Ci sono diverse possibilità per muoversi sul territorio tra il Sotto e il Sopraceneri: ferrovia, strada, autostrada e anche alcuni sentieri o percorsi, sia ciclabili sia pedonali. Tra di questi una via è quella del Montecenerino, anche detta vecchio o piccolo Ceneri, che dal passo scende su un suggestivo selciato per raggiungere velocemente Quartino e il Piano di Magadino. Sul medesimo versante ma verso nord, c’è invece la Via del Ceneri, un passaggio esistente che è stato rivalorizzato con la creazione di un itinerario tematico ed escursionistico, inserito nel progetto Le Terre del Ceneri (vedi riquadro).
La tratta ricalca dei sentieri già fruibili e costituisce un segmento della Via Gottardo, riprendendo anche parte di quella che un tempo era chiamata Strada Francesca. La prima parte, di circa sette chilometri e mezzo con un dislivello altimetrico di oltre 350 metri, conduce dal passo del Ceneri a Cadenazzo ed è stata ultimata di recente, proprio a cavallo dell’emergenza sanitaria. La sua inaugurazione, inizialmente prevista a marzo, è slittata a data da definire, ma il percorso è già percorribile. La seconda tratta, invece, collega Cadenazzo a Bellinzona lungo un percorso di circa 10 chilometri quasi interamente pianeggianti e verrà con ogni probabilità ultimata ancora nel corso di questo difficile 2020.
Tra i punti d’interesse che scandiscono la prima tratta della Via del Ceneri si trovano sia peculiarità del territorio sia nuovi spazi o arredi fruibili al visitatore. Un esempio è Piazza Ticino, luogo di partenza o d’arrivo del tragitto, nata a lato della strada cantonale sul passo del Ceneri. Qui, su una piazza ellittica, è stato innalzato a inizio marzo un totem di dieci metri, una scultura formata con le rocce estratte dagli scavi eseguiti per la galleria di Alp Transit e che vuole riprodurre la conformazione geologica del Sopra e Sottoceneri. Oltre a segnare il punto d’avvio o d’arrivo, lo spiazzo, corredato da alberi e altri elementi, vuole anche rappresentare simbolicamente un luogo d’incontro, come lo auspicava nell’Ottocento Stefano Franscini.
Lasciata alle spalle Piazza Ticino, la Via del Ceneri sfrutta il sottopassaggio della strada cantonale per spostarsi dall’altra parte e, poco dopo, è segnalata la presenza del Museo della radio all’interno della vecchia stazione di Radio Monteceneri. Seguendo la nuova segnaletica ci si dirige quindi verso un roccolo che si conquista dopo un’erta salita immersi nel bosco e nel silenzio. Quiete che viene solo disturbata in avvicinamento alle varie vie di comunicazione che il percorso incontra. Raggiunto il punto più alto del percorso a circa 620 metri d’altitudine, la Via del Ceneri imbocca quindi la Via dei briganti, a cui è dedicato uno dei cartelli didattici che, assieme agli altri collocati nei luoghi d’interesse selezionati, vogliono essere vivaci, basandosi sull’idea del «portarsi a casa un’esperienza». Sono pertanto costituiti da immagini, illustrazioni, brevi testi e a volte arricchiti con proposte d’attività da svolgere, mentre la versione in tedesco, francese o inglese si può visualizzare tramite un codice QR.
Dopo il roccolo la strada scende dolcemente in direzione delle selve castanili per poi raggiungere Robasacco che, dopo essere divenuto indipendente nell’Ottocento a seguito di un lungo contenzioso, s’accorpò a Cadenazzo nel 2005. Poco sotto il villaggio, nei pressi della sosta autostradale, è stato recuperato un vasto spazio ricreativo, grazie alla disponibilità dell’USTRA, Ufficio federale delle strade. Una volta raggiungibile dall’autostrada, la zona è oggi accessibile ai pedoni dal tracciato ed è stata trasformata in un luogo di riposo, svago e didattica. Sono anche state ideate attività dedicate all’equilibrio o ai sensi (vista, udito, olfatto e tatto), rendendola un’area adatta per una breve pausa e denominata anche Sosta dei viandanti contemporanei. S’arriva quindi velocemente a un altro importante tassello della Via del Ceneri, la Galleria del racconto, uno spazio creato nel sottopassaggio autostradale esistente, divenuto un posto dove scoprire l’evoluzione dei mezzi di trasporto e delle vie di comunicazione negli ultimi tre secoli. Nel tunnel, lungo un centinaio di metri, si vogliono spiegare come sono mutati i modi di viaggiare: da un lato sei ampi pannelli ripercorrono i principali eventi storici, mutamenti tecnologici e sociali, avvenuti nel mondo, in Europa, in Svizzera e in Ticino dal 1750; dall’altro lato, in 24 pannelli, si ripercorre l’evoluzione dei trasporti negli ultimi 300 anni, con una particolare attenzione alla realtà locale e nazionale e all’appuntamento con l’apertura del traforo di base del Ceneri. Le luci nella Galleria del racconto s’attivano al passaggio dei visitatori, facendo anche dimenticare per un po’ il fatto di trovarsi proprio al di sotto dell’autostrada A2. All’esterno della galleria pedonale è stata infine creata un’aula didattica con un grande pannello, dove la sfida è quella d’inserire correttamente, lungo la linea del tempo, personaggi storici e mezzi di trasporto.
Il sentiero sbuca di seguito nei pressi della linea ferroviaria, che viene varcata grazie a un altro breve tunnel per poi piombare rapidamente, verso il mulino e la pesta di Precassino in territorio di Cadenazzo, dopo aver affrontato anche alcuni scalini. Si tratta di un antico macchinario utilizzato in passato per macinare orzo e altri cereali e di cui oggi rimangono le pietre originali, mentre l’edificio, la ruota e diversi muri a secco sono stati ricostruiti grazie all’intervento dall’Associazione antico mulino del Precassino che ha effettuato una serie d’interventi (sostenuti anche dalla Commissione culturale di Migros Ticino).
All’uscita dal bosco, da dove è pure previsto il prolungamento verso Bellinzona, è segnalato uno dei «cassinelli», ossia quelle costruzioni tipiche per la conservazione del latte, che s’incontrano spesso anche in altri itinerari in riferimento alla civiltà contadina. Questi edifici in pietra erano diffusi e numerosi nella regione, garantendo la bassa temperatura necessaria alla conservazione del latte grazie all’acqua di un ruscello che scorreva al centro del locale. L’itinerario si conclude (o inizia, per chi lo volesse percorrere nel senso inverso) presso la stazione ferroviaria di Cadenazzo, che da sempre si trova all’incrocio d’importanti vie di comunicazione.