Una pagina nuova

What a chaos!, dicono gli americani; che casino!, gli fanno eco gli italiani. Non è stata un’estate facile, questa appena trascorsa. Il nostro tentativo di ritornare alla normalità anche nei viaggi si è scontrato con continui imprevisti e incidenti di percorso: ritardi, cancellazioni e soprattutto la lista delle possibili destinazioni che cambiavano colore con la disinvoltura di un camaleonte.

Ognuno ha una storia tragicomica da raccontare. Nancy Newhouse, ex redattrice della sezione viaggi del «New York Times», nel tentativo di andare da Albuquerque a New York (per lei pura routine), è rimasta seduta per due ore sull’asfalto della pista aspettando un volo cancellato; infine dopo quattro tentativi di prenotazione andati a vuoto è arrivata a New York con due giorni di ritardo, ma senza il suo bagaglio, che la compagnia aerea ha perso da qualche parte (è stato poi restituito, addebitandole però quaranta dollari per la consegna). Nancy ha concluso sconsolata: «I viaggi tranquilli appartengono al passato». Ha immaginato giustamente di non essere la sola ad aver vissuto simili disavventure e ha chiesto ai suoi lettori di mandarle le loro storie. 
Leggendo queste peripezie ho pensato che, quando non capitano a noi, sono quasi divertenti. Per esempio Alice è tornata a viaggiare prenotando una vacanza in un hotel di Port Antonio, Giamaica. Ma quando la sera si è presentata al ristorante per la cena, compresa nella mezza pensione, ha scoperto che nessuno l’aveva avvisata del coprifuoco per Covid dalle sei di pomeriggio. Cuochi e camerieri se n’erano andati da tempo e al bar ha rimediato soltanto un daiquiri alla fragola (a stomaco vuoto dev’essere un’esperienza).
Tim e sua moglie durante una vacanza alle Azzorre sono risultati positivi al Covid test e sono stati portati in un apposito albergo per la quarantena, con tanto di ambulanza e autista in tuta protettiva, come nei film di fantascienza. La tristezza di una stanza spoglia (con la prospettiva di passarci due settimane) si è attenuata quando dei simpatici vicini attraverso il balcone hanno allungato loro una bottiglia di buon vinho tinto portoghese. 
Stacy dopo un soggiorno in Grecia voleva concludere la sua vacanza a Malta. Ma in un primo momento il suo certificato vaccinale non è stato accettato. Quando dopo qualche giorno l’amministrazione dell’isola ha deciso che sì, poteva andare, Stacy era già a Napoli dove ha frequentato con entusiasmo una scuola per pizzaioli. Non tutto il male eccetera eccetera. 
Kristie invece lavora dall’altra parte della barricata, ovvero è supervisore del servizio clienti di una grande compagnia aerea. Riassume così la sua esperienza di questi ultimi mesi: «Le persone hanno dimenticato come comportarsi e come relazionarsi con gli altri! E noi eravamo lì per aiutarli a recuperare il tempo perduto, per rivedere la loro famiglia o andare all’avventura». 
Nonostante i lunghi anni di servizio e le svariate crisi superate in passato, Kristie non dimenticherà questa estate 2021 e come lei numerosi assistenti di volo. Alla fine d’agosto la Federal Aviation Administration statunitense aveva già contato più di quattromila incidenti causati da passeggeri indisciplinati o fuori controllo. Spesso il personale di bordo è stato aggredito da chi si rifiutava di indossare la mascherina. Un assistente di volo della Southwest Airlines ci ha rimesso due denti e un passeggero della Frontier Airlines è stato legato al sedile col nastro dopo aver preso a pugni chi cercava di tranquillizzarlo. Ma accanto agli episodi conosciuti, centinaia sono rimasti sottotraccia, tanto che la Transportation Security Administration ha iniziato a offrire al personale corsi di autodifesa gratuiti. 
E tuttavia piano piano ci stiamo lasciando alle spalle questo disgraziato periodo. Sia pure con fatica, due passi avanti e uno indietro, il turismo è ripartito e ogni giorno si consolidano progressi. L’Expo a Dubai, rimandato per forza di cose al 2021, si è messo in moto. Certo è un turismo diverso, ancora timoroso dei grandi numeri e delle masse, ancora largamente virtuale e dipendente dal digitale come mai prima d’ora, ma quel che conta è aver sciolto le vele. 
Un importante marchio di valigie ha colto bene lo spirito del tempo in una campagna pubblicitaria con personaggi famosi quali Roger Federer e Rihanna. Il filo conduttore è una poesia di Patti Smith, Never still (Fermi mai), ispirata dalla riscoperta del senso del viaggio, da un decisivo allargamento di orizzonti dopo la forzata immobilità: «Il viaggio è un libro. / Le immagini che abbiamo catturato su una pellicola, / o nella memoria, formano le sue pagine. / Quando le giri, rivelano la storia di una vita. / E noi desideriamo aggiungere sempre nuove pagine. / Sentiamo il desiderio di esplorare. / Cerchiamo nuove vedute, / nuovi rumori: / una piramide, / un antico sguardo. / Non ci voltiamo indietro. / Rivediamo luoghi già percorsi un tempo sotto una nuova luce. / Noi siamo pronti / a indossare i nostri cappotti, / a rompere barriere, / a reclamare il movimento. / Vedere con occhi nuovi il familiare / e il diverso. / Nuove pagine per la nostra storia. / L’incessante sfogliare le pagine della vita». 

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