Reportage - L’itinerario albanese Passo Cesare ripercorre lo sbarco delle sette legioni guidato dal condottiero romano
«Inter Ceraunorum saxa et alia loca pericolosa […] locum, qui appellabatur Palaeste» («Tra i monti Cerauni e altri luoghi pericolosi […] nella località chiamata Paleste»). In questo estratto del De Bello Civili (La guerra civile) di Giulio Cesare (48 a.C.) parlava della regione sud-orientale dell’Albania, quella che comprende l’attuale parco nazionale di Llogara e la penisola di Karaburun. Le coste dell’antica Paleste, oggi Palasa, furono sede del leggendario sbarco di sette legioni guidate dal condottiero romano. Fu qui che Cesare chiese ai capi locali il permesso di attraversare il territorio senza essere osteggiato in modo da attaccare a sorpresa l’avversario, che si trovava ignaro ai piedi della valle. Lo sbarco permise a Cesare di cogliere di sorpresa Pompeo e di prendere il controllo di alcuni importanti centri costieri, come Orik (l’odierna Orikum) e Apollonia.
L’itinerario seguito da Cesare fu descritto in diverse fonti antiche, come il già citato De Bello Civili, un resoconto di guerra scritto dallo stesso Cesare, il Bella Civilia di Appiano e il Pharsalia di Lucano, e fu studiato da diversi archeologi.
Oggi un itinerario a lui intitolato, il Passo di Cesare (Qafa e Qesarit in lingua albanese), ricorda non soltanto le imprese belliche del condottiero, ma rimanda anche a una storia più recente, dal momento che le rovine e le fortificazioni militari presenti lungo il percorso sono legate agli eventi della Prima Guerra Mondiale. I frammenti di ciottolato, così come le spianate di terreno roccioso conservatesi lungo il cammino, sono testimonianza dei combattimenti che hanno interessato la zona nel corso della storia.
Delle aree attraversate dall’itinerario di Cesare, Llogara, dichiarato parco nazionale dal governo albanese nel 1966, è particolarmente interessante. Nonostante l’area che ricopre sia di soli 10,1 km² il parco, affacciato sulla riviera albanese, è famoso per la sua diversità, caratterizzata dai maestosi monti Cerauni da una parte e dalla costa soleggiata del mar Mediterraneo dall’altra.
Gran parte della vegetazione è endemica (sono note una varietà di iperico e di sesleria, l’Hypericum Haplopylloides e la Sesleria Albanica), risultato di una combinazione unica tra mare e montagna. La foresta è composta da alberi decidui e conifere, tra cui frassini, pini neri, abeti bianchi, querce di Kermes e abeti bulgari. Tra questi vi è il Pino Bandiera (Pisha Flamur), un albero secolare piegato dai forti venti del mediterraneo a forma di bandiera, come suggerisce il nome. La vegetazione è un habitat meraviglioso per caprioli, daini, camosci, gatti selvatici europei, volpi rosse, lontre e lupi. Sono presenti anche 225 specie di uccelli, oltre due terzi delle specie presenti in Albania, tra cui spiccano l’aquila reale, il grifone, la coturnice, l’aquila serpente e il picchio nero.
All’interno delle pinete di Llogara si trova un piccolo spiazzo, che offre una vista incantevole sulla valle e sulla baia di Vlorë (Valona). Quasi al centro dello spiazzo si trova la «Pietra di Cesare», con riferimento al luogo scelto dall’esercito di Giulio Cesare per accamparsi prima di partire in direzione dell’antica città di Orik, dove era posizionato l’esercito di Pompeo. Il percorso della Via di Cesare inizia a valle, all’altezza del delta del fiume Palasa, che è oggi denominato Monumento Naturale e compreso nel territorio amministrativo del Comune di Himarë. Il delta ha la forma di un ventaglio ed è formato dai detriti trascinati dalle acque del torrente, una sorta di museo all’aperto dei depositi geologici nel corso dei secoli.
Ma sono i monti Cerauni, già menzionati nell’antichità da autori come Tolomeo, Strabone e Pausania, il cuore del parco nazionale. Le escursioni e il trekking tra queste maestose montagne sono una delle principali attrattive del parco oltre agli sport di terra, di aria e di acqua: ogni anno si svolgono competizioni internazionali di parapendio e di mountain bike. La catena si estende per circa cento chilometri e quella del Maja e Çikës (Monte Çika) è la vetta più alta, con i suoi 2044 metri. Fa impressione osservare questa parete verticale dalla costa sottostante, là dove il Mar Ionio incontra l’Adriatico. Il centro informazioni del parco, aperto grazie a un finanziamento dell’Unione Europea, offre informazioni sulle molteplici escursioni della zona. Vi sono percorsi per tutti i livelli di allenamento, da una durata di poche ore a più giorni.
D’estate, Llogara è un’importante tappa di passaggio lungo la strada che porta alla riviera meridionale albanese. Salendo verso il Passo di Llogara dalla baia di Orikum si raggiunge in fretta l’altezza di 1017 metri. Le condizioni della strada statale SH8 sono sorprendentemente buone rispetto alla media delle infrastrutture albanesi. Ai lati della strada si affacciano i molteplici hotel e ristoranti di Llogara, noti soprattutto per pietanze a base di carne, e per lo yogurt fatto in casa, accompagnato da noci e miele locale.
Proseguendo verso la costa le cortine di pini si aprono a svelare la distesa del Mar Ionio. La costa di Dhermi, così come quel delta del Palasa che fece da scenario alle gesta di Cesare, sono visibili a occhio nudo dai vari punti panoramici disseminati tra i tornanti; e nelle giornate più limpide si scorgono la silhouette dell’isola greca di Corfù e persino la costa pugliese, distante un centinaio di chilometri.
La regione gode di una media di trecento giorni di sole l’anno e nei mesi estivi è assalita da turisti locali e stranieri almeno fin dal 2012, anno in cui fu dichiarata una destinazione degna di nota dalla rivista «Frommer’s». Una tappa del tour del DJ Tiesto e le riprese di un episodio del programma TV Top Gear che mostrava un inseguimento in auto lungo la tortuosa strada costiera fecero il resto, e ora sono numerosi i cantieri che punteggiano la costa, presumibilmente in preparazione di nuove, capillari strutture ricettive.
Ave, Cesare, provaci ora a trovare «parcheggio» a Paleste per le tue sette legioni!