A piedi sui monti della Calabria

I cammini sono di moda, a cominciare dal celebre cammino di Santiago, che attrae ogni anno centinaia di migliaia di moderni pellegrini. In Italia invece sono assai popolari la via francigena e i diversi cammini legati a san Francesco. Tutto ben conosciuto, tracciato, descritto. Tanto che a volte mi sono chiesto se fosse ancora possibile fare nuove esperienze, percorrere sentieri meno battuti, itinerari quasi sconosciuti.
Ho scoperto così che in Calabria le serre cosentine, tra Cosenza e il mar Tirreno, sono attraversate da un nuovo itinerario, ideato da un’associazione locale e dedicato a san Francesco da Paola (1416-1507). Negli anni Trenta del Quattrocento, Francesco Martolilla visse da eremita in un bosco nei dintorni di Paola. Presto la sua fama di santità richiamò numerosi compagni, poi raccolti nell’ordine dei minimi, detti anche paolotti, austera filiazione dell’ordine francescano: ai tre voti comuni a tutti i religiosi (povertà, obbedienza, castità) Francesco aggiunse infatti un’estrema frugalità, astenendosi dalla carne in una perpetua quaresima. Grazie ai numerosi miracoli – il più celebre è l’attraversamento dello stretto di Messina sul suo mantello disteso – san Francesco da Paola è diventato il protettore della gente di mare e il santo patrono della Calabria, venerato in tutta l’Italia meridionale.
San Francesco da Paola diventò protettore della gente di mare e santo patrono della Calabria dopo l’attraversamento miracoloso dello stretto di Messina che avrebbe compiuto distendendovi sopra il suo mantello
Il cammino valorizza un entroterra tradizionalmente al margine dei flussi turistici. Certo, la cittadina di Paola è ben nota soprattutto ai calabresi e ai fedeli di buona parte dell’Italia meridionale, che vanno in pellegrinaggio al grande santuario dedicato al santo; ma i paesini dell’interno sono pressoché dimenticati.
Il percorso si articola in sei tappe ed è diviso in due segmenti. La via del giovane, da San Marco Argentano a Paola, tocca i luoghi della giovinezza e dell’inquietudine del santo; mentre la via dell’eremita, da Paola a Paterno Calabro, è il percorso che Francesco percorreva abitualmente tra i due conventi da lui fondati. Poco più di un centinaio di chilometri in tutto, la misura perfetta per una settimana di cammino.
Si riceve una credenziale dove raccogliere i timbri (tra l’altro molto belli), corrispondenti a ciascuna tappa; una volta completato il cammino si ottiene un attestato (testimonium).
L’itinerario è alla portata di chiunque abbia un minimo di allenamento e l’abitudine a camminare in montagna. La segnaletica è eccellente e dal sito ufficiale si può scaricare la descrizione dettagliata del percorso e anche un’app ben fatta con le mappe e le tracce gps. C’è anche un servizio di guide, per chi vuole farsi accompagnare lungo il percorso. Pasti e pernottamenti sono garantiti da una rete di ostelli, B&B e osterie locali.
La partenza è a San Marco Argentano, dove una torre normanna testimonia l’importanza del centro nella storia di questa parte della Calabria. In particolare il cammino inizia dal convento della Riforma, dove si trova il pilastrino del chilometro zero. La prima tappa conduce all’ombra di alcuni colossali castagni, tra cui uno millenario chiamato patriarca di Kroj Shtikàn, e si conclude nel paesino di Cerzeto. Qui vivono poco più di mille persone; la maggior parte di loro parla arbëreshë, la varietà linguistica caratteristica degli eredi di una migrazione albanese risalente al XV secolo, ormai strettamente intrecciata alla cultura calabrese. Alcune donne del luogo vestono ancora l’abito tradizionale e conoscono i canti albanesi. Anche la cena a Cerzeto alterna prodotti calabresi e arbëreshë.
La prosecuzione del cammino svela il carattere selvaggio di questa parte di Calabria. Si avanza in montagna tra maestosi castagneti e faggete a perdita d’occhio, fino al rifugio di bosco Cinquemiglia. In alternativa si possono usare le strutture agrituristiche della zona, che offrono anche un servizio navetta per i camminatori.
Pure la terza tappa si svolge in montagna, lontano dai centri abitati, e offre lo spettacolo della vista del mare dalla cresta delle Serre cosentine, dove è stato costruito un monumento a san Francesco in cammino. Nelle giornate limpide all’orizzonte si vede il vulcano Stromboli, nelle isole Eolie. Questa tappa si conclude con una lunga discesa che giunge al grande santuario di Paola, un concentrato di storie, episodi e simboli legati al santo. Il cammino prosegue con la via dell’eremita; una lunga salita riguadagna i monti coi loro placidi boschi. Oltre la cresta, il percorso scende dolcemente fino al paesino di San Fili, raccolto intorno a un colle sul percorso della statale silana-crotonese. All’uscita dal borgo il castagno secolare chiamato Curcio ’e Catalano precede di poco un ponticello in pietra e una salita fino a un ampio e piacevole altopiano, per poi ridiscendere a Cerisano.
L’ultima tappa attraversa Mendicino, con la sua tradizione di lavorazione della seta, per poi proseguire alla volta di Paterno Calabro, dove il cammino si conclude presso il convento voluto dal santo quando già aveva fondato l’ordine dei minimi.
Il cammino di san Francesco di Paola permette di immergersi in luoghi insoliti e inaspettati di una regione conosciuta spesso soltanto per il suo mare; e riporta vita nei piccoli centri dell’entroterra, oltre a soddisfare il desiderio di novità dei moderni viaggiatori e camminatori.

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