Il mulino è pronto a risorgere

Passando col treno a fianco del mulino di Maroggia, quello che spicca oggi è l’enorme murales in cui campeggiano le figure giganti di due bambini con mazzi di spighe e di fiori. È un’immagine benaugurante, un segnale che vale come buon auspicio per la rinascita della costruzione. È passato un anno da quella sera di fuoco del 23 novembre 2020, e l’immagine di quelle fiamme così potenti, quasi cinematografiche, ha lasciato una traccia molto forte nel ricordo di tutti i ticinesi.
Oggi visitiamo il sito dell’incendio insieme a uno dei proprietari del mulino di Maroggia, Alessandro Fontana. Le macerie sono state rimosse da tempo e lo spazio rimasto è ormai chiaramente quello di un cantiere, con le modine che svettano sul terreno liberato e che lasciano immaginare la futura dimensione dello stabile. Una parte della vecchia costruzione è ancora in piedi e mostra le ferite lasciate da quella notte, ma le putrelle di acciaio piegate e le mura scrostate sono ora un tranquillo rifugio per gli uccelli: ancora per poco, però.
Alessandro Fontana ci ricorda brevemente quella sera: «L’incendio si era sviluppato in modo velocissimo, molto più veloce di quanto avessimo mai potuto prevedere. Per fortuna tutto si è limitato al perimetro del nostro stabilimento. Il vento soffiava dalla parte giusta e non c’è stato pericolo di propagazione del fuoco alle case circostanti. I ricordi di quella serata e poi delle giornate successive, con tutte le difficoltà e le incognite che l’incendio aveva lasciato dietro di sé, sono ancora ben vive, ma da allora ad oggi sono successe davvero molte cose».
Già dalle prime dichiarazioni che i proprietari avevano rilasciato dopo l’incendio era infatti chiaro che l’attività del mulino sarebbe sicuramente continuata: «Ci siamo mossi immediatamente per capire come procedere con la ricostruzione. Il nostro incendio anzi, vista la sua rilevanza e unicità, è diventato quasi un caso esemplare in cui i nostri assicuratori ci hanno sostenuto con grande impegno. Un incidente di queste dimensioni infatti può diventare per tutti un esempio utile da molti punti di vista. E alla fine abbiamo potuto godere di una collaborazione davvero puntuale e costruttiva».
«Uno tra i molti esempi dei problemi da affrontare» ci racconta Alessandro Fontana «era quello legato allo spostamento delle macerie prodotte dall’incendio. C’erano materiali inerti, legname bruciato, grano, da trasportare e smaltire. All’inizio non avevamo proprio idea di come affrontarli. Poi, ricorrendo ad aiuti anche imprevisti, siamo riusciti a trovare una soluzione a questa difficoltà».
Si è lavorato molto, in questo anno, al mulino di Maroggia e i piani per la ricostruzione dello stabilimento sono già pronti da mesi in tutti i dettagli. La nuova struttura che sorgerà è già stata disegnata e delineata, e potrà far capo alle tecnologie di macinazione e di trattamento più moderne.
Mentre ci mostra i piani del nuovo stabile, Alessandro Fontana sottolinea come la situazione critica causata dall’incendio abbia d’altro canto attirato verso il mulino l’attenzione molto positiva e persino affettuosa da parte della popolazione. Le manifestazioni di stima e di incoraggiamento, e a volte anche le iniziative per una raccolta di aiuti economici concreti, sono state molte e molto apprezzate. Ciò ha dimostrato l’attaccamento delle persone a un’industria la cui importanza per il nostro territorio è sicuramente fondamentale. In questo contesto, occorre dire che si sono attivati in modo importante anche i clienti di Migros Ticino che hanno offerto un loro contributo concreto alla ricostruzione (si veda il riquadro qui sotto).
Alessandro Fontanta rileva, d’altro canto, come le autorità cantonali siano state molto presenti al fianco dei proprietari e abbiano formulato proposte concrete per dare al mulino un ruolo ancora più centrale nel sistema di gestione e stoccaggio dei cereali in Ticino. «Il nostro stabilimento ha oggi la possibilità di inserirsi attivamente nella filiera per l’approvvigionamento alimentare cantonale. Il mulino diventerà un centro collettore, tassello importante e fino ad oggi non presente nella strategia cantonale che collega la produzione agricola al settore della vendita. Compito del centro collettore sarà ricevere e smistare i cereali, rendere conservabile il raccolto e stoccarne sia la parte destinata al commercio, sia quella destinata alle riserve alimentari della Confederazione».
Alessandro Fontana proietta per noi su uno schermo le immagini che mostrano il progetto del nuovo stabilimento: «La nuova fisionomia del mulino di Maroggia sarà segnata dalla ricostruzione del silos, cioè il centro collettore vero e proprio, e poi del blocco produttivo. È previsto inoltre il mantenimento e la ristrutturazione delle parti destinate alla produzione, che si sono conservate, e anche la creazione di un “comparto storico”. Tutti i processi produttivi saranno caratterizzati dal ricorso al più moderno standard tecnologico, che permetterà di monitorare dall’inizio la qualità della materia prima. Ogni chicco di grano, potremmo dire, sarà controllato e selezionato con sensori ottici per garantirne la massima qualità. Le macchine che si occuperanno della macinazione sono di produzione di una ditta svizzera, la Bühler di Uzwil (SG). È una delle più importanti aziende al mondo, con la direzione della quale siamo legati, tra l’altro, da molte generazioni. La collaborazione con loro quindi è stata ottimale in tutti i sensi, con incontri regolari in cui sono state prese in considerazione le nostre necessità».
Volendo guardare le cose con il senno di poi, potremmo dire che, in definitiva, la situazione critica per il mulino di Maroggia si è trasformata nel giro di un anno in un’occasione di rinnovamento e un’opportunità di miglioramento della propria attività che apre nuove prospettive per il suo futuro. Seppur la strada verso la ripartenza è ancora in salita, e tutta da percorrere, al futuro oggi si guarda con positività. Da parte nostra non possiamo quindi che augurare all’impresa ticinese di ripartire con dinamismo e ottimismo, per continuare con successo un’attività tanto importante per il nostro cantone.

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