Chris Grabenstein, Il riposino no!, Illustrazioni di Leo Espinosa,Edizioni Il Castoro (Da 3 anni)
Una storia della buonanotte in versione diurna, perché qui di giorno e non di notte si tratta. Qui c’è in gioco il famoso «riposino», talvolta accolto dai bimbi come una rigenerante pausa post-prandiale, ma spesso aborrito come un obbligo a sospendere i giochi. Anzi, più le attività sono state intense e pressanti, più molti bimbi sono così stanchi e agitati che anche volendo non riescono a lasciare la presa e ad abbandonarsi al riposo. E allora si oppongono, con tutte le loro forze, e con quel «no» tipico dei due-tre anni (e anche prima), proprio come fa Arianna, l’irriducibile protagonista di questo divertente albo, illustrato con grande espressività da Leo Espinosa e scritto con vivacità, coinvolgendo i lettori, da Chris Grabenstein: «Secondo te, Arianna avrebbe fatto il suo riposino?». Certo che no, risponderanno, un po’ rispecchiandosi, i piccoli lettori. No! grida la piccola ribelle, che il suo riposino non lo vuole proprio. Ma se non lo vuole lei, c’è un sacco di gente che invece lo vorrebbe tanto: «posso farlo io il suo riposino?», dicono le persone al parco, dove Arianna si agita sul passeggino spinto dall’esausto papà. E tutti cominciano a dormire, i passanti, gli operai del cantiere, il netturbino, la ragazza con lo skate, i poliziotti, persino le anatre nello stagno e i piccioni. Adesso questo dolce russare comincia a fare venire sonno ad Arianna, ma ci sarà ancora un riposino per lei, dopo che tutti se ne sono presi uno? Certo che sì, grazie a un simpatico aiutante… e i piccoli lettori lo scopriranno alla fine, dopo che con questa storia si saranno calmati e sentiranno anche loro il bisogno di un bel riposino!
Nicola Cinquetti, C’è la casa da pulire, Illustrazioni di Chiara Di Vivona, Edizioni Parapiglia (Da 5 anni)
La copertina dice già molto di questo splendido libretto: prima di tutto il titolo, un saltellante ottonario; poi il nome dell’autore, garanzia di eleganza, humour e capacità di incantare i piccoli lettori; poi l’efficacia espressiva dei colori (solo blu e arancione, che caratterizzeranno tutto in tutte le pagine) e del tratto (con i personaggi principali e il tema campeggianti da subito) dell’ottima illustratrice. Ma anche il retro, la quarta di copertina, non è da meno nel presentarci la piccola perla che abbiamo tra le mani: «un prodotto in rima per bambini, cani e adulti!». Verissimo, non solo i bambini si divertiranno con questa storia, che fa «ridere e immaginare», che «contiene solo ingredienti naturali: parole, ritmo e fantasia», le cui «istruzioni per l’uso» suggeriscono di «versare i versi dalle pagine alle orecchie per il tempo necessario». Ecco, sì, versare i versi dalle pagine alle orecchie, perché questa è una storia da affidare alla voce e all’ascolto, così che ne venga valorizzato il ritmo impeccabile degli ottonari a rime alterne di cui è composta. Un ritmo dall’effetto assicurato, a patto di saperlo ben padroneggiare, come sa fare Nicola Cinquetti, con un brio che riecheggia, attualizzandoli, gli antichi fasti di Sergio Tofano col Signor Bonaventura nelle vignette dei primi Corrierini.
«Stamattina i genitori/di Alessandro e Valentina/fanno fare dei lavori/al bambino e alla bambina./C’è la casa da pulire/dal salotto al gabinetto,/chi si vuole divertire/può spazzare anche il vialetto.» L’avventura delle pulizie comincia, e comincia anche a volare la fantasia, grazie alle metafore del testo (l’aspirapolvere è un elefante, lo straccio è grigio come un avvoltoio…) ben accompagnate dalle illustrazioni. Accadono piccoli intoppi, vengono gaiamente risolti, il lettore è agganciato alla narrazione, che tuttavia ha la sua vera svolta con l’ingresso ingombrantissimo del mastino dei vicini, che sporca di nuovo tutto e crea scompigli a catena, accelerando il racconto e rendendolo esilarante. All’apice del disastro arrivano i genitori, che non si arrabbieranno come ci si potrebbe aspettare, anzi si uniscono alle risate dei figli (e dei lettori) e si rimboccano le maniche per sistemare tutto, invitando però i bambini a correre fuori, il lavoro può bastare: «c’è un bel sole sorridente/che vi aspetta per giocare!».