In nome del padre

by Claudia

In «Surreale» Corinne Amrein Negri racconta il percorso di accompagnamento del padre, malato di mesotelioma

Vi ricordate quando Rino Gaetano raccontava che Berta filava l’amianto del vestito del santo? Con la verve e l’ironia che gli erano congeniali, il bravo cantante probabilmente aveva bisogno di una rima, perché è difficile, ora che si conosce meglio la natura dell’amianto (o asbesto), immaginare questo pericoloso insieme di minerali in un contesto che non sia di natura clinica. L’amianto lavora in silenzio e di nascosto all’interno del corpo, mettendoci decenni a provocare il mesotelioma; anche alle nostre latitudini se ne parla da qualche tempo, perché davanti a questa diagnosi, il paziente è chiamato a fare un salto indietro nel tempo, alla ricerca del momento preciso in cui, durante una vita professionale spesso trascorsa a svolgere mestieri a rischio, c’è stata la pericolosa esposizione. È quello che succede anche al protagonista di Surreale, che dopo avere ricevuto l’ennesima prescrizione per una pomata, dice al proprio medico curante: «Sciur dutur, mi ul maa gha l’u da dénta. L’è mia facil da spiegà, l’è un dulur che u mai sentüü».
Cinque mesi di esami clinici e ipotesi porteranno a una diagnosi fra le peggiori, poiché dà una prospettiva di vita assai ridotta a chi la riceve: mesotelioma. Cosa resta dunque da fare, per il paziente, ma anche per i parenti e gli amici, di fronte a una scadenza così rigorosa e che non dà proroghe? Come gestire al meglio le risorse, il tempo che resta, ma anche il dolore stesso?
Queste domande se le è poste Corinne Amrein Negri, autrice di Surreale, libro che si legge tutto d’un fiato e che rappresenta una sorta di diario di un viaggio di accompagnamento verso la destinazione finale. Amrein Negri è stata accanto a suo padre durante un percorso sicuramente drammatico che l’ha vista annullarsi a più riprese, ma non per questo privo di momenti di profonda comunanza e di istanti irrinunciabili. Il risultato non è solamente un diario di dolore, ma anche l’opportunità di una condivisione ideale con chi si ritrova ad affrontare la stessa situazione (nonostante le recenti cronache, il picco delle diagnosi di mesotelioma non parrebbe ancora raggiunto, e si dovrà attendere fino al 2030 per un’inversione di trend), poiché, come afferma l’autrice: «ho provato a infondere un po’ di coraggio nei lettori. Durante la malattia di mio padre ho fatto tutto ciò che pensavo andasse fatto, e quando è mancato mi è rimasta solamente una scia di serenità. Ed è proprio questa sensazione che vorrei trasmettere».
Corinne Amrein Negri a tratti è di una sincerità spiazzante. Non nasconde i nomi dei protagonisti dell’entourage del padre (una rete di medici, infermieri, assistenti ecc), grazie a ritratti puliti e semplici, che in poche parole ci restituiscono una situazione e dei personaggi con cui non si fatica minimamente a identificarsi (alzi la mano chi non si è ritrovato a dovere affrontare un percorso di questo tipo). Perfino la figura disastrosa della badante (che ha ispirato il titolo del libro) rispecchia un aspetto della nostra società. E ora che il libro è uscito, cosa si aspetta Amrein Negri? «Sarebbe utile una figura professionale che prendesse in mano la situazione del paziente e della sua famiglia dal punto di vista pratico. Sono momenti in cui il carico emotivo è enorme. Forse grazie al libro nascerà anche un dibattito intorno a questo aspetto della malattia».

ABBONAMENTI
INSERZIONI PUBBLICITARIE
REDAZIONE
IMPRESSUM
UGC
INFORMAZIONI LEGALI

MIGROS TICINO
MIGROS
SCUOLA CLUB
PERCENTO CULTURALE
MIGROS TICINO
ACTIV FITNESS TICINO