Ti scatterò una foto

by Claudia

Collezionismo - Una collezione singolare legata alla professione del fotografo e del fermo

Tutti sanno che il collezionismo è un hobby che consiste nella raccolta di oggetti di una particolare categoria. Spesso si tratta di collezioni ben organizzate, catalogate ed esposte in modo attrattivo. Nei settori più comuni del collezionismo ci sono pure molti commercianti specializzati che raccolgono e propongono un certo numero di oggetti, trasformando così in una professione quello che era iniziato come un passatempo. Difficile immaginare di incontrare qualcuno che ha calcato le orme di un percorso inverso: Massimo Pedrazzini ha declinato la sua professione di fotografo con un’appendice dedicata alla raccolta di macchine fotografiche di ogni genere e relativi fotografi, siano essi pupazzi, statuette, lattine di birra e altro ancora. «Tutto va bene, anche le cose più banali o classiche, purché siano correlate a una macchina fotografica», chiosa Massimo che comincia a mostrarci uno dopo l’altro i suoi cimeli che, racconta, sono circa un migliaio tra quelli che tiene a casa («perché nello studio ho cominciato ad avere problemi di spazio») e quelli esposti nel suo atelier fotografico dove ci troviamo. «Malgrado mia mamma dicesse: “Porta mia a ca’ roba che tira polvera”, mi sono appassionato sempre di più. L’unica regola è che non devono rappresentare una spesa folle: ne ho visti di molto belli che mi mancano (ad esempio di ceramica capodimonte), ma non sono disposto a spendere un prezzo eccessivo per una statuetta, anche se ha una macchina fotografica».
La passione nel raccogliere oggetti che non siano troppo costosi (meglio ancora se regalati o se gadget dal valore più simbolico che sostanziale) si è evoluta e ampliata nell’ultimo ventennio raggiungendo ampie quote di popolazione. Si raccolgono facilmente oggetti di uso comune e di prezzo equilibrato, così come fa il nostro interlocutore, al punto che questo tipo di collezionismo è definito «minore». Certo, dinanzi alla collezione immensa di apparecchi fotografici e di ogni genere di cosa abbia a che fare con essi, diciamo che «minore» è l’aggettivo meno appropriato per definire questa originalissima collezione. «Sarà una mia deformazione professionale? Collezionare macchine fotografiche di ogni tipo potrebbe sembrare banale per un fotografo, ma in effetti non ne conosco tanti che lo fanno». Egli va orgoglioso della sua collezione della quale comincia a mostrarci questo o quello o quell’altro pezzo. «Mi ricordo perfettamente la storia di quelli che compero io», dice contraddicendosi un po’ perché sa sciorinare perfettamente provenienza e aneddoti pure di quelli che ha ricevuto in regalo. «Per anni ho avuto solo il primo che ho comprato: il gatto Garfield con la macchina fotografica che avevo visto al Franz Karl Weber a Locarno. Mi sono detto: “Che bello questo gatto ubriaco!” e da lì uno ha tirato l’altro». Così, ci addentriamo nella scoperta di un sommozzatore, rigorosamente con apparecchio fotografico, che fa le bolle nell’acquario. Un paio di macchinette che sono di legno dice di averle comprate al mercatino a New Orleans, mentre ci mostra una macchina fotografica che ha acquistato a Cuba: «È la lattina della Birra Bucaneve: quando si scatta la foto si apre e sbuca una molla con una faccina buffa». E ancora: astronauta con macchina fotografica (perdoni il lettore la ripetizione del contesto essenziale), le paperelle fotografe («quelle che galleggiano nella vasca da bagno e sono declinate in tutti i modi possibili»), le tazze a forma, manco a dirlo, di apparecchio fotografico, un carillon di legno («trovato su e bay dove ho pescato il 90 percento dei miei pezzi da collezione»). Avanti così non si sa più dove voltare lo sguardo fra i mille cimeli, grandi, piccoli, microscopici, di ogni materiale e di ogni forma.
Collezionare significa: «Mettere insieme oggetti che hanno un collegamento tra di loro. Ad esempio, tutti i bicchieri della birra, ma devono avere questo comun denominatore della macchina fotografica. Poi, è vero che c’è pure chi colleziona cose che non hanno pertinenza fra loro, ma per me non è così». Continuando a mostrarci ogni genere di pezzo, dice di non sentirsi un collezionista, anche se questo può sembrare un controsenso: «Non mi piacerebbe collezionare altro e ho iniziato a raccogliere questi perché sono attinenti alla mia professione. Inoltre, si fatica a trovarne, al contrario di altri oggetti da collezione come dadi, bustine dello zucchero e via dicendo». Quasi una sfida, legata alla sua grande passione professionale, che lo ha portato a possedere anche qualche pezzo davvero strabiliante che tiene per il gran finale: «Il primo lo avete visto, è stato Garfield. L’ultimo è questo che rappresenta un motociclista in sella alla moto con il bastone per fare il selfie, trovato in un negozio di Locarno». Infine, cala il jolly e ci mostra una statuetta che riconosciamo in modo inequivocabile perché rappresenta il clown Dimitri con un apparecchio fotografico: «Questo è legato a un ricordo particolare e a me molto caro: una decina di anni fa lo ha realizzato proprio Dimitri apposta per me e me lo ha regalato. Un giorno si è presentato qui da me in studio e così ha visto la mia collezione. Una settimana dopo ho trovato nella mia bucalettere questo clown Dimitri di cartapesta con la macchinetta fotografica, costruito proprio da lui. Per me». Questo sì, senza ombra di dubbio, ci è sembrato il pezzo più prezioso. E pure il più bello.