«Auspichiamo un risultato univoco»

Costituendo una fondazione, Gottlieb e Adele Duttweiler volevano assicurarsi che anche in futuro la Migros continuasse a vivere nello spirito dei fondatori. Un mandato cui la Fondazione Gottlieb e Adele Duttweiler tiene fede ancora oggi. Attualmente è impegnata sulla questione se la vendita di alcolici si concilia con gli ideali Migros. Per l’imminente votazione generale, la fondazione ha deciso di lasciare libertà di voto. David Bosshart, dal 2020 presidente del Consiglio di fondazione, spiega il motivo.
Signor Bosshart, presto saranno 100 anni che il divieto di vendere alcool fa parte della Migros e per molti è un valore importante. Anche Lei la pensa così?
Per via democratica, alla Migros si può cambiare tutto. E la fondazione se ne rallegra. Ma non si può introdurre birra e vino come se fosse un nuovo tipo di formaggio. Il divieto di vendere alcolici è un valore fondamentale dell’identità Migros, che si è consolidato nel corso dei decenni…
…e che ora potrebbe essere abrogato con il voto.
Prima di eliminare questo valore fondamentale, la Migros dovrebbe spiegare con cosa lo sostituisce. Ad esempio, dire che con il percento culturale fa già tanto per la società è una cosa buona e giusta, ma è anche un po’ comoda.
Sicuramente la Migros ha ancora altri valori importanti, oltre al divieto di alcolici.
Appunto, qui non ne va tanto dell’alcol, ma di sapere come vogliamo procedere con l’insieme dei nostri valori e restare credibili. Se a giugno alcune cooperative diranno sì alla vendita di alcolici, mentre altre la bocceranno, avremo uno scenario a macchie di leopardo, che danneggerà sia l’aspetto commerciale e idealista della comunità Migros, sia la solidarietà e la semplicità dell’offerta. È tutto ciò fa parte dei valori fondanti della Migros…
… esattamente come l’autonomia delle cooperative. I valori possono anche contraddirsi a vicenda.
Per Duttweiler la democrazia non era fine a se stessa, ma doveva sempre servire a rafforzare l’insieme della comunità Migros. La nostra fondazione avrebbe auspicato che fosse messa al voto una domanda supplementare, ad esempio: nel caso che una maggioranza di sei cooperative fosse favorevole agli alcolici, anche le altre quattro dovrebbero allinearsi? Ovviamente, la stessa cosa varrebbe nel caso di una maggioranza di no.
Il Consiglio di fondazione ha lasciato libertà di voto. Perché?
Perché nella situazione attuale è la soluzione migliore. Gli organi della cooperativa hanno propeso chiaramente per il principio della «democrazia prima di tutto». Lo rispettiamo, ma speriamo che il risultato sia univoco.
Ma cosa direbbe Duttweiler?
Le speculazioni sono gratuite. Sulla base dei suoi scritti si può presumere che avrebbe continuato a subordinare tutto alla questione di ciò che rafforza la comunità e gli ideali della Migros a lungo termine. Duttweiler era un imprenditore straordinario, ma anche un grande idealista con un’immagine dell’umanità chiara e ottimista. Ha creato strutture uniche, in cui gli obiettivi commerciali e non commerciali hanno lo stesso valore. Riteneva l’egoismo il peggiore dei mali, perché le grandi sfide si possono vincere solo tutti assieme. Nei momenti decisivi c’è sempre un’unica Migros.
Nei mesi scorsi, è stato avvicinato da qualcuno per parlare di questa votazione generale?
Sì. Le opinioni divergono molto. Di recente, alla Scuola alberghiera di Losanna perfino uno studente asiatico mi ha chiesto perché la Migros ora vuole vendere alcolici. Nel complesso, mi sembra che quanto più qualcuno conosce meglio e da più tempo la Migros e la sua storia, tanto più è scettico nei confronti dell’introduzione degli alcolici, sebbene non sia contrario di principio. Quasi tutti sembrano avere comprensione per la crescente richiesta di comodità nel fare la spesa.
La comunità Migros è legata indissolubilmente alle sue strutture democratiche.
Votazioni importanti come quella attuale, danno effettivamente una buona panoramica dello stato dell’azienda. L’impianto d’insieme è indiscutibilmente buono, l’energia e l’identificazione con la Migros c’è, anche e soprattutto tra la base. In futuro, potremmo osare di più in materia di democrazia, come auspicava Duttweiler. Ma per questo dovremmo fare un grande lavoro di persuasione. L’orientamento a lungo termine della cooperativa è bello, ma dovremmo porci sempre anche degli obiettivi ambiziosi e vincolanti.
La Fondazione Duttweiler vigila sull’osservanza dei valori del fondatore. Lei è presidente del Consiglio di fondazione dal 2020, si considera una specie di guardiano del Santo Graal?
È nella nostra natura essere più severi e non arrendersi a ogni cambiamento dello spirito dei tempi. Ma non siamo dei fondamentalisti e ci battiamo con gli argomenti. La fondazione non è moralista, ma ha un compito morale. Prende posizione su questioni importanti ed è costantemente presente nei vari organi della Migros. È un compito bello e pieno di responsabilità, che richiede molta passione, nervi saldi e anche coraggio.
E La ascoltano?
Veniamo ascoltati, non c’è bisogno di messaggi urlati ma chiari (sorride).

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