Nella terra di Hisui

by Claudia

Videogiochi – Il nuovo misterioso mondo di <i>Leggende Pokémon: Arceus</i> è una rivoluzione solo a metà

È indubbio che una delle serie più famose e lucrative per Nintendo siano i Pokémon. Abbiamo parlato spesso su queste pagine dei mostriciattoli giapponesi e della nostra compulsiva necessità di «catturarli tutti». A fine 2021 siamo rimasti favorevolmente impressionati da Diamante Lucente e Perla Splendente, due remake assai convincenti. Tuttavia, avevamo anche profetizzato che con l’uscita di Pokémon Leggende: Arceus, una nuova e più moderna fase sarebbe iniziata per questa serie oramai quasi trentennale. È pur vero che la formula di questi giochi di Nintendo e Game Freaks non è mai cambiata davvero: nei panni di un giovane allenatore siamo chiamati a viaggiare per un vasto territorio alla ricerca di tutti i Pokémon per poi farli scontrare con altri fino a diventare il miglior allenatore, senza dimenticare di sconfiggere qualche malvagio figuro nel frattempo.
In Leggende Pokémon: Arceus però ci ritroveremo catapultati in un nuovo mondo misterioso. I primi minuti di gioco sono caratterizzati da uno strano incontro con una sorta di divinità Pokémon chiamato Arceus, il quale ci catapulterà in terre sconosciute armati di uno strano smartphone e null’altro. Un’introduzione stile isekai (uno stile di storie che troviamo spesso nei manga e anime giapponesi in cui una persona normale viene trasportata, evocata, reincarnata o intrappolata in un universo parallelo) apprezzabile perché decisamente diversa dal solito. Le novità non sono di certo limitate all’incipit: tutta l’esplorazione ora si fa in vaste mappe libere, con una telecamera in terza persona più simile ad altri giochi come The Legend of Zelda: Breath of The Wild. Durante i nostri viaggi ci imbatteremo in innumerevoli mostriciattoli che dovremo intrappolare attraverso un sistema di cattura simile a Pokémon GO e in tempo reale, con i Pokémon che appaiono in branco, il tutto comunque accompagnato dal canonico sistema di combattimento a turni ma con alcune modifiche. Un’ultima novità degna di nota è che questa volta non ci sono due versioni diverse, con Pokémon esclusivi in ciascuna.
Questo capitolo si dedica prevalentemente all’esperienza single player offline, in cui tutti i giocatori possono trovare gli stessi Pokémon ma senza battaglie online, una differenza sostanziale rispetto al passato. Questi cambiamenti si riflettono anche sul mondo di gioco in cui non esistono né allenatori o capi palestra, nessuna lega Pokémon, né centri Pokémon ma solo una terra selvaggia, appena colonizzata dagli umani, che pullula di Pokémon temibili pronti ad aggredire chiunque passi loro davanti. Lo scopo della campagna principale sarà allora sopravvivere ai Pokémon che popolano la terra di Hisui. Non vogliamo certo svelarvi i dettagli della trama ma ci ritroveremo ben presto invischiati in strane missioni assegnateci dal Dio dei Pokémon e tecnologie venute da mondi paralleli. Il mondo che andremo ad esplorare è molto vasto e chiaramente ispirato al Giappone d’epoca feudale, in cui le terre sono selvagge, prive di costruzioni moderne o di natura umana, caratterizzate da una grande varietà di zone come pianure, zone costiere, paludi o distese innevate. Il gioco offre altresì un ciclo giorno-notte e una meteo dinamica che influenzerà in modo tangibile le nostre scorribande.
Il gioco in sé presenta notevoli passi avanti ma anche alcuni passi indietro rispetto al passato. Il passaggio della serie a un mondo aperto di questo genere è sicuramente un’attrattiva interessante e che permette ancora più libertà. Ma ci sono stati cambiamenti piuttosto sensibili anche per quanto riguarda il combattimento, che non è più il classico sistema a turni. Ora i Pokémon agiscono secondo una lista di azioni che viene allestita sulla base della velocità del mostriciattolo e fissa il turno in cui il medesimo può agire. Ogni mossa può essere eseguita scegliendo due diverse tecniche: la tecnica rapida, che riduce la potenza della mossa ma favorisce il posizionamento del Pokémon nella lista di azione al fine di sferrare più attacchi, e la tecnica potente, che ne aumenta la potenza ma rende il Pokémon più lento nei suoi attacchi senza però ridurre la statistica di velocità. Dettagli tecnici che diranno poco ai neofiti ma che stravolgono in modo importante le meccaniche di gioco a cui siamo abituati. Questi cambiamenti sono senza dubbio il punto focale dell’esperienza e non potranno che dividere le opinioni. Leggende Pokémon: Arceus rappresenta in questo senso un vero taglio netto col passato.
In confronto ad altre produzioni uscite su Nintendo Switch, il nuovo capitolo di Pokémon non brilla di certo per qualità visiva. In particolare, il mondo di gioco è piuttosto spoglio, la qualità degli elementi è altalenante, espressioni facciali assai limitate e in generale è caratterizzato da zone dall’aspetto anonimo che non invitano poi molto alla scoperta. È difficile capire se il gioco sia stato rilasciato in modo affrettato oppure semplicemente in modo incompleto. Tuttavia, ci sono anche elementi degni di nota come lo sforzo di migliorare l’effetto estetico delle mosse fisiche in battaglia e la presentazione del gioco, sempre senza rallentamenti fastidiosi. In generale Leggende Pokémon: Arceus è assai apprezzabile perché finalmente cambia la formula trita e ritrita dei Pokémon ma lo fa in modo grossolano e con poca cura ai dettagli tecnici. Rimane godibile sia dai fan che dai neofiti ma ha un retrogusto di occasione mancata ed è una rivoluzione compiuta solo, purtroppo, a metà.