Italia – Il premier diviso fra le polemiche dell’opposizione e la partita degli aiuti europei
In Italia il controverso rapporto fra lo stato, impegnato a dare una risposta nazionale alla sfida della pandemia, e le regioni, titolari della competenza in materia di sanità, ha compromesso fin dall’inizio una gestione ben coordinata dell’emergenza coronavirus. Un nodo reso ancor più inestricabile dal fatto che due fra le regioni più duramente colpite dal flagello, la Lombardia e il Veneto, sono amministrate dalle forze di opposizione al governo di Roma. Dunque il fuoco dello scontro politico, come se non bastasse la preoccupante frattura fra Nord e Sud, fa da sfondo al rimpallo delle responsabilità e alle reciproche accuse per i ritardi e il malfunzionamento del sistema.
Mentre qualcuno sogna un governo di unità nazionale (o di salute pubblica, secondo la formula lanciata dalla rivoluzione francese), e il presidente della repubblica Sergio Mattarella invita i partiti ad attenuare la polemica e cercare una risposta unitaria, il Paese deve assistere alla solita rissa. Uno spettacolo penoso, subìto in una deprimente condizione di clausura forzata aggravata dall’incertezza sui tempi e i modi della liberazione e da certi eccessi di zelo delle forze dell’ordine.Forte dell’alto tasso di popolarità registrato dai sondaggi, il presidente del consiglio Giuseppe Conte si è affidato alle valutazioni, peraltro non sempre concordanti, degli esperti provenienti dal mondo scientifico. Ma ha dato l’impressione di rincorrere giorno per giorno l’attualità dei dati forniti dalla Protezione civile, e di farlo con un piglio decisionista, evitando in nome dello stato d’eccezione di coinvolgere il parlamento nella gestione della crisi.
Di qui le opposizioni che ripetutamente chiedono le dimissioni del «presidente non eletto» (sorvolando sul fatto che la costituzione non prevede un capo del governo scelto dagli elettori: il presidente della repubblica lo nomina e le camere gli concedono la fiducia). Di qui ancora un irritatissimo Conte che perde il suo aplomb abituale e si scaglia contro il leghista Matteo Salvini e la sua alleata Giorgia Meloni durante una informativa in parlamento. Nuovi aspri attacchi: il presidente fa propaganda invece di governare, si dimetta…Oltre alla politica sanitaria un altro tema ha innescato una lite altrettanto furiosa: il rapporto con l’Unione europea. È un punto delicatissimo perché proprio l’Europa è chiamata, dopo un iniziale disinteresse che ha alimentato un crescente euroscetticismo, a dare una mano all’Italia minacciata di morte economica.
Dopo che la Banca centrale europea ha avviato l’acquisto di titoli di stato italiani, e dopo che la Commissione di Bruxelles ha varato un programma di assistenza finanziaria per la ricostruzione, al centro dell’attenzione si è ritrovato il Meccanismo europeo di stabilità, un fondo creato per soccorrere paesi in crisi di bilancio prestando denaro in cambio di dure condizioni che implicano pesantissimi tagli alla spesa pubblica. Il Mes richiama il sinistro precedente della Grecia, a suo tempo costretta a una draconiana cura dimagrante per poter beneficiare dell’aiuto europeo.Stavolta emerge una diversa modalità di utilizzo del Mes: gli aiuti potranno essere forniti senza condizioni, o per meglio dire con una condizione sola, che quel denaro venga usato esclusivamente per affrontare le spese sanitarie imposte dalla pandemia.
Nonostante questo la polemica continua, chi osteggia il Meccanismo lo considera strutturalmente insidioso, sarebbe insomma un tranello. Non insegna forse Virgilio che bisogna diffidare degli achei anche quando portano doni? Oltre a buona parte dell’opposizione mezzo governo è ostile al Fondo salva-stati, come anche si chiama, da sempre una bestia nera del Movimento cinque stelle. Conte, che dai Cinquestelle indirettamente proviene, si fa dapprima portavoce di questa ostilità per poi ricredersi. Riuniti in videoconferenza il 23 aprile, i 27 capi di governo tratteggiano un piano che coinvolge il bilancio dell’Unione, la Banca centrale e la Banca europea degli investimenti. Ma restano da definire i modi, a cominciare dal rapporto fra prestiti e sussidi a fondo perduto, e i tempi, anche se il Fondo per la ricostruzione, che la Commissione dovrà mettere a punto, è stato dichiarato urgente. Dunque a partire da giugno dovrebbe essere disponibile un pacchetto di 540 miliardi di euro.
Quanto alla proposta italo-franco-spagnola degli eurobond, titoli europei che l’emergenza sanitaria induce a ribattezzare coronabond, i paesi più virtuosi, a cominciare dalla Germania e dall’Olanda, sono risolutamente contrari, non intendono condividere oneri finanziari con chi non ha saputo tenere in ordine i bilanci. Le formiche devono forse soccorrere le cicale? Ormai rassegnato ad accettare il Mes, sia pure ammorbidito dall’assenza di umilianti controlli, Conte dovrà vedersela sia con l’ira dei cinquestelle più ortodossi, sia con le opposizioni che lo aspettano al varco. Per questo cerca la sponda di Forza Italia, dopo che Silvio Berlusconi ha aperto al Fondo salva-stati smarcandosi da Salvini, ben sapendo che una nuova ondata di critiche insidierà le sue fortune politiche attualmente incoraggiate dai sondaggi. Intanto, mentre si profila un catastrofico crollo del pil, il contagio rallenta la corsa. I cittadini reclusi intravvedono in fondo al tunnel almeno una pallida luce.