La discalculia rientra tra i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) come la dislessia, la disgrafia, la disortografia, ed è un disturbo neurobiologico specifico del calcolo (non una generica difficoltà in matematica), che potrebbe interessare quasi un migliaio di studenti nel Canton Ticino dei 56’650 iscritti a scuola quest’anno. Un piccolo esercito, quindi, che, se individuato con tempestività, può trasformare la propria esperienza scolastica da un’affannosa corsa a ostacoli a un’esperienza gestibile e persino soddisfacente.
Discalculia – Manuale di convivenza è un libro che riempie un vuoto: finora la letteratura in proposito era tutta orientata ai bambini delle prime classi delle elementari e riguardava solo i rudimenti del calcolo, oppure trattava l’argomento in modo teorico. «Il mio non vuole essere un testo accademico che esponga una ricerca di tipo teorico, ma un insieme di buone pratiche utile per creare strategie grazie alle quali la necessaria convivenza con la materia sia più soddisfacente e meno frustrante possibile», spiega Paola Ciccocioppo Jaumin, fondatrice del centro Il Punto e autrice del libro, insieme a Valentina Cherubini. «Questo lavoro è stato il risultato finale di un lungo processo alla base del quale sta la mia esperienza di tutor dell’apprendimento con i ragazzi discalculici dalle scuole medie in su, a cui è seguita la raccolta e la sistematizzazione del materiale accumulatosi negli anni».
Il manuale fa riflettere su come si apprende e quali processi mentali sono alla base delle azioni che si intraprendono durante la risoluzione di un problema (un’equazione, un calcolo ecc.) e insegna a focalizzarsi sui punti di forza e di debolezza del discalculico, in modo da sfruttare meglio i primi e da superare i secondi nel modo più indolore possibile.
Nel corso del libro, facciamo conoscenza con la figura di Filippo, un quindicenne che dopo anni di insuccessi in matematica ha appena ricevuto la diagnosi di discalculia, e che, con l’aiuto di una tutor inizia a far pace con sé stesso e le proprie caratteristiche. Scopre innanzitutto di non essere solo, di non essere «sbagliato», e poi impara come funziona il suo cervello di fronte alla matematica. I capitoli in cui Filippo parla in prima persona raccontando la propria esperienza si inframmezzano ad altri capitoli più operativi. Questo continuo gioco di rimandi crea un’alternanza tra la comprensione del soggetto discalculico aiutando i suoi genitori, insegnanti o tutor (chiunque si trovi nelle condizioni di confrontarsi con le sue difficoltà) a comprendere empaticamente la sua esperienza, dall’altra fornisce in maniera rigorosamente scientifica, eppure accessibile a tutti, una serie di utensili che sosterranno lo studente e chi lo aiuta nella pratica dello studio.
Un’ultima osservazione riguarda la forma del libro, studiato in modo da essere di facile lettura anche per i dislessici: «La parte grafica riveste un’importanza fondamentale nella comunicazione con i ragazzi, specialmente con DSA. Per questo motivo ho lavorato in stretta collaborazione con Laura, autrice sia del progetto grafico sia delle illustrazioni del manuale. Le immagini sono spesso funzionali alle parole e viceversa. Infine, tengo particolarmente al fatto che siano stati utilizzati per la stampa i criteri dell’alta leggibilità per i ragazzi dislessici: caratteri senza grazie, interlinea aumentata e allineamento a bandiera a sinistra».
Che cosa si aspetta l’autrice dal manuale appena pubblicato? «Di aiutare i discalculici a diventare autonomi nello studio al punto da poter annunciare alla propria tutor di non aver più bisogno di lei».