Il bio sulla pelle

by Claudia

L’azienda vodese Satori ha sviluppato una tecnica per incidere sulla buccia della frutta il logo Migros Bio. In questo modo sarà possibile risparmiare un’etichettatura in plastica

La zona industriale di Aclens, tra Losanna e Yverdon-les-Bains non gode di particolare popolarità. Eppure è proprio qui che, in una serie di capannoni più o meno anonimi, è in corso un’attività che è una prima nazionale. «Siamo effettivamente la prima società svizzera a effettuare il Natural Branding, cioè l’incisione al laser della pelle dei frutti e delle verdure» ci spiega, non senza una punta di fierezza, Valon Morina, 35 anni, responsabile maturazione e stoccaggio di Satori, uno dei fornitori di Migros di frutta e verdura esotiche.

Questo tipo di tatuaggio non ha evidentemente nessuna funzione estetica o di marketing, ma ha un obiettivo ecologico ben preciso: incidendo il logo Migros Bio sulla superficie di un prodotto, è possibile evitare di utilizzare un imballaggio in plastica. Lo scopo è indicare una differenza precisa tra i prodotti che sono frutto di agricoltura biologica e altri che non lo sono, così come prescrive la legge.

La commercializzazione di frutti muniti di nuova etichettatura è stata proposta durante un periodo di prova, tra giugno e novembre, prima nei supermercati delle cooperative Migros Vaud e Zurigo, poi in quelle di Ginevra, Neuchâtel-Friborgo e Lucerna. La prova ha avuto successo, tanto che da questa settimana le maggiori filiali Migros svizzere propongono manghi bio con il loro bel tatuaggio.

«I nostri collaboratori sono stati appositamente formati per utilizzare questa macchina» spiega Valon Morina. Un apparecchio che è attrezzato con procedure di sicurezza ed è chiuso da tutti i lati, per evitare possibili incidenti».

Concretamente, i manghi bio che arrivano dalla Spagna, dal Brasile o dal Perù (trasportati esclusivamente su camion o su nave) sono in un primo momento collocati in uno stabilimento di maturazione, cioè un deposito in cui regna una temperatura costante di 19° C. «Qui effettuiamo un controllo quotidiano per scegliere i frutti che potranno essere marcati secondo le regole definite da Migros» continua Morina.

Una volta effettuata la selezione, tutto procede poi molto velocemente. I manghi sono disposti in un’ingabbiatura a gruppi di otto, e messi poi su un nastro trasportatore all’entrata della macchina. Un apparecchio fotografico misura allora la dimensione del contenuto e calcola l’altezza esatta dei frutti, per poter regolare il laser. Poco dopo, due raggi bruciano in una frazione di secondo la buccia, per incidere il logo «Migros Bio». Una volta usciti dalla macchina, Vjolca Hoxha, 42 anni, responsabile dell’équipe, o una delle sue collaboratrici controlla ognuno dei frutti, per assicurarsi che siano correttamente tatuati.

«Può succedere che la marcatura non sia ancora completamente chiara, in quel momento. Ma per esperienza sappiamo che acquisterà di intensità dopo due o tre ore dal trattamento» precisa Vjolca Hoxha. Quattro giorni dopo è effettuato un ultimo controllo per verificare che la polpa non sia stata toccata. «Non succede mai» ci assicura la responsabile. «Il laser è estremamente preciso e non incide che superficialmente i frutti e le verdure. Possono quindi essere consumati senza preoccupazione».

Insieme ai manghi, Satori incide attualmente anche gli avocadi bio e ciò nel quadro di un test che si terrà fino a primavera. Se anch’esso si rivelerà positivo, Migros potrà risparmiare, tra manghi e avocadi, più di 5.5 milioni di etichette di plastica ogni anno.

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