Storie di grandi donne in biografie a colori

Due donne polacche, due premi Nobel. Una scrittrice, l’altra scienziata, la prima donna della storia a vincere il Nobel (anzi due, nel 1903 per la fisica e nel 1911 per la chimica) ma anche la prima a laurearsi in Scienze alla Sorbona e ad avere il Dottorato in Scienze in Francia. E se la prima biografia, quella sulla poetessa, è nata su proposta dell’editore BeccoGiallo, ora Alice Milani ci ha preso gusto e per l’editore francese Cambourakis sta lavorando a una graphic novel su Sophie Kowalevski, altro personaggio femminile straordinario poco acclamato dalla storia. Eppure è stata la prima matematica e fisica russa e la prima donna nel Nord Europa a ottenere una cattedra universitaria in Svezia nel 1889.
Se il tema vi interessa, domenica 2 ottobre alle 11.00 Alice Milani sarà ospite del Festival Sconfinare a Bellinzona. La sua attenzione per le scienziate non è casuale, la fumettista infatti è cresciuta con una mamma fisica e un padre matematico, due figure che non soltanto la ispirano ma l’hanno consigliata sulle questioni scientifiche più specifiche. «Non volevo che Marie Curie fosse un testo esclusivamente didattico o incentrato sulla vita privata del personaggio. La parte scientifica doveva essere trattata in modo corretto e non superficiale». I disegni sono davvero belli e invogliano a divorare il volume che conta ben duecento pagine «Marie Curie ha avuto una vita lunga e intensa», commenta Alice sottolineando l’importanza della selezione per poter condensare i testi in disegni e balloon. Le chiedo come lavora. «Ho studiato pittura e incisione all’Accademia di Belle Arti di Torino e quindi ho sempre preferito lavorare a mano su carta. Lavoro in scala con tecnica mista utilizzando vari tipi di colore: un po’ acrilico, un po’ tempera, un po’ inchiostri colorati, matite e pennarelli. Poi scansiono e aggiungo il lettering – cioè disegno lasciando gli spazi per i balloon. Poi scrivo il testo da un’altra parte a mano, lo riscansiono e lo incollo nel disegno con photoshop». Il grosso del lavoro è su carta anche per rendere lo stato d’animo dei personaggi e l’atmosfera delle scene «In alcuni punti i personaggi urlano oppure le voci sono tremolanti. Se lo faccio a matita riesco ad adattarlo bene alla forma del balloon. Ogni scena ha la sua palette di colori, ho usato molto il giallo fluo (simbolicamente per la radioattività) e il blu elettrico. Il vestito di Marie Curie – lo stesso per l’intero fumetto per connotarla in modo deciso – è blu notte e a forma di palloncino, non le si vedono mai i piedi. Naturalmente nel modo in cui disegno c’è molta reinterpretazione».
Per orientarsi nei fatti storici l’autrice si è basata sulla biografia di Susan Quinn (Marie Curie. Una vita, Bollati e Boringhieri). Pur conoscendo i tempi di allora, si resta di stucco quando «Le Journal» annuncia il premio Nobel al marito Pierre e lei viene indicata solo come la sua assistente. «Le Journal» arriva persino a pubblicare una falsa intervista alla scienziata «tutte cose vere, documentate» dice Alice Milani. Nella Francia misogina e antisemita di inizio Novecento Marie Curie non ebbe vita facile, la stampa iniziò una vera campagna d’odio contro di lei quando dopo la morte di Pierre Curie si innamorò del fisico Paul Langevin.

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