Alle porte del cielo

by Claudia

Viaggiatori d’Occidente - Il turismo spaziale sembra essere giunto a un punto di svolta

Negli ultimi quindici anni il turismo spaziale mi ha regalato parecchi momenti di buonumore. Ogni anno immancabilmente sfavillanti conferenze stampa annunciavano l’imminente partenza dei primi viaggiatori delle stelle; ogni volta qualche imprevisto costringeva a rimandare il progetto a tempi migliori. Si capisce, mandare l’uomo della strada nello spazio è incredibilmente difficile e costoso: i propulsori devono essere affidabili, servono complessi sistemi di supporto della vita e bisogna essere pronti a fronteggiare le più imprevedibili emergenze (una guarnizione difettosa causò la distruzione dello Space Shuttle Challenger). Ad oggi solo tre paesi – Russia, Stati Uniti e Cina – hanno raggiunto questo livello di efficienza. 
Questa volta però potrebbe essere quella buona e mio malgrado ho messo a tacere il mio scetticismo. Alle 20.50 del 2 agosto scorso la navicella Crew Dragon Endeavour, con a bordo i due astronauti Robert Bob Behnken e Douglas Doug Hurley – partita il 30 maggio per la Stazione spaziale internazionale – è tornata sulla Terra senza imprevisti, ammarando trionfalmente (splashdown) vicino a Pensacola, nel Golfo del Messico. Dal tempo delle missioni Apollo, quasi mezzo secolo fa, non si vedeva niente di simile.
Le prime reazioni americane sono state di gioia e sollievo. Del resto è ancora fresco il ricordo di terribili disastri. La mattina del 28 gennaio 1986 milioni di spettatori assistettero con sgomento in diretta televisiva all’esplosione dello Space Shuttle Challenger nel cielo del Texas, 73 secondi dopo il decollo; sette morti, l’intero equipaggio. Dopo una cauta ripartenza, nel 2003 lo Space Shuttle Columbia si disintegrò nell’atmosfera durante il volo di rientro e altri sette astronauti morirono nell’incidente. Il presidente Bush decise allora di abbandonare il progetto Space Shuttle e, ironia della sorte, negli anni seguenti per trasportare gli astronauti americani nella Stazione spaziale internazionale ci si è dovuti affidare alle gloriose Sojuz, eredità della dissolta Unione sovietica, l’eterno nemico.
Nel frattempo un imprenditore visionario, Elon Musk, il fondatore della fabbrica di automobili Tesla, ha creato la società Space Exploration Technologies Corporation. Space X ha puntato con successo sui razzi Falcon, che possono essere utilizzati più volte per portare in orbita le capsule Dragon, riducendo radicalmente i costi rispetto alla Sojuz (da ottantasei a cinquantacinque milioni di dollari per passeggero).
Il fantastico volo di Crew Dragon Endeavour è stato il primo lancio spaziale della NASA, con astronauti americani, effettuato da un’azienda privata. Elon Musk intravvede nello spazio la nuova frontiera per l’espansione (e forse la conservazione) della coscienza umana. La NASA per parte sua intende riportare l’uomo sulla Luna entro il 2024, con il Progetto Artemide. Ma naturalmente si aprono anche nuove prospettive per il turismo spaziale.
Sino a questo momento le prime esperienze sono state organizzate da Space Adventures in collaborazione con l’agenzia russa Roscosmos, utilizzando la capsula Sojuz. Dal 2001 al 2009 sette turisti sono saliti sulla Stazione spaziale internazionale, nella parte russa. Il primo turista spaziale privato pagante com’è noto è stato l’imprenditore statunitense Dennis Tito (venti milioni di dollari nel 2001 per trascorrere sette giorni sulla base orbitante); l’ultimo, il fondatore del Cirque du Soleil, Guy Laliberte, nel 2009. 
La prima turista spaziale è stata l’imprenditrice di origine iraniana Anousheh Ansari (2006), mentre Charles Simonyi, creatore dei principali software Microsoft, c’è stato due volte, l’ultima nel 2009. A partire da quell’anno però l’aumento degli equipaggi sulla Stazione spaziale internazionale (da tre a sei astronauti) e il ritiro degli Shuttle ha tolto spazio ai turisti. 
Ora si riparte, con l’idea di allargare la platea dei potenziali clienti. Il turismo spaziale è per molti, se non per tutti; occorre infatti una buona salute, più o meno quanto richiesto per le immersioni in apnea o una maratona (niente ansia o claustrofobia ovviamente). 
Tutti i rivali di Space X stanno accelerando i loro progetti per non restare indietro. Boeing, Blue Origin (Jeff Bezos, Amazon) e Virgin Galactic (Richard Branson) si limiteranno per ora a brevi voli suborbitali del costo di circa duecentomila dollari. Dopo aver raggiunto lo spazio esterno, si rientra nell’atmosfera senza percorrere un’orbita completa. 
Per esempio, l’aereo da trasporto WhiteKnightTwo di Virgin Galactic porterà lo spazioplano SpaceShipTwo (sei passeggeri e due piloti) sino a diciassettemila metri; a quel punto SpaceShipTwo si staccherà dal vettore e si spingerà fino a cento chilometri di quota. Poi SpaceShipTwo tornerà a Terra planando dolcemente come un aliante. Nella fase finale della parabola ascendente e nei primi momenti del ritorno i passeggeri potranno vedere il cielo nero punteggiato di stelle e l’orizzonte curvo della Terra, sperimentando qualche minuto in assenza di gravità come veri astronauti. Riprese professionali documenteranno l’impresa e in alcuni momenti i turisti potranno lasciare i loro posti per guardare dagli oblò. Inevitabile la ricerca dello stupore facile, ma anche una nuova opportunità di apprezzare da un punto di vista inedito la bellezza (e la fragilità) del nostro pianeta.
Il passo successivo nel 2021 potrebbe essere la riapertura ai visitatori dell’Hotel Iss, com’è chiamata scherzosamente la Stazione Spaziale Internazionale, orbitante a quattrocento chilometri di altezza. ISS si muove alla velocità di 27’600 chilometri all’ora e il sole per lei sorge e tramonta sedici volte al giorno. Nel 2023 alcuni ospiti potranno passeggiare per la prima volta nello spazio in compagnia di un cosmonauta russo.
Infine, in un futuro meno prevedibile nei tempi si aprirà il cancello per lo spazio profondo (Deep Space Gateway), una piattaforma orbitale lunare utilizzata come stazione di transito sia per la prevista base lunare permanente, sia per le prossime missioni con destinazione Marte, il vero obiettivo di Elon Musk. Tra le attrazioni marziane, il vulcano e il canyon più grande del sistema solare…