Nella Gola del Piottino

by Claudia

Escursioni – Lo storico passaggio è stato rinnovato: una via che permette di superare di nuovo l’ostacolo naturale così come lo si faceva nel XVI secolo

Siamo tra Faido e Rodi, nel cuore della Gola del Piottino. La storica arteria è di nuovo praticabile dopo i lavori promossi dalla Pro Media Leventina e inaugurati ufficialmente lo scorso 26 maggio. Il tratto restaurato è inserito nel «circuito del Piottino», un tragitto circolare della durata di circa un’ora e trenta che per un breve tratto si sovrappone al percorso didattico del Monte Piottino (presentato su «Azione 27» del 1° luglio 2019) e ad altre vie storiche.
Un punto di partenza possibile, ma non l’unico, si trova presso il Dazio Grande da dove il sentiero sale in direzione del Dazio Vecchio, un edificio costruito nel 1360 a seguito della modifica di tracciato della mulattiera medievale che da Rodi saliva a Dalpe, transitando poi per Pianaselva e scendere a Faido. Dal Dazio Vecchio la gita scende invece in direzione del fondo valle, lungo il percorso risalente al XIII secolo, il quale evitava però ancora le insidie della gola permettendo comunque di superare l’ostacolo naturale del Monte Piottino in modo meno dispendioso. Un ostacolo, con i suoi 240 metri di dislivello, che fu affrontato definitivamente solo nel 1560 con la mulattiera costruita dagli urani, sulla quale il circuito s’immette in prossimità del Ponte di Mezzo. La via urana permise di superare la difficoltà del Piottino in modo diretto, aggrappandosi alle pareti rocciose strapiombanti della gola tramite muri ed archi in pietrame posato a secco e attraversando il fiume Ticino tramite due ponti di legno. «I resti di questa antica via sono stati riscoperti presso la cappella votiva durante i primi lavori di restauro nel 2000 (dove sono ancora oggi visibili) e quando il crollo strutturale del 2013 riportò alla luce un tratto di selciato e di muro di sostegno nella zona del Ponte Asciutto», precisa l’ingegner Nicola Cappelletti, presidente della Pro Media Leventina.
Dopo questo cedimento il percorso ha dovuto essere chiuso al transito per garantirne il ripristino: un progetto promosso dall’Associazione Pro Media Leventina congiuntamente alla Degagna di Osco, proprietaria della strada: «Il crollo del 2013 ha portato alla scoperta del vecchio muro di sostegno della Strada Urana e dell’antico selciato del 1560, che si trovavano sotto la ripiena fatta dal Cantone nel 1820 per adattare la via esistente e renderla percorribile anche dai carri», spiega Cappelletti. La strada cantonale riprese di fatto, sopraelevandola di qualche metro, la Strada Urana nella Gola del Piottino, tracciato che venne abbandonato nel 1934 con la costruzione della galleria.
Dopo gli interventi di ricostruzione e di consolidamento strutturale, il percorso si presenta oggi con un rinnovato splendore e permette dal Ponte di Mezzo di tornare al Dazio Grande di Rodi inserendosi nella gola lungo un cammino comodo e facilmente percorribile con un adeguato abbigliamento.
I primi restauri di questa mulattiera risalgono però già al 1994 quando grazie al «Fondo Rodolfo Steiner per la valorizzazione del territorio della Media Leventina» venne promosso e realizzato il salvataggio dell’antica strada nella Gola del Piottino. Nel maggio del 2013, come detto, un forte nubifragio e la piena del fiume Ticino fecero crollare un importante tratto del muro di sostegno della strada, rendendo necessario intervenire: «I primi lavori di messa in sicurezza, durante i quali si scoprì l’antica mulattiera degli urani, sono stati eseguiti nel luglio 2014, mentre la parte più considerevole si è svolta tra il 2017 e il 2019, dopo la fase di progettazione», puntualizza Nicola Cappelletti.
Il tragitto è oggi completato da alcuni pannelli didattici che permettono di capire l’evoluzione delle vie di comunicazione in questo importante passaggio tra nord e sud, ma pure di toccare altri temi legati alle gole e al territorio. Si approfondisce per esempio il contesto dei restauri, con anche alcune fotografie d’epoca dove si nota come la via degli urani, terminata nel 1561, poteva essere percorsa unicamente a piedi o a cavallo.
Lungo la gola del Piottino, ascoltando il fiume che borbotta e camminando in parte sulle stesse pietre che i viandanti calpestavano cinque secoli fa, vengono poi proposte altre informazioni, con brevi testi e immagini. Sono per esempio presentati il Merlo acquaiolo, un uccello anfibio che si immerge per decine di secondi alla ricerca di cibo o il Picchio muraiolo che nidifica sulle pareti rocciose, dove nei mesi caldi è possibile vederlo «arrampicarsi» sbattendo le sue larghe ali dal caratteristico piumaggio rosso.
La Gola del Piottino, composta da gneiss, è una roccia molto resistente e di questo s’accenna lungo il tragitto, rimarcando come anche negli ambienti più difficili esistono dei vegetali in grado di sopravvivere, come i licheni o la Sassifraga dei graniti, che cresce nelle crepe delle rocce.
Il sentiero consente pure di osservare le altre vie di transito che negli anni si sono affermate nella regione per superare in modo diverso l’ostacolo naturale del Piottino: dalla ferrovia del Gottardo con le sue geniali gallerie elicoidali, all’autostrada con i suoi imponenti viadotti. Prima di completare il circuito, nei pressi del Dazio Grande l’ultima postazione è dedicata alla forza dell’acqua. Anche in quest’occasione si cerca di stimolare lo spirito d’osservazione e partecipativo, invitando i visitatori a sperimentare. Con un semplice gioco si può infatti simulare l’erosione e verificare la forza idrica che, dopo il ritiro dei ghiacciai 12’000 anni fa, ha trasportato materiali, scavando e modellando la gola come appare oggi ai nostri occhi. 
Informazioni
www.golapiottino.ch