Donne informatiche? Why not? Uomini parrucchieri? Sempre di più. Eppure, non sempre si tratta di scelte disinvolte. È un problema emerso ancora settimana scorsa durante la presentazione del sondaggio annuale voluto dal DECS sulle scelte dei giovani all’uscita della scuola media. Dai dati emerge una differenza di genere che vede le ragazze scegliere prevalentemente una scuola media superiore rispetto all’apprendistato in azienda (mentre fra i ragazzi l’opzione non vede grosse differenze) anche perché orientate verso poche e ben definite scelte di formazione duale.
«Le professioni non hanno un genere. Avere apprendistati senza limiti di genere è l’obiettivo. Vogliamo fare in modo che le ragazze e i ragazzi si sentano di poter seguire le loro vocazioni, i loro interessi al di là degli stereotipi e che non si sentano bloccati se una determinata professione da loro ambìta non viene tipicamente associata al proprio genere». Va dritta al cuore del problema, Chiara Vanetti, coordinatrice del progetto ProApp, illustrando così l’iniziativa promossa da ECAP Ticino pronta a decollare da settembre con l’inizio del nuovo anno scolastico. «Quali obiettivi si prefigge di realizzare il progetto ProApp? Sostenere chi questa scelta “atipica” l’ha già compiuta. Questo per fortificare l’apprendista e prevenire gli abbandoni del tirocinio. Ci sono, infatti, già molti pionieri, ragazze e ragazzi che hanno abbracciato professioni “inconsuete” per il loro genere, ma che appunto vanno incoraggiati per scongiurare che la via intrapresa verso una professione venga interrotta. Si agisce dunque su più fronti attraverso laboratori dedicati: agli apprendisti, per salvaguardarli da un sentimento di minoranza che potrebbe destabilizzarli e per sostenerli a difendere il loro percorso professionale; ai docenti, proponendo loro corsi specifici di aggiornamento sul tema disuguaglianze, linguaggio e altre questioni di genere, segnatamente ai Centri professionali tecnici di Trevano e Locarno, dove si constatano settori professionali asimmetrici rispetto alle altre sedi cantonali, dove prevalgono nettamente classi di persone in formazione di soli maschi o sole femmine che svolgono un singolo mestiere. Infine si vuole intervenire sulle formatrici e sui formatori aziendali degli apprendisti e sui genitori attraverso puntuali conferenze informative e di sensibilizzazione per affrontare l’importanza e al contempo la delicatezza della tematica».
Insomma, quanto intende mettere in campo ECAP Ticino rappresenta un percorso di sostegno per ragazze e ragazzi affinché scelgano un apprendistato che soddisfi i propri interessi, al di là di ogni possibile pregiudizio. Il progetto – realizzato insieme al Dipartimento educazione cultura e sport, con il sostegno del sindacato Unia, della Conferenza cantonale dei genitori e garantito finanziariamente dall’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo – prevede diversi workshop, atelier per giovani interessate/i o che già hanno intrapreso un apprendistato in un settore non abituale per il loro genere. Sono previste inoltre alcune serate informative rivolte ai genitori chiamati ad accompagnare i loro figli nella migliore scelta per sé stessi e non certo per compiacere gli adulti. «Questo tipo di attenzione s’intende attuarla già a partire dagli allievi delle terze Medie, dal momento che è importante sensibilizzare e introdurre la tematica sui generi già a questa età, poiché in molti casi le scelte professionali sono pressoché formate mentre in altri persino definitive», spiega Chiara Vanetti.
Molteplici sono gli scopi dell’iniziativa: aumentare l’eterogeneità di genere nelle professioni, tematizzare il ruolo di stereotipi e rappresentazioni nella scelta della professione, contribuire alla pari rappresentanza di donne e uomini in mestieri e settori che risentono di una carenza di personale qualificato. E ancora: sensibilizzare sulle tematiche della disuguaglianza, della discriminazione e delle pari opportunità. Sia sul posto di lavoro degli apprendisti/e sia a scuola nei centri professionali, coinvolgendo anche altre organizzazioni attive nel mondo del lavoro, non da ultimi i sindacati.
«ProApp – per apprendistati senza limiti di genere» intende portare il proprio apporto al sostegno delle giovani e dei giovani e dei loro percorsi «senza dire cosa maschi e femmine possano o non possano fare». L’iniziativa avrà una durata di un intero anno scolastico, dal prossimo settembre fino a giugno, «poi, al termine – fa sapere la sua coordinatrice – organizzeremo un convegno tra i diversi attori coinvolti per tracciare un bilancio e le conclusioni di quanto svolto. Sarà con tutta probabilità coinvolta anche la Città dei mestieri della Svizzera italiana. L’iniziativa, presente in Internet all’indirizzo www.pro-app.ch mostra fra l’altro l’ampiezza della tematica incentrata sugli apprendistati senza limiti di genere, con fra l’altro un link al progetto del Cantone, intitolato «Ambiente: un mestiere per ragazze» che intende informare e incoraggiare le giovani ad abbracciare le professioni tecnico-scientifiche nel campo dell’ambiente e a intraprendere una delle numerose e interessanti professioni proposte in questo settore. Un progetto, questo, che mira a far conoscere meglio i diversi percorsi formativi e le possibilità di lavoro legate all’ambiente, promuovendo in particolare la parità di genere nelle scelte formative e professionali: selvicoltrice, installatrice di impianti sanitari, riciclatrice, geomatica. Why not?