Sessant’anni che rinverdiscono

by Claudia

Motori - La Mini resta un’auto simpatica, brillante e alla moda, oggi più che mai dal momento che si è fatta elettrica

Si chiamava Alec Issigonis (contrazione di Alexander Arnold Constantine Issigonis). Nato nel 1906 a Smirne, città in Turchia fondata dai greci, si è laureato in ingegneria a Londra. Si deve a lui la creazione di un mito a quattro ruote: la Mini. 
Dal 1959, anno del suo debutto, sono passati ben sessant’anni e oggi come allora resta una vettura simpatica, brillante e alla moda. Chissà cosa penserebbe il signor Issigonis della nuova versione elettrica che è stata svelata proprio in questi giorni. Probabilmente l’estetica gli piacerebbe, dato che ancora adesso è evidente la parentela con l’originale. Quest’aria di famiglia è sicuramente un punto di forza della nuova Mini Cooper SE. 
Sotto il cofano non borbottano più i cilindri e dal benzinaio non si mette più né benzina né gasolio, ma a guardarla sembra sempre uguale. Cambiare senza cambiare. Il concetto piace molto agli appassionati del marchio inglese di proprietà Bmw. Sebbene anche la nuova Mini Full Electric sia costruita in Inghilterra, nello stabilimento di Oxford, dove viene prodotta la versione con i motori tradizionali, di fatto, la tecnologia di guida è stata invece messa a punto nei centri tedeschi di competenza Bmw Group per l’elettromobilità a Dingolfing e a Landshut. 
E, infatti, proprio dalla Germania arriva la tecnologia della propulsione elettrica. Stretta parente di quella già adottata su Bmw I3. Sotto il cofano anteriore si trova un’unità elettrica capace di scaricare sulle ruote davanti fino a 135 kW corrispondenti a 184 cavalli. Tanti per una Mini. 
La coppia come con tutti i propulsori elettrici è immediatamente disponibile ed è di 270 Newtonmetro. E le prestazioni? Per scattare da ferma a cento orari sono sufficienti 7,3 secondi mentre la velocità massima è autolimitata a 150 chilometri. Le auto elettriche ci hanno abituato ultimamente a performance migliori ma non dimentichiamo che qui abbiamo a che fare con una vettura che viene spesso utilizzata in città a su percorsi a breve raggio. 
Il numero che più interessa a chi si sta avvicinando all’auto elettrica è oggi l’autonomia. Bene, la Cooper SE è alimentata da un pacco batterie agli ioni di litio della capacità di 32,6 kWh e l’autonomia dichiarata da Mini oscilla tra i 235 e i 270 chilometri. Basteranno? Per il percorso casa-lavoro senz’altro l’autonomia è sufficiente, ma per le vacanze probabilmente no. 
E quanto tempo ci vuole per ricaricare le batterie? Con una colonnina di ricarica da 11 kW, si recupera l’80% dell’autonomia in due ore e mezza. Il tempo scende a 35 minuti nel caso si usi un sistema rapido da 50 kW. Si può anche utilizzare una comune presa di casa situata nel box ma a quel punto i tempi si dilatano di molto. 
La Mini elettrica ad oggi è solo prenotabile. Lo si può fare versando mille franchi svizzeri attraverso il sito www.mini.ch. Il prezzo finale dell’auto dovrebbe aggirarsi intorno ai 35mila franchi. Arriverà nelle concessionarie nei primi mesi del 2020. Bmw svela che ad oggi hanno già ricevuto in Europa ben 40mila prenotazioni. Una chicca? Lo spinotto per la ricarica si trova esattamente dove si dovrebbe trovare il bocchettone della benzina. Insomma, effetto déjà-vu per la prima auto elettrica di produzione della marca inglese.

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