passaggio e divenne colonia britannica.
Nel 2015, il Regno Unito ha annunciato la creazione della più grande riserva marina al mondo (830mila kmq) proprio nell’area intorno a Pitcairn. E presto sarà anche riconosciuta come International Dark Sky Reserve, ovvero una vasta area priva di luce artificiale dove è possibile osservare il cielo stellato in tutta la sua bellezza. È un ottimo esempio di astroturismo, una delle tendenze di viaggio più importanti del 2019 secondo il «New York Times».
L’astroturismo può prendere forme diverse. Ovviamente l’interesse e il numero di visitatori crescono quando ci sono grandi eventi celesti: congiunzioni di astri, eclissi, comete, stelle cadenti… Per esempio nel 2017 circa sette milioni di statunitensi hanno viaggiato per osservare l’eclissi solare totale. Ma l’astroturismo può essere praticato in ogni periodo dell’anno, visitando un osservatorio astronomico. Un consiglio pratico: prima di andarci, accertatevi che ci sia un astronomo per raccontarvi il cielo in una delle frequenti serate di apertura al pubblico; in altri momenti infatti i grandi telescopi potrebbero essere manovrati a distanza e trasmettere le loro osservazioni attraverso la rete. Acquistare un telescopio richiede comunque un investimento limitato (poche migliaia di franchi) e un apprendistato non troppo lungo e complicato. E può capitare che astronomi dilettanti facciano scoperte significative.
Più complicato, è invece trovare aree poco illuminate per le vostre osservazioni personali: secondo una ricerca del Light Pollution Science and Technology Institute, cerchereste invano il buio profondo nell’80 per cento della superficie dei continenti. E l’illuminazione artificiale, spesso eccessiva o inutile, toglie la vista del cielo al 99 per cento della popolazione in Europa e negli Stati Uniti. Per questo in Norvegia si sperimentano lampioni «auto-oscuranti»: quando non c’è nessuno, le luci si abbassano al 20 per cento della potenza ma al passaggio di un’auto (o di un ciclista o di un pedone), grazie a un sensore, tornano alla massima potenza. Sarebbero perfette anche da noi, soprattutto per strade attraverso aree naturali poco trafficate.
Dal 2001, la International Dark-Sky Association, con sede a Tucson, Arizona, premia le destinazioni amiche del buio, così come la Royal Astronomical Society of Canada. Naturalmente spesso queste aree sono all’interno di grandi parchi naturali, per esempio negli Stati Uniti (il Parco nazionale del Grand Canyon) o in Canada. Anche i deserti del Messico sono famosi per le loro stellate. Per questa via, l’astroturismo diventa di fatto una nuova forma di ecoturismo e può portarvi in tutto il mondo. Il 2 luglio 2019 potreste viaggiare in Cile e Argentina per ammirare una spettacolare eclisse solare. Anche i deserti dell’Australia o dell’Africa offrono l’opportunità di safari a caccia di stelle. Oppure lo Hyatt Regency Maui Resort alle Hawaii, con i suoi tre potenti telescopi sul tetto. Ma puoi trovare un telescopio dove meno te l’aspetti, per esempio sulla nuova nave da crociera Viking Orion, con tanto di planetario e astronomo a disposizione dei passeggeri per lezioni e osservazioni del cielo.
Naturalmente anche le nostre valli vanno benissimo. A dicembre si poteva osservare la cometa Wirtanen dalla Capanna Gorda, ad Acquacalda; oppure il sabato sera si può salire all’Osservatorio del Monte Generoso (sostenuto anche da Percento culturale Migros), a poca distanza dal Fiore di pietra di Mario Botta. Per nuove proposte tenete d’occhio il sito www.astroticino.ch. Per gli appassionati di fotografia notturna si aprono naturalmente ulteriori prospettive.
E poi: potete sempre fare anche da soli, stendendovi sul prato in una notte d’estate: cominciate dal riconoscere la Via lattea, poi il Grande carro, il quale vi condurrà alla Stella polare… e il resto verrà da sé. Nelle grandi vacanze d’agosto non dimenticate di osservare le scie delle Perseidi, le stelle cadenti di San Lorenzo.
In tanta bellezza, una sola nota malinconica: diverse nuove forme di turismo ci conducono alla ricerca di esperienze comuni e quasi scontate per gli uomini del passato: il buio rischiarato soltanto da un limpido cielo stellato, il silenzio, l’aria pulita… Così che la contemplazione del cielo ci riporta infine alla Terra e al miglior uso di questo incantevole pianeta.