Autentici falsi derivati

Come molti sanno, quando per effetto di un cambio di lettera finale, una determinata parola si trasforma in un’altra di diverso significato, ma con l’aspetto di una sua potenziale declinazione al maschile o al femminile (ad esempio: costo = costa; mento = menta; colletto = colletta), il gioco viene chiamato: falso cambio di genere. In maniera analoga, quando una parola si trasforma in un’altra di significato diverso, ma con l’aspetto di una sua potenziale declinazione al plurale o al singolare (ad esempio: vita = vite; vénti = vènto; colla = colle), il gioco viene chiamato: falso cambio di numero.
Esiste un’ampia gamma di altre false flessioni grammaticali che vengono tutte generate, scartando la lettera finale della parola di partenza e aggiungendo in coda un opportuno gruppo di lettere, corrispondente a un suffisso. I giochi basati su tale principio appartengono alla vasta categoria dei falsi derivati, che comprende anche termini ricavati mediante l’apposizione di opportuni prefissi, tra i più comuni dei quali possono essere citati i seguenti:
– falso accrescitivo (matto = mattone; persa = persona; salmo = salmone);
– falso diminutivo (botto = bottino; cane = canotto; gazza = gazzetta);
– falso iterativo (belle = ribelle; dotto = ridotto; sotto = risotto);
– falso anteriore (benda = prebenda; cariato = precariato; datore = predatore).
Diversi anni or sono, la redazione della rivista ludica «GiocAreA» nel meritorio intento di svecchiare le obsolete strutture dell’enigmistica abituale, coniò una grande quantità di estrosi falsi derivati.
Qui di seguito, riporto alcuni simpatici esempi di falsi di tale filone, che sfruttano sia suffissi sia prefissi:
– falso balbuziente (cena = cecena; mento = memento, perone = peperone);
– falso bleso (arido = avido; carie = cavie; rendita = vendita);
– falsa compagnia (certo = concerto; chiglia = conchiglia; sole = console);
– falso denigratore (catino = bucatino; colica = bucolica; Dino = budino);
– falsa ideologia (anta = antologia; ape = apologia; paté = patologia);
– falsa infiammazione (contro = contrite; parto = partite; rapa = rapite);
– falso raffreddore (attento = addendo; papà = babà; porto = bordo);
– falso ricovero (mensa = mensile; oste = ostile; vino = vinile);
– falsa specializzazione (arto = artista; baro = barista; rivo = rivista);
Questi schemi, oltre a essere alquanto spiritosi, sono perfettamente utilizzabili per confezionare dei giochi enigmistici analoghi a quelli tradizionali, come i seguenti quattro (di tipo popolare) che vi propongo, senza esplicitare il meccanismo del falso derivato utilizzato. Provate a risolverli.
1. Falso contrario (di Cheemer il Micco)
«Caro Romeo…»
Fra voi e lei ci voglio xxxxx miglia;
voglio che stiate xxxxxxxx da mia figlia!
2. Falso sostenitore (di Nino er Sepe)
«Falso sostenitore»
Queste carte, nel cestino io le xxxxx:
non è vero che appoggio il tuo xxxxxxxx!
3. Falso estinto (di Sabatino di Gorgo)
«Panorama di Civitavecchia»
Ci sta il porto, il Forte, il xxxx
e una grossa ciminiera /
che continua, ahinoi, a xxxxxx:
ogni dì, da mane a sera.
4. Falso verbo (di Cheemer il Micco)
«Riparazioni inefficaci»
Il tuo rimedio non può funzionare:
se si è rotto del cane il guinzaglio,
riattaccarlo con la xxxxx al xxxxxxx,
mi sa che è un grande sbaglio.

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