Dipinte brughiere

L’estate è finita da un po’ anche per quest’anno e gli allegri colori di Rudbeckie, Lagerstroemie e fioriture agostiane ci hanno salutato per fare spazio nei nostri giardini alle tinte tipiche dell’autunno, con i suoi colori caldi come gli arancioni delle capsule di alchechengio, i viola delle corolle degli astri e i gialli delle viole.
Immancabili a inizio settembre sono state le prime fioriture dei brughi, piccoli arbusti rusticissimi, dal portamento molto compatto, sempreverdi e con innumerevoli fiorellini bianchi, rosa e rosso cupo che sono stati pronti a crea-re zone di interesse in vasche, ciotole o aiuole.
Il genere Calluna, appartenente alla famiglia delle Ericaceae conta una sola specie, ed è quella di C. vulgaris, un arbusto che raggiunge a piena maturazione i 50-60 centimetri di altezza, e altrettanti centimetri in larghezza, con la sola esigenza di esser piantato in terreni acidi (pH 4,5-5) possibilmente in zone di ombra o mezz’ombra, anche se è in grado di resistere anche al sole.
I suoi rami sottili, ma dalla consistenza legnosa, hanno un portamento prostrato, che crea cespugli con rami aghiformi molto compatti.
Utilizzato accanto ad altre acidofile come camelie, azalee, Skimmie o Pieris, questo arbusto viene valorizzato bene; lo stesso vale se lo si accosta a siepi di sempreverdi o singoli esemplari a fioritura invernale, come Hamamelis o calicanto.
Coltivato e acquistato nei vivai in vaso, il brugo può essere messo in terra tutto l’anno, sistemando preferibilmente sul fondo della buca un po’ di materiale drenante, essendo loro piante che mal sopportano i ristagni; bene sarà anche l’operazione di aggiungere tutto intorno manciate di torba.
Le bagnature dovranno essere frequenti ma non troppo abbondanti, mentre è opportuno concimare con un prodotto per acidofile a lenta cessione, così da garantirvi fioriture prolungate e colori intensi.
Molte le varietà in commercio, come la Calluna vulgaris «Aphrodite» con corolle rosso carico; «Melanie» dai tanti fiorellini bianchi; o la più classica «Sesam» che fiorisce in lilla chiaro, tutte derivanti dal comune antenato, la Calluna vulgaris, molto presente in passato nei boschi e utilizzata per creare scope.
In tutta la regione insubrica, infatti, la Calluna, chiamata per l’appunto brugo, scopetta, scopa meschina, ha rivestito un ruolo importante anche come foraggio per gli animali o come fonte combustibile; inoltre dal legno delle sue radici si ricavava importante materiale per la fabbricazione delle pipe. 
Se la Calluna ci accompagnerà da settembre fino all’arrivo del freddo, andando poi a sfiorire da dicembre in poi, un altro arbusto molto simile potrà continuare il gioco delle fioriture al suo posto. Sto parlando dell’Erica carnea, in fiore da febbraio fino alle ultime settimane di maggio.
Appartenenti alla stessa famiglia, hanno esigenze simili e se coltivate insieme, si potrà ottenere un’abbondante fioritura che impreziosirà i vostri giardini.

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