Un importante restauro nel 2001 gli ha restituito l’antico aspetto di giardino storico, gli scavi compiuti nel terreno hanno riportato alla luce piccoli mattoni in ceramica che delimitavano le aiuole settecentesche, gli stessi mattoni sono stati riutilizzati per delimitare le lunghissime strette aiuole che formavano la struttura originale antica. È stata ricuperata e mantenuta la divisione in tre settori, separati da due vasche di forma ellittica che un tempo raccoglievano l’acqua dei canali che correvano scoperti per le vie di Milano, una parte di questi corsi d’acqua infatti era utilizzata per le piante. Nei due più grandi settori dell’Orto Botanico troviamo una fitta successione di strette aiuole con collezioni di ogni tipo di piante, alcune aiuole ospitano numerose specie medicinali di varie famiglie, in altre, con particolare attenzione al microclima delle aree dell’Orto, sono collocate piante mediterranee che crescono in ambienti aridi e umidi, mentre altre piante sono suddivise per il loro uso alimentare o tessile, per carta e tintoria.
Le «Piante per la salute» hanno un percorso particolare e recano un cartellino identificativo ricco di informazioni sul loro luogo di origine, sui principi fitoterapici, sulle parti utilizzate e sulle parti del corpo per cui sono indicate. Tutte le piante sono classificate in base alle famiglie e all’ordine di appartenenza, anche se oggi i moderni botanici, per la continua introduzione di piante con proprietà diverse, hanno operato stravolgimenti enormi tra tradizionali generi e famiglie. Nell’Orto Botanico trovano un posto importante le piante rare conservate per la loro biodiversità, tra le piante autoctone della Lombardia ammiriamo ad es. l’esile «Garofano dei certosini» accanto a una lussureggiante «Felce regale» o ad altre piante meno note ai non esperti. All’ingresso, una lunga aiuola ospita la famiglia botanica delle Lamiaceae, di cui fa parte la salvia, e sono infatti oltre una decina le differenti varietà che possiamo osservare e che provengono da ogni parte del mondo: di ognuna notiamo le diverse forme delle foglie, il loro modo di proteggersi dagli insetti, annusiamo i differenti aromi e profumi. Nel terzo e ultimo settore dell’Orto Botanico un’area speciale è chiamata «Alboreto», e vi troviamo due meravigliosi e alti alberi di «Ginko Biloba», vecchi di 250 anni e considerati un poco il simbolo dell’Orto Botanico. Di questa antica pianta, le cui foglie tra l’altro sono uno dei migliori rimedi per combattere la perdita di memoria, troviamo già tracce nei fossili, è composta da alberi maschio e alberi femmina, ma la differenza può essere notata solo nei fiori e nei semi.
Al termine della visita ci rendiamo conto di aver fatto esperienza di un luogo di silenzio e di pace. Qui si entra liberamente secondo comodi orari, sedie e tavolini sono collocati per chi desidera sostare nel verde, passeggiare tra i colori dei fiori o scoprire il verde tenero di nuovi germogli, leggendo un libro o semplicemente godendo dell’ambiente sereno.
L’Orto Botanico è un luogo di studio scientifico ma anche di magia, in un piccolo spazio evidenzia le eterne trasformazioni delle piante, la loro nascita, morte, crescita e fioritura, ma ci ricorda che anche noi ubbidiamo alle stesse leggi e siamo parte della natura.