Volo senza destinazione?

by Claudia

Viaggiatori d’Occidente - I veri esploratori del mondo costretti all’immobilità stanno progettando itinerari sempre più avventurosi e ambiziosi

https://www.virtuoso.com/wanderlist/#/sign-inDopo la lunga pausa imposta dall’epidemia, tra i viaggiatori abituali si segnalano crisi di astinenza. Per venire in loro soccorso la compagnia Starlux Airlines ha messo in vendita biglietti per un volo senza destinazione (Flight to nowhere): si parte dal Taoyuan International Airport di Taiwan, si sorvolano le Filippine e poi si torna a casa tre ore dopo. I duecento posti disponibili sono stati rapidamente venduti. 
Gli organizzatori, stupiti della risposta positiva, hanno sottolineato che «il desiderio di esplorare il mondo rimane forte nonostante le restrizioni ai viaggi internazionali. I viaggiatori sentono la mancanza anche della più banale routine: mostrare il passaporto o raccogliere il proprio bagaglio dal nastro trasportatore all’arrivo». 
Esperienze simili sono offerte anche da Eva Air e China Airlines. Alcune compagnie di navigazione – Hapag-Lloyd e TUI – offrono invece crociere senza scalo, anche di una settimana, interamente spesa a bordo, tornando poi al porto d’imbarco. Il numero di posti è ridotto per riconquistare la fiducia dei viaggiatori, dopo i casi di navi bloccate in quarantena la scorsa primavera.
Ancora più interessante la storia di Imperfect Foods, creata per ridurre gli sprechi alimentari attraverso la raccolta e la vendita del cibo inutilizzato. La società ha ricevuto dalle compagnie aeree migliaia di vassoi sigillati con cracker, formaggio e frutta secca. In poco tempo ne ha venduto online sedicimila confezioni, evidentemente a nostalgici del volo. Altrettanto buone le vendite a domicilio di confezioni di popcorn in origine destinate ai cinema, per chi dal divano rimpiange il grande schermo.
Ma per chi ha davvero viaggiato questi trucchetti non funzionano. Anzi proprio questo nostro tempo vuoto alimenta nei viaggiatori progetti sempre più ambiziosi, per il 2021 (gli ottimisti), per il 2022 (i pessimisti), per quando sarà (i fatalisti). E questa volta sarà il viaggio dei viaggi, il viaggio della vita: più lungo, più lento, più lontano.
Gli organizzatori di viaggi hanno già notato un forte aumento nelle prenotazioni a lungo termine rispetto allo scorso anno. E fantasticare di viaggi futuri può essere anche un divertente gioco di società per amici e parenti. Per esempio, il sito Virtuoso Wanderlist (www.virtuoso.com/wanderlist) chiede a ciascun membro della potenziale comitiva dove vorrebbe andare, come, con quale budget, per fare cosa. Quindi combina le diverse indicazioni in uno o più programmi di viaggio.
Ci sono due buone ragioni per fantasticare senza limiti di viaggi futuri. Per cominciare fa bene: «Immaginare qualcosa di positivo per il futuro, in particolare i viaggi, tiene occupata la mente, riduce lo stress e migliora il presente» sostiene Shevaun Neupert, professoressa di psicologia alla North Carolina State University (ma non serve un titolo accademico per capirlo). E tanto meglio quanto più i progetti, pur remoti, sono dettagliati e concreti (voli, coincidenze, alberghi, risorse ecc.). Inoltre, mai come ora le politiche di cancellazione sono generose e il rischio di perdere il proprio denaro è prossimo a zero.
Muovendo da queste premesse, abbiamo chiesto ad alcuni tra i nostri collaboratori abituali quale grande viaggio hanno sognato nelle pieghe dell’epidemia.
Solo il pittore Stefano Faravelli rifiuta la premessa: «Non ho mai progettato un viaggio se non a partire dal momento in cui, in un modo o in un altro, mi è stata offerta la possibilità di partire. Ritengo lo stato di attesa ricettiva (o se preferite di passiva disponibilità) la condizione affinché il viaggio si manifesti».
Paolo Brovelli invece vuole spingersi nella Siberia profonda: arrivare con la Transiberiana a Krasnojarsk e lì trasformare il viaggio orizzontale in verticale, scendendo in battello il fiume Enisej verso nord, fino a Noril’sk, dove sfocia nel mare di Kara. «Voglio mostrare che anche là dove crediamo non ci sia nulla, c’è sempre qualcosa: città, genti, altre vite».
Anche Marco Moretti guarda verso la Russia: «Il mio grande sogno nel cassetto è la Kamchatka, ai confini del mondo. Ci penso da quando da bambino giocavo a Risiko. È una penisola grande come la Francia proiettata nel Mare di Bering, un selvaggio mosaico di ghiacciai, vulcani, fiumi e laghi dove i più giganteschi orsi bruni del Pianeta pescano salmoni rossi lungo il corso dei fiumi. È un viaggio difficile e costoso, spesso l’elicottero è il solo mezzo di trasporto disponibile, ma ce la farò: i sogni vanno realizzati».
Natalino Russo vuole «tornare sugli immensi fiumi amazzonici, sulle orme dei grandi esploratori del Cinquecento. È su queste distese d’acqua che si sono concentrate le mie letture e le mie fantasticherie degli ultimi mesi».
Sarà l’effetto della reclusione domestica, ma anche Paolo Ciampi guarda verso ampi spazi, questa volta del Canada, «lungo tutta la costa orientale, Nuova Scozia, Terranova e Labrador… Invece sono finito in un agriturismo dei Monti Sibillini. Ma il prossimo anno ci riprovo!».
Paolo Merlini si affiderà come sempre alle predilette corriere di linea, ma con un respiro europeo: «Col passar del tempo ho visto affiorare la voglia di un viaggio troppo a lungo rimandato e adesso so che, a Dio piacendo, nella primavera del 2022 partirò alla volta di Odessa. È già tutto pronto. So che alle 11.00 di un giovedì qualunque, sul piazzale dello stadio comunale nel mio paese, a metà della costa adriatica, aspetterò l’arrivo del bus. Quasi in punta di piedi salirò a bordo di questa corriera stravagante e cercherò il mio posto tra badanti dalla faccia triste e lavoratori stanchi ma felici di tornare a casa per le ferie. Sulle prime, un po’ infastiditi dell’intrusione nel loro habitat, nessuno si curerà di me ma poi, varcata la prima frontiera dopo Udine, i miei compagni di viaggio romperanno gli indugi e, offrendomi un biscotto, vorranno sapere il perché di questo mio viaggio… Il mio bus, secondo l’orario, arriverà a Odessa nel cuore della notte, quasi due giorni dopo la partenza».
Infine, Guido Bosticco, invece di fare progetti, è semplicemente partito con la sua Royal Enfield, copia fedele delle storiche moto anglo-indiane. Quando l’impennata dei contagi gli ha sbarrato la via verso la Bulgaria, ha semplicemente cambiato programma puntando a nord verso la Polonia e Danzica, sino a toccare le sponde del Mar Baltico. Ci racconterà.