Fotografia - Consigli utili su come vivere certi momenti insinuandoci con l’occhio della camera e con quello della mente negli innumerevoli e imprevedibili anfratti offerti dalle situazioni più diverse
Vi sarà di certo successo più volte di prendere parte a momenti particolari – quali, ad esempio, una cerimonia, un ricevimento, un’inaugurazione – non per forza da protagonista, più spesso forse soltanto come comprimari o spettatori. Specialmente in quest’ultimo caso, avrete vissuto quei momenti lasciandovi influenzare dal tipo di energia sprigionata dall’evento: partecipandovi attivamente, qualora in sintonia con quella; oppure, se annoiati, staccandovi, e subendo nel limite del sopportabile le circostanze che la vita sociale talvolta ci può imporre.
La mia proposta è di partecipare a simili momenti con lo sguardo del fotografo. Stimolando, cioè, il vostro spirito d’osservazione e di analisi. A prescindere dall’umore che vi anima – mal o bendisposto che sia alla situazione che affrontate –, insinuatevi con l’occhio della camera e con quello della mente negli innumerevoli e imprevedibili anfratti che la situazione vi offre.
Il ragionamento va fatto pensando a quegli eventi codificati, a quelle ritualità che scandiscono il nostro stare in società, poiché sono situazioni per le quali più spesso viene richiesta la presenza di un fotografo, ma anche perché – in quanto momenti speciali – sono intrisi di simbologia e significati reconditi che richiedono da parte del fotografo grande attenzione, sensibilità, reattività e capacità di anticipare gli eventi. Infine, siccome particolarmente codificati, il rischio che si corre è di concentrarsi soprattutto sugli aspetti più forti del rituale, tralasciando ingiustamente il contorno, spesso altrettanto interessante, soprattutto dal punto di vista umano. Ma in realtà, quanto segue lo potete applicare a innumerevoli altri contesti, più spontanei, come eventi di strada, situazioni di vita quotidiana, in famiglia, sul lavoro, a una festa tra amici… E perché no, potreste pure applicarlo, per gioco o puro esercizio, anche quando vi trovate sprovvisti di macchina fotografica.
Le diverse sensibilità e abilità serviranno all’inizio per comprendere quali siano i momenti salienti dell’evento che andranno registrati, specialmente se il servizio fotografico ci è stato richiesto. In tal caso, buona cosa sarebbe disporre di una scaletta che ci indichi cosa succederà, in che ordine, con quale approssimativa tempistica. Sarà poi buona cosa esplorare lo spazio in cui ha luogo l’evento per capire quali sono gli angoli migliori di ripresa per realizzare delle buone inquadrature di questi momenti chiave. A quel punto si potrà anche scegliere le ottiche più adatte da utilizzare da quei dati punti di vista.
In situazioni come queste, l’uso di uno zoom (che vada dal grandangolo al medio tele) è più che consigliato, proprio per evitare di trovarci impreparati, senza la focale adeguata al momento giusto. Una breve riflessione: non limitiamoci per il nostro quieto vivere a considerare come buoni i punti di vista che produrranno risultati standard. Cerchiamo anche posizioni più eccentriche, dove possibile, per effettuare delle riprese dall’alto, o da dietro la scena, oppure molto di sbieco. Valutate se questi tagli aggiungeranno effettivamente del valore alla rappresentazione della scena rispetto alla ripresa da una posizione più scontata.
Naturalmente, se oltre a noi stessi non vi è altro committente, oppure ci è stata data carta bianca, possiamo sempre decidere di tralasciare di fotografare quei momenti considerati come importanti, o comunque di riprenderli in modo del tutto diverso da come per convenzione si sarebbe usi fare, sperimentando soluzioni formali più insolite.
Fotografando un evento, anche quando animato prevalentemente dalla presenza umana, non dimenticate di prendere in considerazione gli aspetti scenografici e architettonici dello spazio in cui si svolge. State dunque pure larghi con le inquadrature, potrete sempre tagliarle in un secondo tempo. E quando interessanti, perché no, scattate pure fotografie di dettagli dell’ambiente, con o senza persone al loro interno. Sculture, oggetti particolari, particolari giochi di luce o di colori, riflessi – e così via, fino a inoltrarvi nell’astratto – diventeranno i segni d’interpunzione nel racconto per immagini che state facendo dell’evento.
Dei partecipanti, provate a fermare – à la sauvette, seguendo il pensiero di Henry Cartier-Bresson – espressioni, sguardi, gesti, modi di essere tra loro in relazione, cogliendone il momento decisivo. Concentratevi su piccoli gruppi o singole persone. Degli sguardi assonnati, oppure assorti, un parlottarsi all’orecchio, due persone che si abbracciano, un accenno di danza, un brindisi, uno scoppio di risa, saranno altrettanti elementi che, nel mosaico finale delle nostre immagini, parteciperanno a suggerire il calore e i vari colori della situazione, a costruirne la storia.
Per questo tipo di immagini, onde evitare di dare fastidio o troppo nell’occhio, suggerirei l’uso di un tele, ma soprattutto di lavorare solo con la luce ambiente, evitando l’impiego del flash. In tale tipo di situazione non troveremo spesso condizioni di luce ottimali. Studiatele con attenzione, saranno sovente luci miste, con forti contrasti, tendenzialmente soffuse al di fuori del centro della scena. Ci dovremo ingegnare nel trovare il modo per ottenere comunque delle buone immagini: si tratta di un ottimo esercizio con cui impratichire le competenze finora acquisite, sia relative allo scatto ma anche alla fase di lavorazione dei files, dove cercheremo di appianare quei problemi che non è stato possibile risolvere sul momento.
Usate creativamente gli strumenti che la macchina fotografica vi concede. Scattate in controluce, non limitatevi al tutto a fuoco – che nella realtà del nostro guardare proprio non esiste! Aprite il diaframma e usate pure qualche volta, senza timore, i tempi lunghi, anche se questo potrà produrre delle immagini un po’ sfuocate. La realtà è sì, talvolta, statica, ma perlopiù è movimento, nel suo continuo e anche caotico divenire. Stando attenti alla composizione, che insieme alla luce è un elemento assolutamente determinante nella riuscita di un’immagine, curiosate nelle pieghe di quel che avviene, fotografando non solo il centro della scena ma anche lungo i suoi margini, nelle zone meno esposte. Muovetevi con discrezione, con leggerezza. Entrerete così, poco a poco, a tal punto a far parte dell’evento, da non esserne neanche più distinguibili agli occhi degli altri. Cosa che vi faciliterà assai il compito di cogliere quel che avviene nella sua più spontanea naturalezza. Che, in buona sostanza, in queste situazioni dovrebbe essere quanto di meglio potremmo ottenere.