Giovani – Lo studio JAMES 2022 analizza l’uso dei media digitali dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni: molestie e cybermobbing continuano ad aumentare
Se lo chiedono per primi i genitori, i professori, ma un po’ anche l’universo intero. Come usano i giovani i media digitali? La domanda coincide con il tema indagato dallo studio nazionale JAMES 2022, i cui risultati sono appena stati pubblicati. L’indagine, condotta dall’Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW) – si svolge dal 2010 ogni due anni – ha coinvolto un campione rappresentativo: 1049 giovani tra i 12 e i 19 anni, appartenenti alle tre grandi regioni linguistiche (Svizzera tedesca, francese e italiana) e interpellati da maggio a giugno scorsi attraverso un sondaggio svolto nelle scuole.
La ricerca pone la lente sul comportamento mediale nel tempo libero dei giovani e accende i riflettori su diversi ambiti, sollevando al contempo interrogativi e fornendo, se non proprio rimedi agli aspetti più problematici, alcuni auspici. Una delle tematiche più sensibili e indagate per la prima volta in modo articolato dall’avvio dello studio JAMES, riguarda le molestie sessuali in Internet. Quasi la metà degli adolescenti – rivela il sondaggio – è stata vittima almeno una volta di molestie sessuali online. Un dato in aumento negli anni (nel 2014 erano il 19%). Tre ragazze su cinque e un ragazzo su tre hanno dichiarato di essere già stati contatti online con messaggi indesiderati a sfondo sessuale. Circa la metà delle ragazze è già stata invitata da una persona sconosciuta a inviare foto erotiche che le ritraessero. Ma anche nell’ambito del cybermobbing si accendono campanelli d’allarme: il fenomeno di danneggiare una persona in Internet negli ultimi anni è cresciuto di quasi il 10%. In sede di conclusioni, gli autori dello studio evidenziano, invocando azioni preventive e invitando a correre ai ripari: «In questo ambito è necessario intervenire. È inaccettabile che le molestie sessuali e il cybermobbing tra i giovani continuino ad aumentare. Da un lato è necessaria un’offerta ampia e diversificata di misure pedagogiche in ambito di media e di offerte per potenziare l’autodifesa digitale. Dall’altro anche le istituzioni statali e i fornitori di piattaforme devono riflettere sulle possibili soluzioni per una migliore protezione dei giovani nei media. Solo unendo le forze e intraprendendo contromisure coordinate potremo contenere questo problema».
Anche dal profilo della protezione e della sfera privata l’universo giovanile non si attrezza a sufficienza. Dallo studio emerge che nonostante le preoccupazioni sulla protezione dei dati sollevate negli anni passati con l’app di messaggistica WhatsApp, quasi tutti i giovani sono attivi su questo social network: «Alternative come Signal o Threema – sottolineano i ricercatori – continuano a essere social di nicchia. Circa un quarto dei giovani si preoccupa che informazioni personali che non vogliono condividere diventino pubbliche. Questa percentuale è diminuita leggermente ma costantemente negli ultimi anni».
Ma quante ore spendono i giovani sul web? In una giornata settimanale trascorrono mediamente circa 3 ore e 14 minuti in Internet. Nel fine settimana la durata media passa a quasi 5 ore. «I giovani provenienti da famiglie con stato socioeconomico basso e i giovani che frequentano i livelli base della scuola media dichiarano di trascorrere (molto) più tempo su Internet rispetto ai coetanei provenienti da situazioni socioeconomiche migliori o che frequentano una scuola con un livello di istruzione formalmente più elevato».
La ricerca risponde pure al tema dei videogiochi, per cui si osserva un leggero aumento, a partire dai 16 anni. Complice pure l’industria del gaming, che ha individuato tra le ragazze «un nuovo gruppo target e con il tempo anche le rappresentazioni di personaggi femminili nei videogiochi sta diventando più frequente». Giocano online comunque più i ragazzi delle ragazze. Altro dato posto in rilievo dallo studio JAMES 2022: «Quando i giovani trascorrono il loro tempo libero da soli, amano soprattutto utilizzare media audiovisivi (serie, film, game), praticare attività sportive e ascoltare o fare musica. In compagnia di amiche e amici le attività preferite sono fare sport, fare qualcosa insieme, trascorrere del tempo all’aperto, cucinare, mangiare, bere o chiacchierare». Quanti amici hanno gli adolescenti? In media 5 – indica l’indagine. Ormai è delineato: i giovani sono ben equipaggiati di strumenti mediali. Non vi è praticamente nessuno che non abbia uno smartphone. Inoltre, tre quarti possiede un proprio computer o laptop. I social network più utilizzati dai giovani? TikTok, in particolare crescita, WhatsApp, Snapchat e YouTube.
Ma quanto i risultati di JAMES 2022 conoscono poi una diffusione concreta fra le istanze preposte all’educazione dei giovani? «Oltre a pubblicare i rapporti completi nelle tre lingue nazionali online sul sito dello ZHAW, in modo che tutti possano leggerli – risponde da noi interpellata la professoressa Eleonora Benecchi, della facoltà di Comunicazione, cultura e società dell’USI, tra le ricercatrici che hanno condotto lo studio per la Svizzera italiana – i dati dell’indagine vengono utilizzati anche dal portale giovaniemedia.ch che offre raccomandazioni e suggerimenti a educatori e genitori per aiutare i giovani a gestire al meglio il loro rapporto con i media. Da parte nostra portiamo la nostra esperienza di ricerca e i dati che raccogliamo direttamente nelle scuole, per le sedi che ce lo richiedono, diventano così temi di incontri per discutere direttamente con i giovani delle potenzialità e dei rischi che i media pongono. Inoltre partecipiamo a momenti di aggiornamento sul tema per i docenti. I social media e in generale l’esperienza online è come l’esperienza di attraversare un bosco, pieno di rischi ma anche di opportunità. Dobbiamo insegnare ai giovani come riconoscere i frutti buoni da quelli cattivi, come distinguere i sentieri sicuri da quelli pericolosi, quali incontri possano farli crescere e quali danneggiarli. Solo se diamo loro strumenti adeguati e una mappa dettagliata e coerente il viaggio nel bosco digitale sarà positivo e arricchente».