Il caffè delle mamme – La vera bellezza è l’insieme dei piccoli o grandi difetti che rendono unico un viso, lo sostiene nel suo ultimo libro il famoso dermatologo Antonino Di Pietro
L’elogio dei difetti come messaggio controcorrente per le adolescenti. A Il caffè delle mamme già in passato ci siamo interrogate su come aiutarle a non disperarsi per i brufoli, ma allo stesso tempo ci siamo impegnate per convincerle che curare anche un po’ la pelle è meglio. Sempre al Caffè abbiamo scandagliato tutte le insicurezze che può scatenare il corpo che cambia, con il legittimo desiderio di piacersi e la comprensibile paura di non piacere abbastanza. Adesso c’è una consapevolezza che vorremmo che le nostre figlie portassero oggi sotto l’ombrellone e su cui in futuro costruissero il loro diventare donne: «La bellezza è l’imperfezione». Diciamoglielo lì dove sono costrette a liberarsi del maglione oversize che dà sicurezza come la coperta di Linus, lì dove vederle con i calzoncini per coprirsi il sedere o la maglietta per nascondere il seno che spunta è una stretta al cuore perché denota mancanza di autostima, lì dove sentirsi addosso il giudizio degli altri è ancora più destabilizzante perché fa a pugni con quello che dovrebbe essere l’estate: libertà.
Contro il tarlo nel cervello che le fa sentire non abbastanza belle e le foto dei social che le spingono a inseguire la perfezione, la mia convinzione è che sia sbagliato dire: «Fregatene!». Sarebbe il solito modo per derubricare a sciocchezze le loro preoccupazioni. Sono anche certa che il parere di un genitore in generale, e in particolare su aspetto fisico e dintorni, sia considerato di parte e, dunque, abbastanza inutile. È il motivo per cui invito a Il caffè delle mamme Antonino Di Pietro, 66 anni, dermatologo dei vip nonché padre della dermatologia plastica rigenerativa e fondatore dell’Istituto dermoclinico Vita Cutis di Milano. Lo faccio in occasione dell’uscita del suo libro La bellezza è l’imperfezione (ed. Solferino, maggio 2022). Un titolo che deve diventare un appello alle adolescenti a crederci davvero! Il mio ragionamento è che se lo dice lui che sulla bellezza ha costruito una carriera di successo e che nel suo studio vede passare attori, attrici e influencer, ecc., forse anche le nostre figlie possono crederci.
Di Pietro è il medico che su tutti da 30 anni combatte contro il botulino e l’uso dei bisturi per l’estetica. Ecco, allora, il suo mantra declinato in tre punti per darci una mano a far passare i complessi alle nostre figlie e soprattutto per aiutarle a non diventare donne con un viso stragonfio di filler e paralizzato dal botulino che attira gli sguardi solo perché trasmette stranezza come guardare una maschera di gomma. È adesso che gettiamo le basi.
Uno, l’importanza dell’unicità: «Ragazze – dice Di Pietro a Il caffè rivolgendosi direttamente alle giovanissime – fidatevi di me che ne ho viste tante! La vera bellezza è l’insieme dei piccoli o grandi difetti che rendono unico il vostro viso. Come un anello che è davvero prezioso quando è un pezzo unico. Visi tutti uguali con gli stessi centimetri dal naso alla bocca, dagli occhi alle orecchie, perfettamente simmetrici, paralizzati e immobili, non sono più pezzi unici, quindi non sono più preziosi. La vera bellezza è quella naturale e autentica capace di suscitare un’emozione in chi abbiamo davanti».
Due, l’effimerità delle mode: «Le mode sono passeggere – sottolinea Di Pietro –. Seguirle sul proprio corpo è davvero pericoloso perché i segni restano indelebili nel tempo ed è possibile poi pentirsene amaramente».
Tre, il potere della personalità: «Uniformarsi per essere tutti uguali non solo è assurdo perché ci fa perdere l’unicità, ma anche perché ci fa perdere la forza della personalità. In un gregge è meglio essere una delle cento pecore oppure il cane? – chiede il dermatologo –. Bisogna decidere chi si vuole essere e, anche se nell’adolescenza è difficile perché la confusione in testa spesso regna sovrana, è la convinzione che “non c’è nessuno come me” che ci renderà davvero speciali. Credere fortemente in se stessi, e aggiungerci un bel sorriso, è molto più potente di una faccia perfetta».
Attenzione, però: a 13-14 anni come a 80 desiderare di dare il meglio di sé è legittimo. Da mamme non dobbiamo dunque – è utile ribadirlo – delegittimare il desiderio delle adolescenti di piacersi, ma piuttosto incanalarlo nella giusta direzione. Detergersi al meglio il viso, applicare maschere di argilla verde, curare l’acne sono comportamenti che possiamo e dobbiamo legittimare. «E truccarsi non fa male neppure se si hanno i brufoli – assicura Di Pietro –. Basta struccarsi bene per non irritare la pelle».
Una delle più brave attrici del secolo scorso, la grande Anna Magnani, giunta in età matura, con il viso segnato dagli anni, amava dire di lasciarla invecchiare e che nessuno toccasse le sue rughe perché il tempo aveva impiegato anni per dargliele e non intendeva fare nulla alla sua pelle. Di Pietro ne La bellezza è l’imperfezione si permette di contraddirla: «Permettimi di non essere così d’accordo sull’abbandonare del tutto un viso al proprio destino – scrive in un’immaginaria lettera all’attrice –. Pensa ai nostri muscoli e alle nostre articolazioni e come negli anni essi perdano tono e forza; sono sicuro che tu non metteresti mai in dubbio l’importanza di tenerli in forma con una corretta attività fisica. Diresti mai che una sana passeggiata ogni giorno è una decisione sbagliata? E la tua bocca? Lasceresti davvero che il tempo ti ingiallisca e consumi i denti senza fare nulla? Ti ci vedi con un sorriso cariato? Naturalmente sarebbe orrenda nel tuo viso una dentiera da cavallo o i denti d’oro! Mai! E il tuo affascinante cervello? Sono sicuro che fino all’ultimo respiro tu farai di tutto per mantenerlo giovane: leggendo, scrivendo, continuando a fare progetti. Ma allora perché vorresti lasciare la tua pelle al suo destino, senza fare nulla per aiutarla?». Contemporaneamente però dobbiamo fare capire alle nostre figlie l’assurdità di trasformare il viso, l’espressione, la bellezza autentica. Convincerle oggi ci permetterà, un domani, di non avere giovani donne e poi donne mature con visi deformati.