Ritorno sull’Isola delle Scimmie

by Claudia

Videogiochi - Dopo tanti anni Ron Gilbert ha creato un nuovo episodio della saga di Guybrush Threepwood, pirata imbranato ma decisamente molto ottimista

I videogiochi «punta e clicca» esistono da intere decadi. Esistevano prima di quei giochi dai budget stratosferici, con attori di Hollywood come protagonisti, prima dei titoli competitivi multiplayer e della realtà virtuale. All’epoca, i giocatori di tutto il mondo si divertivano con titoli quali Monkey Island, Sam & Max, Indiana Jones and the Fate of Atlantis, King’s Quest, Space Quest, Gabriel Knight, Loom e via dicendo.
Una delle compagnie più importanti, in grado di lasciare davvero il segno nel genere fu Lucasfilm Games (divenuta in seguito LucasArts e poi acquistata in blocco da Disney): oltre a sviluppare veri e propri tool di programmazione per facilitare la creazione di giochi, seppe proporre avventure e personaggi indimenticabili. Un tipo di videogiochi che ha fatto il suo tempo per quanto riguarda il mainstream ma che non ha mai smesso di crescere con nuove storie, nuove serie e nuovi creatori. Creatori anche di casa nostra, con la recente uscita di Monorail Stories.
Di quando in quando però capita che pure i vecchi creatori, quelli che hanno contribuito a costruire un intero genere, ritornino dietro lo schermo del computer per ravvivare il genere. È il caso di Ron Gilbert, storico creatore di Monkey Island che, dopo aver abbandonato la serie dopo il secondo capitolo, è di ritorno con una nuova avventura dedicata ai pirati più fanfaroni e smargiassi dei videogiochi.
La saga di Guybrush Threepwood, pirata imbranato ma decisamente molto ottimista, lo vede dall’oramai lontano 1990 combattere contro il malvagio zombie-pirata LeChuck. Una rivalità nata quasi per caso, visto che il buon Guybrush non desiderava altro che diventare un pirata. La via per diventare un selvaggio e temibile filibustiere lo portò a incontrare la governatrice di una delle isole dei Caraibi fittizi del gioco, Elaine Marley. E, in seguito al rapimento di quest’ultima, finì per scontrarsi con un malvagio capitano pirata. Una storia che è proseguita con quattro giochi, due punta e clicca classici, un gioco in tre dimensioni e una serie episodica.
Return to Monkey Island (Ritorno a Monkey Island) arriva però adesso, nel 2022, con proprio Ron Gilbert al timone di una produzione che sembra un po’ fuori moda per i gusti contemporanei ma che, in realtà, ha molto da offrire ai fan sia vecchi sia nuovi. Lo stile è quello del classico gioco in due dimensioni: movimenti per lo più in due direzioni e con tanti dialoghi da seguire. La parte centrale del gameplay di Monkey Island è infatti la risoluzione di puzzle ed enigmi. Parlare coi vari personaggi, mettere assieme gli indizi, esplorare le varie isolette caraibiche e proseguire nella storia. Scoprire cosa succede in questa nuova avventura sarà la principale molla che ci spingerà a proseguire anche se, bene inteso, è necessario avere un minimo di interesse per la risoluzione delle sfide proposte dal gioco. Ma, a differenza di altri giochi recenti del buon Ron, Return to Monkey Island è assai più abbordabile anche da coloro che non sono propriamente fan dello scervellarsi.
Ciò che probabilmente metterà tutti d’accordo è invece lo humor. Monkey Island è da sempre una serie assai spassosa, popolata di personaggi eclettici e solitamente piuttosto squinternati. Senza dimenticare le varie attività piratesche. Un esempio storico è il «duello a insulti», cioè sfide all’arma bianca: il gioco sta nel rispondere correttamente agli insulti da filibustieri che ci vengono rivolti. Nulla di scurrile ovviamente ma una serie di simpatici siparietti comici. Nel nuovo gioco la vena comica è stata mantenuta e sarà una bella sorpresa per i nuovi fan e una piacevole riscoperta nostalgica per i più esperti, che apprezzeranno gli abbondanti riferimenti ai titoli e alle battute del passato, pur senza diventare troppo autoreferenziale.
Gli aggiornamenti riguardano i sistemi di gioco. Un tempo si doveva letteralmente puntare il cursore del mouse e cliccare per scegliere la direzione, cosa comunque ancora possibile su PC! Grazie a una serie di verbi mostrati a schermo era possibile scegliere di «usare» il «pollo di gomma» sulla «porta», per fare un esempio. Per taluni un’interfaccia un po’ vecchiotta con paradigmi un po’ antiquati. Oggi è più semplice, specialmente per coloro che scelgono la versione per Nintendo Switch invece che per PC. Ora ci si muove con controller e si possono selezionare comodamente i vari elementi e oggetti a schermo per interagire, raccogliere, comunicare e così via. La soluzione degli enigmi richiede un minimo di pensiero coerente ma ora è anche disponibile un libro degli indizi che fornirà qualche dritta al giocatore distratto o perso. Un cambiamento che forse non farà piacere a tutti ma doveroso per rendere appetibile il titolo a più utenti.
Return to Monkey Island è un titolo spassoso che ci terrà occupati per una decina d’ore. Un’avventura scanzonata, divertente e a tratti nostalgica che si fa scoprire con piacere. I personaggi che incontreremo, siano essi nuovi o già visti in passato, strappano sempre il sorriso se non una vera e propria risata. Il ritorno di un grande classico del passato che, per una volta, non delude le aspettative.