Fotografia - Una volta realizzato un progetto come ci si può preparare efficacemente al confronto con il pubblico?
Partendo a volte da considerazioni storiche come pure sociologiche, in questa serie di articoli sulla fotografia abbiamo finora affrontato in particolar modo gli aspetti pratici, legati alla realizzazione di un’immagine, indicando alcune delle varie implicazioni tecniche che possiamo incontrare nei diversi ambiti in cui ci troveremo a operare.
Abbiamo valutato l’utilità dell’elaborazione di un progetto, avendo come fine la costruzione di una serie coerente d’immagini. Riflettere preliminarmente sugli aspetti formali e di contenuto del lavoro che andiamo ad affrontare, formulando in questo modo con un certo grado di precisione un obiettivo, non potrà che esserci d’aiuto nel seguito, quando c’immergeremo concretamente nella realtà stessa di quel lavoro.
Scattare qua e là, un po’ a caso, sulla base di estemporanei invaghimenti, ci può anche stare. Anzi, a volte c’imbattiamo fortuitamente in situazioni dotate di grande forza espressiva che sarebbe un peccato, avendo la macchina a portata di mano, non fermare con uno scatto. Teniamo però presente quanto una serie ben costruita – dove ogni immagine ha una sua ragione d’essere, di per sé e nel dialogo con le altre – sia innanzitutto occasione per migliorarci, tanto nella riflessione quanto nella pratica della fotografia, e sarà in un secondo tempo, per lo spettatore, fonte di piacere seguirne lo sviluppo coerente e armonico, l’emergere di una chiara linea di fondo.
Elaborazione di un piano di lavoro, dunque. Per passare poi alla sua realizzazione, fase in cui, oltre a scattare, andremo anche, probabilmente, a intervenire sul progetto stesso: la realtà quasi mai – per fortuna, mi vien da dire – confermerà in tutto e per tutto quanto avevamo inizialmente previsto. La realizzazione di un progetto può implicare settimane, mesi, anche anni di lavoro, il più delle volte intercalandola con l’esecuzione di altri progetti, in un fertile movimento di va e vieni tra questi. Conclusa questa fase, come sbocco naturale e per molti versi necessario, si tratterà di andare a verificare la validità e la forza comunicativa del nostro lavoro attraverso lo sguardo altrui. Dovremo, in altre parole, sottoporre al giudizio di un pubblico le nostre immagini, che andranno dunque opportunamente approntate per far sì che il lavoro, nel suo insieme, risulti comprensibile, solido e stimolante. Vediamo allora, con qualche parziale indicazione, come preparare questo momento cruciale di verifica.
Sotto quale forma presenteremo l’insieme delle immagini
Diverse sono le soluzioni, a dipendenza del pubblico che vogliamo toccare, di quanto tempo e denaro possiamo impiegare per questo compito e in forza delle opportunità che ci si presenteranno. La natura stessa del lavoro che vogliamo mostrare può anche per certi versi influenzarne le modalità di presentazione. Delineo qui alcune delle soluzioni utilizzate più di frequente.
La più semplice consiste nel costituire un portfolio con una selezione di stampe di buona qualità, libere e preferibilmente protette da buste trasparenti destinate a questo fine. Di solito si procede in questo modo quando, per il nostro lavoro, cerchiamo sbocchi ulteriori.
Un’altra modalità potrebbe essere quella di una pubblicazione attraverso un sito, possibilmente il proprio, per poter controllare nel dettaglio i vari aspetti legati alla presentazione della serie.
Il libro fotografico – o altra pubblicazione cartacea – è senza dubbi una forma interessante di presentazione. Prodotto in proprio – diversi laboratori hanno reso ormai accessibile questa opzione – o meglio ancora, grazie a un editore o altro sponsor che crede nelle potenzialità del nostro lavoro, presenta il vantaggio di resistere alla forza del tempo nella forma che gli avremo dato.
Infine, una soluzione di particolare interesse consiste nell’esporre le immagini in un luogo aperto al pubblico. Cosa che comporta un gran lavoro di preparazione per una presentazione di durata limitata. All’effimerità di un’esposizione è possibile ovviare, in parte, lasciandone traccia con l’eventuale pubblicazione di un catalogo.
Selezione delle immagini
Tra tutte quelle scattate vanno scelte le più forti, le più rappresentative e coerenti rispetto all’idea che dà vita alla serie. Se non vi sono specifiche ragioni, vanno evitate o comunque limitate il più possibile le ridondanze. È un lavoro per niente facile da fare, e più è cospicuo il corpus d’immagini disponibile, più saremo costretti a sacrificare immagini a cui siamo per qualche motivo legati. Cominciate pure con una selezione larga per poi restringerla a mano a mano che procedete. Può esservi utile per questo lavoro di selezione il contributo di qualcuno di cui avete fiducia.
Ordinamento delle immagini
A dipendenza del tipo di presentazione – vedi sopra – andremo a costruire delle sequenze e/o dei gruppi d’immagini. I nessi tra le immagini saranno determinati dal contenuto come pure da aspetti formali. Tanto meglio se entrambi questi fattori si troveranno riuniti. L’ordinamento verrà inoltre condizionato dalla quantità e dal tipo di spazio disponibili: le pagine in sequenza di una pubblicazione, i muri di una galleria, le pagine interconnesse di un sito. E così via.
Finizione, dimensioni, supporti
Che sia a schermo o stampata, la serie dovrà presentarsi come un insieme coerente. Tanto più coerente sarà, tanto più forte l’impatto sullo spettatore. Curate dunque la lavorazione delle immagini tenendo conto del fatto che sono parte di un insieme – o di vari sotto insiemi. Nel caso vengano poi stampate, la scelta della carta, per certi versi soggettiva, non può esser comunque fatta a prescindere dal tipo d’immagini che presentate. Per i formati, il ragionamento è simile: certe immagini funzionano in modo egregio a piccole o medie dimensioni, altre verranno esaltate da un grande formato. Lo spazio disponibile sarà pure un criterio determinante nello stabilire le dimensioni. Infine dovrete decidere, fossero presentate sotto forma di stampe, se vanno incorniciate o meno, montate su un supporto, dotate di bordo o presentate al vivo, ecc. Per tutte le scelte qui elencate, non vi è una soluzione ma una moltitudine di possibilità tra le quali dovrete sceglierne una che, sostenuta da una logica fondata, riesca a esprimere al meglio il potenziale insito nel vostro lavoro.
Testo d’accompagnamento.
Assolutamente facoltativo, può però suggerire elementi utili alla lettura della serie quando questa lo dovesse richiedere – ad esempio, i motivi che vi hanno spinto a realizzare un tale lavoro, il contesto e il periodo in cui è stato scattato, quanto tempo c’è voluto per creare la serie. Un eventuale testo critico potrebbe già integrare tutte queste informazioni oltre a indicare altre strade di lettura.
Nel suo insieme, è giusto dirlo, il lavoro di costruzione di una presentazione richiede un notevole sforzo, verso cui non siamo sempre disponibili, un impegno di tempo e concentrazione che però, quando ben diretti, porteranno i loro frutti. Affrontare con spirito aperto il confronto col pubblico non potrà che arricchire la percezione che abbiamo del nostro lavoro e consolidare il nostro percorso di crescita.