Smutniak e quei progetti difficili

Lei è una donna di origine polacca, ma da molti anni vive in Italia. È un’attrice e modella che in molti conoscono perché è stata per anni compagna di Pietro Taricone. Altri per averla vista nella pubblicità della TIM e altri per averla ammirata in qualche film come Nelle tue mani di Peter Del Monte, Allacciate le cinture di Ferzan Özpetek, Made in Italy di Luciano Ligabue e soprattutto Loro di Paolo Sorrentino e Perfetti Sconosciuti di Fabio Genovese.
Intervistata da Piera Detassis (presidente dell’Accademia dei David di Donatello) ha lasciato l’impressione di una donna diretta, ironica e genuina. La prima domanda posta davanti a un buon pubblico (tra cui il marito Domenico Procacci) verteva sui primi passi nella moda. «Ho iniziato per una scommessa con gli amici e mi sono iscritta al concorso di miss liceo. Sono arrivata seconda e per premio mi hanno dato un orsacchiotto». Una scommessa che è poi diventata il suo primo lavoro: Kasia Smutniak è diventata modella e ha girato il mondo, fermandosi in Italia nel 1998.
Si è quindi soffermata sul premio (Leopard Club Award) che ha ricevuto a Locarno. «All’inizio mi ero preoccupata perché pensavo fosse un riconoscimento alla carriera e quindi temevo stesse per finire. Ma ho capito che è un riconoscimento a quello che ho fatto e ai diversi percorsi intrapresi. A Locarno ho portato un film a cui tengo molto che è quello di Del Monte (scomparso nei mesi scorsi), una persona a cui ho voluto bene perché mi ha profondamente segnata come attrice. Con lui ho appreso a muovermi negli spazi, ad avere i tempi giusti, me nello stesso tempo mi ha lasciato molta libertà, mi ha dato fiducia e quindi responsabilità; questo per me è stato fondamentale». Un altro regista che ha segnato l’attrice è sicuramente Özpetek. «Quanti litigi, quante discussioni che abbiamo avuto sul set, ma tra di noi c’è un rapporto basato sulla passione e soprattutto sulla fiducia reciproca».
Per Kasia la scelta di un film non è semplice e ama percorrere le nuove strade: «Mi piace sempre imparare qualcosa di diverso e quindi amo i progetti difficili. Non mi piace ripetermi, ecco perché cerco idee che non si somigliano e provo a evitare ciò che mi viene facile o che ho già fatto».
Sul successo avuto con Perfetti sconosciuti Smutniak sottolinea: «È raro trovare una sceneggiatura scritta così bene, ma nessuno di noi si aspettava un successo planetario del genere. Ho anche partecipato alla versione polacca ed è stato altrettanto divertente. Anche gli attori polacchi erano strepitosi e molto bravi. Personalmente ero solo preoccupata per il menù nelle scene a tavola perché nella versione italiana, dopo aver mangiato gnocchi per settimane non li ho più toccati e anche in Polonia è stato uno dei miei problemi».
Infine, rivela candida che spesso non guarda i film nei quali recita. In proposito, nei mesi scorsi, ha girato Pantafa di Emanuele Scaringi: «Racconta le crisi ipnagogiche, quelle che ti fanno risvegliare con la mente mentre il corpo resta dormiente, uno stato che ti può dare allucinazioni auditive e visive. Pensavo di ridere sul set e invece sono andata in paranoia, non credo lo vedrò». Qualche settimana dopo ha girato il nuovo film di Silvio Soldini, intitolato 3/19, «una storia completamente diversa, ma in albergo la notte avevo ancora paura e facevo fatica a dormire, reduce dal film precedente».

Infine, è anche fra i protagonisti de Il colibrì di Francesca Archibugi, con Pierfrancesco Favino e Nanni Moretti, tratto dal bestseller di Sandro Veronesi (vincitore del premio Strega): «Interpreto la moglie del protagonista, Marina. Devo dire che è stato un set magico, grazie a Nanni e Pierfrancesco mi sembrava di essere a casa. Mi è piaciuto tantissimo lavorare con Francesca, è una grande fan del libro di Veronesi, ne parlava sempre con ammirazione ed è una donna di una dolcezza infinita con cui ho avuto grandissima fiducia».
Kasia Smutniak è così: senza filtri né autocensure e chi l’ha ascoltata l’ha apprezzata proprio per questo motivo.

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