Si torna a sognare

Due anni fa, quando il mondo girava ancora sui suoi cardini, di questi tempi avevamo già in tasca i biglietti per la prossima estate. Le vetrine delle agenzie scintillavano di mari azzurri e contribuivano a sollevare gli animi dal grigiore invernale.
Ora tutto è cambiato e l’incertezza prevale. Certo grazie ai vaccini intravediamo la luce ma il percorso resta mal segnato. Come sarà la prossima estate? Sembra logico ipotizzare un lento ritorno alla normalità nel corso del 2021, per poi spiccare il volo nel 2022. E dunque i mesi estivi sarebbero ancora sotto il segno del turismo di prossimità, senza allontanarsi troppo dai confini nazionali. In questa prospettiva bisognerebbe affrettarsi a prenotare perché le offerte più interessanti a corto raggio non sono infinite.
Altri però giungono a conclusioni esattamente opposte. Non mi riferisco alle consuete classifiche delle destinazioni più desiderate (per esempio Bali sarebbe al primo posto davanti a Londra, secondo Tripadvisor Travellers’ Choice Awards). Piuttosto la lunga, forzata immobilità ha alimentato desideri profondi di lontananza e diversità, pronti ad avverarsi al venir meno delle restrizioni.
Per esempio, i lettori del quotidiano britannico «The Guardian» hanno liberato i cavalli dell’immaginazione. Minnie guarda verso il Kirghizistan: sogna l’animazione della capitale Biškek combinata con i silenzi delle iurte dei nomadi. John vuole portare il figlio di nove anni, appassionato di calcio, nelle isole Fær Øer a tifare per la nazionale locale nella sfida contro la Scozia per le qualificazioni alla Coppa del Mondo: una riedizione calcistica di Davide contro Golia. Martin invece sogna Leopoli e l’Ucraina in agosto, in occasione della Festa del Salvatore delle mele, una celebrazione del raccolto di tradizione ortodossa. Infine, Venkata progetta un viaggio ancora per pochi, ma sempre più popolare attraverso il passaparola: settecento chilometri in un giorno e mezzo sul lunghissimo (anche due o tre chilometri) e pesante treno del ferro dal nord della Mauritania attraverso il Sahara sino alla costa atlantica del Paese.
Una nuova, dolorosa consapevolezza di come il tempo sia prezioso rende i progetti di viaggio più nitidi e consapevoli. Invece di spa o crociere di lusso, molti viaggiatori si propongono sfide impegnative, esplorano le loro radici e lavorano al proprio miglioramento.
Un altro quotidiano del Regno Unito, «The Telegraph», ha interrogato i suoi esperti di viaggio sparsi per il mondo sui loro progetti futuri. Anche qui le risposte sono decisamente originali. Annie Bennet vuole indugiare piacevolmente in qualche alberghetto nascosto della Spagna rurale e poi percorrere almeno alcune tappe del Cammino di Santiago. Nel 2021 la festa di San Giacomo (25 luglio) cade di domenica e sarà quindi un Anno santo giacobeo: remissione dei peccati garantita a chi entra nella Cattedrale di Santiago di Compostela dalla Porta dell’Anno santo, aperta per l’occasione. Certo occorre anche essere nella giusta disposizione d’animo di sincera contrizione (e questo non è facile), ma ci si può sempre accontentare di una laica liberazione dalle cattive abitudini.
Perché non il Giappone? si chiede Danielle Demetriou. L’anno delle Olimpiadi (spostate dal 2020 al 2021) è perfetto per… girare al largo dalle grandi città piene di turisti ed esplorare il Giappone rurale. Per contrastare lo spopolamento provocato dall’invecchiamento della popolazione, antichi edifici in legno vecchi di secoli sono stati perfettamente restaurati e aperti ai turisti, come le fattorie nella regione di Setouchi.
Tara Stevens progetta a maggio the ultimate road trip in Marocco, da Fes a Marrakech, con una deviazione per vedere il Festival delle Rose a Kelaat Mgouna, tra profumi stordenti e una pioggia di petali. Anthony Peregrine concluderà un lungo viaggio francese visitando il Memoriale di Ver-sur-Mer, dove sono sepolti oltre ventimila soldati britannici caduti dopo lo sbarco di Normandia; tanto per ricordarci che il 2020 non è stato l’unico anno difficile nella storia.
Thomas O’Malley vuole prendere la patente cinese e poi guidare fino a Xanadu, quattro ore di macchina a nord di Pechino, passando per la Grande muraglia e le praterie al confine con il Deserto del Gobi. Settecento anni fa Xanadu era la residenza estiva di Kublai Khan, imperatore cinese di stirpe mongola reso immortale dai versi di Coleridge («A Xanadu Kublai Khan fece costruire un imponente palazzo di piaceri…»). E pazienza se di quel meraviglioso edificio restano solo poche rovine.
Infine, Sarah Hedley Hymers non vuole perdersi le celebrazioni per i cinquant’anni degli Emirati Arabi Uniti, il 2 dicembre 2021, quando le strade di Dubai saranno punteggiate di bandiere e i fuochi d’artificio illumineranno la notte. E negli ultimi mesi dell’anno milioni di visitatori (Covid permettendo) si uniranno agli expat per visitare Expo Dubai 2021 (anch’esso rinviato dallo scorso anno).
Certo, per adesso sono ancora in larga parte sogni; ma per cominciare sognare fa bene e poi, dopo tante frustrazioni, finalmente sentiamo sul viso un lontano vento di speranza.

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