Buonanotte bambini!

Sfangate ormai da anni le feroci discussioni su come è meglio fare addormentare i neonati (dove io sono sempre stata contraria sia al metodo Cry It Out di Richard Ferber, ovvero sul farlo piangere finché non crolla dal sonno, sia al Controlled Crying di Eduard Estivill, ossia al pianto controllato con rigorosa tabella dei minuti da seguire), a Il Caffè delle mamme s’impone un altro dilemma: come aiutare i bambini tra i 6 e i 13 anni a dormire al meglio. L’occasione è l’uscita in libreria de Il libro della nanna (ed. Lswr, sett. 2019) scritto dal pediatra genovese Alberto Ferrando che, mettendo a frutto 40 anni di esperienza, ci spiega cosa bisogna sapere e cosa fare per il sonno felice dei nostri figli.
Risolto il problema dell’addormentamento del bebè, dobbiamo avere ben in mente una cosa: non è finita qui! Il motivo? Il sonno ha un ruolo fondamentale nell’età evolutiva perché è necessario allo sviluppo psico-fisico. Ma i nostri bambini dormono spesso meno di quello che dovrebbero e non abbastanza bene. «Oggi le giornate sono molto più lunghe e impegnative rispetto al passato. Mamma e papà di solito lavorano tutto il giorno e i bambini vengono affidati ai nonni o a baby sitter. Più volte alla settimana dedicano molto tempo ad attività extrascolastiche. Alcuni hanno agende fitte di impegni e, talvolta, trovare un’ora libera, in un giorno qualsiasi della settimana, è un’impresa piuttosto complicata. Alla sera può capitare che alcuni bambini debbano ancora fare i compiti oppure guardano la Tv, oppure giocano con smartphone o altri apparecchi elettronici» sottolinea Ferrando.
«Questi aspetti nell’ambito sociale e familiare sono stati anche oggetto di studi che hanno evidenziato che ormai i bambini dormono circa un’ora in meno al giorno rispetto allo standard fissato per la loro età. Stimolare i bambini fornendo loro occasioni per imparare cose nuove, e renderli curiosi di ciò che li circonda è senza dubbio positivo e utile per un sano sviluppo cognitivo ed emotivo, tuttavia sovraccaricarli di stimoli può essere controproducente. Portare avanti tante attività richiede energia, impegno e attenzione e spesso può diventare pesante per il bambino che con il tempo può accusare affaticamento, disturbi del sonno, disattenzione e difficoltà nell’apprendimento. Alcuni hanno difficoltà a finire i compiti o a studiare per il poco tempo a disposizione; non dormono bene o troppo poco, con risvegli frequenti; sono stressati e la mancanza di sonno porta a un’alimentazione errata a partire dalla colazione. Se facciamo un calcolo di quanto sonno perdono i bambini in una settimana, possiamo renderci conto di come a lungo andare questa privazione può avere delle conseguenze negative sulla concentrazione, sulle capacità scolastiche e sul peso corporeo dei nostri bambini».
Ecco, allora, cosa Ferrando ci suggerisce di ricordare sempre.
Uno. Se il sonno è importante a qualsiasi età, per i bambini è di vitale importanza per il loro sviluppo emotivo, fisico e mentale. È il momento in cui vengono prodotte molecole che servono a costruire nuove sinapsi, cioè collegamenti tra le cellule del sistema nervoso attraverso le quali vengono trasmessi gli stimoli. Così delle buone ore di sonno permettono al bambino di assimilare quanto appreso durante la giornata. Inoltre, la somatotropina, che è l’ormone della crescita, ha il suo picco durante le ore notturne, in corrispondenza della fase di sonno profondo. E ancora: il corpo rallenta le sue funzioni fisiologiche, con la temperatura che si abbassa, il metabolismo che rallenta e i tessuti che si rigenerano. «Il sonno è il tempo in cui il cervello impara, in cui rinsalda la memoria, in cui cerca la pace con se stesso e, attraverso il sogno, il senso della vita», insegna Franco Panizon, maestro della Pediatria italiana.
Due. Per i bambini da 6 a 13 anni l’ideale è dormire da 9 a 11 ore. «Ma andrebbe data importanza anche al quando dormire – insiste Ferrando –. I bambini hanno delle fasce orarie in cui ha senso dormire e che non coincidono con quelle di un adulto. Ecco perché dovrebbero andare a letto prima, in modo che la struttura del sonno sia ottimale per l’età». Meglio mantenere regolari gli orari per andare a dormire e per svegliarsi: sono tollerati intervalli non superiori a un’ora di differenza tra le notti della settimana e quelle del weekend.
Tre. Un riposo di 10 ore riduce del 5% la quota di adolescenti che arriva ai 18 anni in sovrappeso. Diversi studi hanno accertato che, a livello fisiologico, un buon sonno garantisce il rilascio di leptina, l’ormone che blocca lo stimolo della fame e inibisce la grelina, che al contrario la stimola.
Quattro. L’importante è anche che i bambini riposino senza brutti pensieri. E, allora, possiamo convincerli che esiste un Comitato del Sonno: «È esperienza comune che un problema che si presenta difficile la sera – diceva lo scrittore statunitense John Steinbeck, al mattino è risolto, dopo che il “Comitato del Sonno” se n’è occupato».
Cinque. Il rito della buonanotte è fondamentale. Vanno stabiliti 20-30 minuti di tempo da dedicare alle consuetudini prima del sonno. La routine dovrebbe prevedere attività rilassanti come leggere un libro o parlare di ciò che si è fatto durante la giornata. L’ultima fase dovrebbe svolgersi nella stanza da letto. Così scrive Rita Valentino Merletti, autrice di Leggere ad alta voce: «Certo che lo sapevo a memoria, infatti quello che volevo davvero non erano le parole della storia; volevo essere sicura, ma proprio assolutamente sicura, di risentire mia madre ridere di gusto nel rileggere per l’ennesima volta del litigio fra mastro Geppetto e mastro Ciliegia, volevo rivedere la sua espressione solenne quando leggeva della morte della Fata dai capelli turchini, volevo riprovare con lei la paura che sentiva Pinocchio quando, stretto tra le mani del Pescatore verde, rischiava di finire fritto in padella».
Sei. Cosa non fare. Evitare nelle 2 ore che precedono il sonno attività serali eccitanti o che danno energia, come esercizi fisici impegnativi, e attività stimolanti come i videogiochi. Non lasciare a disposizione televisione, computer, tablet nella camera da letto. 
Sogni d’oro. Oppure, come diceva Snoopy ai nostri tempi, «andiamo a pigiamare»!

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