Casse pubbliche - La fiscalità è già pesante sui redditi alti e lascia poco spazio di manovra. Si potranno aiutare imprese e persone fisiche con riduzioni di imposte? Il dilemma delle finanze pubbliche dei prossimi anni
Si calcola che l’attuale pandemia avrà conseguenze diversificate sui redditi della popolazione. In parecchi paesi, come anche in Svizzera, gli interventi dello Stato tendono per lo meno a frenare l’aumento delle diseguaglianze. Si sente talvolta anche dire che la pandemia provocherà «perdenti» e «vincitori», anche a livello di pressione fiscale.
Qui, effettivamente, la progressività delle aliquote dell’imposta ha già qualche effetto. In media il gettito di questa imposta sui redditi, prelevato tanto da Confederazione, quanto da cantoni e comuni, varia tra i 55 e i 57 miliardi di franchi all’anno. Quale sarà l’effetto della pandemia su questo gettito? Forse è presto per avere dati certi, ma si può già pensare che non vi saranno grandi ammanchi, poiché i redditi più elevati non hanno sofferto.
È la conclusione a cui giunge il professor Pascal Hinny, docente a Friburgo e titolare di uno studio specializzato in diritto fiscale a Zurigo. Basandosi sui dati più recenti (febbraio 2021) della pressione fiscale sui redditi delle persone fisiche, nei capoluoghi dei vari cantoni, Hinny conclude che l’aliquota globale media è del 33,8% (senza l’imposta parrocchiale) ed è praticamente uguale a quella dell’anno precedente e anche degli ultimi cinque anni.
La statistica permette però di constatare differenze talvolta notevoli tra cantoni e cantoni, e anche tra comuni, nonché fra i livelli di reddito imponibile. Le imposte più alte sono dovute, per l’imposta federale diretta, dai contribuenti sposati, con redditi sopra i 145’000 franchi. Nei cantoni, questa situazione si verifica però oltre i 200’000 o anche oltre i 300’000 franchi di reddito. Questo perché i cantoni praticano tassazioni molto differenziate, il che si ripercuote anche sulle tassazioni dei comuni che, a loro volta, applicano un moltiplicatore dell’imposta cantonale che varia da comune a comune.
Si può così constatare che il comune più esigente è situato nel canton Ginevra, dove la tassazione globale raggiunge il 46% del reddito. Si tratta di più del doppio del comune più favorevole, situato nel canton Svitto, con il 22% soltanto. Il canton Zugo è sempre il più favorevole con il 22,4% a Zugo stessa, mentre in Ticino, nel capoluogo, si paga il 40,1%, ma il comune più caro risulta essere Astano (in difficoltà anche politiche) con il 42,7% e quello più favorevole è Castel San Pietro con il 34,4%.
Il canton Grigioni è ancora tra i più favorevoli (33,2% a Coira), con vari comuni che però salgono al 36,8%, mentre Rongellen (vicino a Thusis) scende al 25,8%. Differenza sicuramente dovuta al comune piccolo, ma con forte presenza di impianti idro-elettrici. Tra i capoluoghi più cari, oltre al Ticino, si trovano quelli dei cantoni con grandi città: Ginevra 45,0%, Basilea Campagna 42,2%, Berna 41,2%, Basilea-Città 40,5%, Zurigo 40,0%. Sotto questo livello, ma di poco, vi sono i cantoni romandi, mentre i più favorevoli, oltre a Zugo, sono i cantoni della Svizzera centrale e i due Appenzello (tutti sotto il 30%). Tutti gli altri si situano tra il 30,8% (Sciaffusa) e il 34,5% (Argovia).
Questa situazione molto variegata è talvolta fonte di un certo turismo fiscale. Molti contribuenti con redditi elevati scelgono zone particolari come la «Costa d’oro», vicina a Zurigo (anche Roger Federer vi ha acquistato un terreno per la sua villa), oppure Muri, vicino a Berna, o da qualche tempo anche i cantoni della Svizzera centrale. Uno studio di qualche tempo fa dell’Università di Basilea aveva calcolato che la scelta di uno di questi comuni, per redditi fra i 300’000 franchi e 1 milione, permetteva di ridurre l’onere fiscale tra l’1 e il 3%. Per redditi più alti l’impatto è perfino maggiore.
Tuttavia l’apporto fiscale degli alti redditi è notevole, grazie ad aliquote globali fra il 40 e il 45%. Questo significa anche un forte tasso di ripartizione delle risorse fiscali. Nel 2014 era stato calcolato che il 20% delle persone fisiche con i redditi più alti versava il 70% del gettito totale delle imposte di Confederazione, cantoni e comuni.
Da tempo si constata che la Svizzera non è più un paradiso fiscale per tutti. Anche lo studio citato constata, infatti, che per gli alti redditi la fiscalità, tenuto conto anche dell’imposta sulla sostanza e di altri numerosi balzelli, si fa sempre più pesante. Per redditi tra i 100’000 e i 150’000 franchi la progressione delle aliquote abbastanza contenuta rende la Svizzera fiscalmente attraente.
Il fenomeno nuovo dovuto alla pandemia è però dato dal forte indebitamento degli enti pubblici. Per la Confederazione si prevedono deficit 2020 e 2021 che coprono la metà delle entrate ordinarie. Per cantoni e comuni la situazione dovrebbe essere meno grave. Tuttavia, per uscire dalla crisi e rilanciare l’economia saranno necessari interventi anche pubblici, ma sarà difficile aiutare il privato, comprese le aziende, con riduzioni di imposte, tanto più che i gettiti attuali subiranno qualche contrazione.