Mondoverde - La regale strelitzia è simbolo di fedeltà, premura e affetto
Dalla singolare bellezza ammaliante, la strelitzia è una pianta d’appartamento di origini sudafricane ed è forse il fiore tropicale più conosciuto.
Il suo nome è un omaggio che il naturalista, e all’epoca direttore dei Royal Botanic Gardens di Kew, Joseph Banks, ha voluto fare alla regina britannica Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, appassionata di botanica e collezionista di piante esotiche, nonché moglie di re Giorgio III d’Inghilterra.
In onore della regina, il nome completo di questa pianta tropicale è Strelitzia reginae e nei luoghi d’origine raggiunge i 180-200 centimetri di altezza, mentre da noi, venendo coltivata quasi esclusivamente in vaso per poter essere ricoverata in locali caldi durante l’inverno, si assesta sui 150 centimetri.
Le foglie, lunghe, di colore verde intenso e a forma di lancia, si accompagnano ai fiori, vera particolarità: simili al lungo becco di un airone, sono composti da cinque-otto fiori color arancione sgargiante e da tre tepali blu notte, che quando sbocciano prendono la forma simile a un uccello tropicale in volo.
Grazie a questi colori accesi e alla fioritura che si protrae per mesi, da vari anni viene acquistata per decorare le abitazioni: lasciata in vaso nei giardini o terrazzi, al pieno sole per tutta l’estate; in seguito, basterà riportarla in casa a partire dal mese di settembre, per ritrovarla pronta a fiorire da novembre in poi.
Simbolo di fedeltà, premura e affetto, è una pianta dalle poche cure: luce in abbondanza, temperature sempre superiori ai 15°C, terriccio ben drenato con annaffiature settimanali, dove è bene bagnare anche le foglie per una soddisfacente umidità della pianta. Durante l’estate bagnatele la sera, dopo il tramonto, per evitare bruciature, mentre d’inverno, se non volete nebulizzarle, basterà passare uno straccio umido sulle foglie.
Durante l’autunno-inverno, le piante adulte, cioè quelle che hanno più di cinque anni di vita, dovranno essere concimate una volta al mese con un prodotto liquido, ricco di potassio e con quantità ridotte di fosforo, mentre in estate, tra giugno e luglio, quando entrano in riposo vegetativo e devono essere bagnate poco, si ridurrà anche la concimazione.
Nei primi anni di vita delle piante, è preferibile utilizzare invece un prodotto molto ricco di potassio, che dovrà essere quasi il doppio rispetto alla percentuale di azoto e molto scarso di fosforo. A inizio autunno si può intervenire anche con un ammendante a base di chelati di ferro, per correggere l’apporto di calcare nel terreno.
Un trucco, per averle sempre in forma e ricche di fiori, consiste nel lasciare le piante adulte nello stesso vaso per molti anni, come succede per altre piante tropicali usate in appartamento, come ad esempio la Clivia. In primavera basterà togliere qualche cucchiaiata di terriccio nella parte più superficiale del vaso e metterne altro nuovo.
Solo quando il vaso sarà completamente colmo di radici si potrà procedere al rinvaso, eseguendo anche la divisione del cespo: lo si svasa, si divide a metà o in più porzioni la radice, trapiantandole con un buon terriccio fertile, miscelato all’interno con letame maturo e qualche manciata di sabbia, mentre sulla base non va scordato lo strato di argilla espansa.
Un’ultima curiosità: oltre alla Strelitzia reginae, dai fiori arancioni, esiste anche la S. nicolai, azzurra e lilla e la S. alba o augusta, con fiori bianchi.