Una danza macabra per riscoprire la vita

Il lungo periodo di isolamento, oltre a obbligarci a ripensare la quotidianità, ha generato un’importante crisi economica e strutturale anche nel mondo del teatro, fra i più compromessi dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Se alcune produzioni hanno fatto appena in tempo a vedere il debutto, altre hanno dovuto sospenderlo annullando tutti gli impegni in agenda, alla base della loro esistenza (e sussistenza). E non potranno certo bastare gli aiuti delle istituzioni per rimettere in sesto un settore che, tradizionalmente non naviga nell’oro. Ecco così fiorire tutta una serie di iniziative di «transito», legate a piattaforme offerte dal web, tra gruppi di dialogo, streaming e messa a disposizione di archivi audiovisivi scaricabili gratuitamente. Il tutto confidando nella ripresa sociale e culturale di una scena che non potrà più essere più la stessa. Dovrà infatti rivedere le sue certezze reinventando nuovi paradigmi relazionali e comunicativi.
Pensando alla nostra realtà regionale, una delle iniziative messe in campo con esemplare tempismo è Totentanz / La quarantena della Markus Zohner Arts Company. Il progetto, dal 1. aprile fino al prossimo 10 maggio, mette in campo un sito, totenta.nz, dove quotidianamente vengono pubblicati scritti, foto, registrazioni audio con una newsletter che regolarmente ne segnala l’uscita. Sull’arco di quaranta giorni, quattro personaggi redigono un proprio diario in una sorta di improvvisazione e di scrittura collettiva con la regia di Markus Zohner e la drammaturgia di Patrizia Barbuiani. L’idea prende le mosse da un diario di Brigitta, prozia di Zohner, le cui pagine ne raccontano la storia insieme a quella del fratello Felix, entrambi morti prematuramente prima della fine della II Guerra Mondiale. Due giovani disorientati, accomunati da sogni immersi negli anni bui di quel periodo, come per una «Totentanz».
La danza macabra di Zohner adotta il titolo della composizione di Liszt, ammicca alla lontana alla modalità trecentesca del Decamerone ma sceglie la via della speranza, rileggendola in un contesto drammatico attorno alle domande: «Da dove vengo? Chi sono? Dove sto andando?». Tre quesiti attorno ai quali l’umanità intera si è sempre interrogata e dalle quali Totentanz fa nascere i racconti di quattro personaggi, Michele (Luca Massaroli), Sofia (Alessandra Franchini), Giorgia (Patrizia Barbuiani) e Traugott (David. M. Zurbuchen), poi impaginati per il web da Sandro Pianetti. Quello che doveva essere uno spettacolo, in attesa di tempi migliori, è nei propositi della Compagnia: «Finché siamo vivi ci sarà teatro, è solo la sua forma che deve cambiare».

Related posts

Gli inquietanti artifici del predatore

Il trasformista dell’assurdo

Una saga mediorientale dal sapore vintage