Poderoso Plinio

by Claudia

Trattati/3 - Gaio Plinio Secondo fu ufficiale di cavalleria, procuratore e grande enciclopedico

Gaio Plinio Secondo nasce nel 23 o 24 dopo Cristo a Como. Discendente da una famiglia di dignità equestre diventa ufficiale di cavalleria in Germania sotto Claudio e Nerone, che sopporta a malapena. Fa carriera con Vespasiano diventando Comandante della flotta del golfo di Napoli. Muore il 25 agosto 79 durante l’eruzione del Vesuvio mentre cerca con la sua flotta di soccorrere la popolazione di Stabia. È amministratore, politico, uomo d’armi ma, soprattutto, «dotto studioso di scienze naturali», scrive Silvio Ferri.

La sua fama è data dalla poderosa Naturalis Historia. Un testo enciclopedico che tratta di cosmogonia e geografia, antropologia e zoologia, botanica, medicina e farmacologia, mineralogia e storia dell’arte. Trentasette libri conclusi fra il 77 e il 78; un lavoro smisurato e minuzioso, «quasi inconcepibile per le forze di un singolo», sottolinea Donatella Puliga. Cerca, insomma, di unire tutto il sapere scientifico in un’unica opera. Lo scopo, come scrive lui stesso all’imperatore Tito, è di essere utile al popolo romano. Qualcosa come 20.000 fatti raccolti, 2000 volumi consultati di 100 autori. L’opera termina con un saluto alla natura: «Salve, o natura madre di tutte le cose; e al fatto che noi, soli fra i Quiriti, ti abbiamo celebrata in tutte le tue parti, tu guarda benigna».
I libri che a noi interessano sono quelli finali che vanno dal 34 al 36 e che si occupano di storia dell’arte. Diverse le sue fonti fra le quali citiamo Senocrate di Atene, uno scultore in bronzo di scuola lisippea attivo a Oropo e poi a Pergamo nel III secolo. Scrisse, secondo Plinio, testi di bronzistica e di pittura. Altra fonte è lo scultore Antigono, probabilmente Antigono di Caristo, che scrisse «volumina de sua arte», forse una seconda edizione riveduta e corretta del testo di Senocrate. Plinio trae i dati biografico da Duride (340-260 a.C.), tiranno di Samo, pugilatore e saggista d’arte. Queste le fonti greche. Fra quelle romane c’è Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) con la sua enciclopedia Disciplinarum libri.

Un paio i concetti chiave dell’opera. La suddivisione delle materie in base ai tipi di manufatti – dal più vile al più pregiato – e che tale suddivisione è superiore alla creatività dell’artifex. Ne consegue l’impossibilità dell’eccellenza creata con materiali vili. Ultimo, e meno importante, il soggetto rappresentato. Questa suddivisione della materia corre parallela con quella temporale di un racconto prettamente evolutivo che parte da un inizio arcaicizzante per approdare all’eccellenza, procedere alla morte e infine rinascere con la bronzistica.

Plinio dà conto di documenti, materiali, aneddoti e di ben 352 artisti.

Lo sviluppo storico della pittura va da Polignoto a Micone, da Apollodoro a Zeusi fino a raggiungere il massimo splendore con Apelle. Uno dei suoi dipinti più belli doveva essere il ritratto di Afrodite. Così scrive Plinio: «Avendo infatti ordinato (Alessandro) ad Apelle di dipingere nuda per la bellezza delle forme Pancaspe, una delle sue favorite, prediletta fra le altre ed essendosi accorto che lui mentre eseguiva l’ordine, se ne era innamorato, donò a lui la donna». Naturalmente siccome Afrodite rappresenta il bello assoluto Apelle non poteva avere solo una modella bensì due. In questo caso un’altra prediletta di Alessandro, Frine, che diventò anch’essa sua.
Il medesimo approccio è dedicato alla bronzistica che è stata ordinata partendo dai manufatti meno pregiati sino ai più nobili come la statuaria. Il massimo bronzista è Fidia «che aprì per primo le porte all’arte della scultura in bronzo»; seguono in ordine qualitativo  Policleto, Mirone, Pitagora e Lisippo del quale scrive: «Non c’è una parola latina per rendere il termine greco ‘simmetria’ che egli osservò con grandissima diligenza, sostituendo un sistema di proporzioni nuovo e mai usato alle statue quadrate degli antichi; egli ripeteva a tutti che, gli antichi rappresentavano gli uomini quali essi sono, lui invece, quali sembrano essere».