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Viaggiatori d’Occidente - Dalla stanza della guerra di Churchill alla fermata fantasma di City Hall
Scendere sotto le strade per visitare le viscere delle città non è un viaggio per chi soffre di claustrofobia, si capisce. In passato era un’esperienza avvolta di mistero, per pochi iniziati bene informati, ma da qualche tempo è sempre più comune; associazioni di appassionati esplorano nuovi spazi e li aprono al pubblico con visite guidate in sicurezza. Londra per esempio, dove recenti scoperte hanno riacceso l’interesse.
Nell’Ottocento, Londra, al centro di un vastissimo impero che giungeva sino in India, era per così dire la capitale del mondo (New York sarà la sua erede dopo la Prima guerra mondiale). La città era già molto estesa e, non potendo abbattere edifici per rispondere a nuovi bisogni, si aprirono spazi sottoterra, a cominciare naturalmente dalla famosa metropolitana.
Durante la Seconda guerra mondiale, quando i tedeschi bombardavano la città, Winston Churchill e il suo governo dirigevano la guerra sotto Westminster, dalle Cabinet War Rooms (una sala riunioni, la camera delle mappe, la stanza da letto del capo del governo, altri uffici e servizi). Tutto è rimasto come quando le luci furono spente nel 1945 e dal 1984 le stanze sono aperte ai visitatori, come parte dell’Imperial War Museum. Ma anche in questo caso, apparentemente ben conosciuto, non sono mancate le sorprese; proprio dalle Cabinet War Rooms parte un percorso sotterraneo di oltre sei chilometri e si torna alla luce su un’isola spartitraffico, nel mezzo di un’autostrada pubblica.
Altri spazi furono costruiti durante la Guerra fredda. Un recente articolo della «BBC» ha rivelato l’esistenza del tunnel segreto del direttore delle Poste, costruito per proteggere i macchinari e le comunicazioni dalla minaccia delle bombe atomiche. Vi si accede dal seminterrato del monumentale War Office; il palazzo è stato acquistato nel 2014 dalla catena Hotel Raffles per trecentocinquanta milioni di sterline ed è destinato a diventare «The OWO», uno dei più raffinati hotel al mondo (54mila metri quadri, 125 stanze, 85 appartamenti; l’apertura è prevista nel 2022).
Questi spazi sotterranei nascosti, spesso dimenticati, sono vere macchine del tempo, tra arredi arrugginiti degli anni Settanta, impianti in disuso e infiltrazioni d’acqua. Molti sono mal conosciuti, sia perché classificati in origine come segreti di Stato, sia anche solo perché gestiti da ministeri diversi (Difesa, Poste, Telecomunicazioni eccetera). Di alcuni si sospettava l’esistenza: quando la stazione della metropolitana di Westminster fu costruita, il governo respinse senza spiegazioni molte proposte di percorso, evidentemente perché avrebbero intercettato la rete di tunnel segreti.
«Quando metti il piede su una pavimentazione in pietra a Londra, stai letteralmente camminando sopra centinaia di miglia di tunnel, passaggi, condotti, fogne, camere e luoghi segreti. La maggior parte delle persone non ha assolutamente idea che siano lì!» spiega lo scrittore Mark Ovenden. Lui sa bene di cosa parla. A sette anni ha percorso da solo dieci miglia nella metropolitana di Londra, armato unicamente di una mappa, e da allora non ha mai smesso di interessarsi al tema. Quest’anno ha pubblicato Città sotterranee (Underground Cities. Mapping the tunnels, transits and networks underneath our feet, Frances Lincoln editore).
Per quanto Londra sia speciale, anche altre città hanno costruito il loro doppione sotto la superficie, a cominciare da New York. Anche qui ci sono molte storie da raccontare. Il Proibizionismo ha lasciato innumerevoli stanze sotterranee utilizzate per distillare e immagazzinare alcolici. Infine, è ormai un segreto a tutti noto (il New York City Transit Museum organizza delle visite guidate una volta al mese) l’esistenza della famosa stazione fantasma della metropolitana a City Hall, costruita in un elegante stile liberty e inaugurata nel 1904. Dal 1945 è inutilizzata, per quanto ben conservata, ma si può vederla restando a bordo dopo l’ultima fermata (Brooklyn Bridge) della linea 6 verso sud. Il treno inverte il senso di marcia proprio percorrendo un anello lungo la stazione abbandonata.
Altrettanto note sono le catacombe di Parigi (si entra da Place Denfert Rochereau): alla fine del Settecento nelle cave di pietra degli antichi romani – a circa trenta metri sotto la superficie, ancora più in basso dei binari della metropolitana – furono stipati milioni di corpi in precedenza inumati nei cimiteri cittadini. Durante la Seconda guerra mondiale i partigiani si nascondevano negli oltre trecento chilometri delle gallerie, ma anche i soldati tedeschi crearono un bunker sotterraneo sotto il Lycée Montaigne.
Allo stesso modo Napoli scavò dal sottosuolo la pietra per costruire i suoi edifici, così che la città di superficie si rispecchia negli spazi vuoti sotterranei, novecentomila metri quadri di cavità artificiali dove si trova di tutto, dai resti di acquedotti antichi ai rifugi antiaerei della Seconda guerra mondiale. Una curiosità? Si possono vedere automobili storiche abbandonate, risalenti a quando le autorità usavano questi spazi come deposito di veicoli sequestrati.
Si potrebbe continuare a lungo: immaginate soltanto cosa potreste vedere a Roma. Ma è già chiaro il senso del discorso. Il viaggiatore contemporaneo padroneggia con raffinatezza diversi punti di vista. Grazie al drone scruta e fotografa la città dall’alto (una ticinese, Alessandra Meniconzi, ha da poco vinto un prestigioso premio internazionale in questo campo, il Drone Photo Awards 2020), poco dopo si aggira nei cunicoli sotto le case, passando di meraviglia in meraviglia.