Allenarsi liberamente come gli antici greci

Quasi in sordina negli ultimi anni, sono spuntati qua e là dei castelli. Ovviamente non ci riferiamo a torri merlate e ponti levatoi, bensì a strutture d’acciaio utili per praticare gli esercizi del Calisthenics.
Dopo il primo castello di Tesserete, sorto nel 2017, ne sono spuntati anche a Castagnola, Pregassona, Lugano (Gerra), Mendrisio (Villa Argentina), Tenero (Centro Sportivo) e ad Avegno. Visti da vicino, i parchi calistenici non presentano una grande varietà architettonica, ma solo parallele e sbarre (adatte a installare anche gli anelli). Nel mondo se ne contano oltre 25mila, e di nuovi continueranno a esserne costruiti.
Il Calisthenics è uno sport che si pratica a corpo libero, vale a dire senza l’impiego di macchinari come avviene in una classica palestra, sebbene l’ausilio dei già menzionati castelli possa potenziare l’espressione dei suoi esercizi.
L’origine di questa disciplina risale però al 600 a.C, quando l’allenamento a corpo libero era praticato dagli antichi greci insieme agli sport da combattimento dell’addestramento militare spartano. Cent’anni più tardi, anche i monaci Shaolin adottarono questo metodo per rafforzarsi, con lo scopo di migliorare la difesa del monastero e di loro stessi dai saccheggiatori. La parola Calisthenics deriva da una somma di due termini antichi Kallós e Sthénos. Rispettivamente, bellezza e forza, due principi che rappresentano la base di questo sport.
Potrebbe sembrare che la difficoltà dei movimenti eseguiti sia unicamente alla portata di giovani sportivi d’élite, ma la realtà è ben diversa. Per approfondire il tema, siamo andati a fare due chiacchiere con il vicecampione svizzero nella categoria – 68-80 kg di Freestyle, Patrick Almeida, (vedi foto) che dal 22 al 26 agosto 2023 sarà impegnato ai mondiali di Riga per rappresentare la Svizzera.
«Diciamo che il Calisthenics non ha limitazioni d’età, perché può farlo chiunque: dal bambino all’anziano» ci dice Patrick, precisando che ogni praticante ha obiettivi diversi perseguibili. Si possono allenare sia le basi sia le cosiddette skills; con questa parola ci riferiamo a una branca di questo sport (vedi box), la quale prevede la realizzazione di alcune pose statiche codificate, mentre ci si tiene stretti a delle sbarre.
Allenandosi molto si possono raggiungere traguardi sorprendenti. Non importa la propria struttura fisica, ciò che davvero è fondamentale sono: voglia di migliorarsi, sacrificio e costanza. Prima di arrivare a livelli mondiali, però, Patrick ha trascorso diversi anni ad allenarsi insieme ai suoi amici all’aperto. Pratica che non si è tuttavia dimostrata sempre adatta: «Noi ci allenavamo in un parco giochi, mentre ci gironzolavano attorno i bambini». Questo però non lo ha mai fermato, la passione e la voglia di apprendere nuove abilità lo ha sempre spinto a dare di più.
Col trascorrere degli anni anche le strutture sono migliorate, fino alla diffusione dei cosiddetti castelli. Castelli che Patrick è felice di avere nella regione, sebbene un piccolo confronto con quello che si può trovare al di fuori del Cantone fa capire che ci sono ancora margini di miglioramento: «Mi sono allenato in diversi parchi: in Italia, Germania, Francia, Portogallo e Spagna. Nelle grandi città ce ne sono tanti, ma anche nei piccoli villaggi è possibile trovare infrastrutture utili e fatte bene: con tanto di sbarre per fare il freestyle, parallele adatte, sbarre ad altezze adeguate. E per di più, c’è tanta gente che si allena».
I suoi obiettivi erano ben chiari sin da subito: «Ho iniziato Calisthenics perché volevo mettere su massa muscolare», un’idea nata dall’ammirazione per un suo amico che aveva raggiunto questo stesso traguardo prima di lui.
Gli obiettivi, però, cambiano: di fronte alla potenza espressa da una posa statica – durante la quale un atleta calistenico era appeso a una sbarra con solo due mani e in posizione orizzontale in parallelo al terreno (front lever) – Patrick ha iniziato ad allenare le skills senza mai più fermarsi.
È quindi spesso l’ammirazione, il primo passo che fa trovare l’ispirazione per praticare questa attività. Sicuramente nel 2002 chi guardò il film in DVD Thug Workout, fitness from the Street dei Ruff Ryders, è rimasto colpito dalla possibilità di potersi allenare per strada, scolpendosi un bel fisico. Proprio questa pellicola ha gettato le basi del Calisthenics così come lo conosciamo oggi.
Da allora la disciplina ha avuto un’ascesa notevole: dai video amatoriali di allenamenti che furono caricati su una celebre piattaforma di condivisione internet, si è arrivati fino ai giorni nostri dove ogni anno diverse competizioni vengono programmate per stabilire i migliori atleti nazionali e internazionali.
Sul nostro territorio, grazie all’associazione SSWC, il cui acronimo sta per Swiss Street Workout & Calisthenics, vengono organizzati ogni anno i campionati nazionali di Calisthenics per il ramo delle skills. Patrick è stabilmente nella lista degli atleti in gara da diversi anni. Nel 2021 e nel 2022 si è piazzato al terzo posto nella classifica generale.
A giugno di quest’anno si è poi aggiudicato (nell’ultima edizione del campionato svizzero tenutasi a Berna) il titolo di vicecampione nella sua categoria per il secondo anno consecutivo, che gli ha permesso di conquistare la qualifica ai mondiali. «A livello di risultato sono contento perché avrò modo di confrontarmi con atleti internazionali» ci racconta Patrick.
Riguardo invece alla tendenza degli ultimi anni, il livello qualitativo degli atleti, che gareggiano durante i campionati rossocrociati, è in evoluzione di anno in anno, permettendo di far emergere nuovi talenti: «La competizione mi è sembrata cresciuta, il livello si alza sempre di più», conferma lo stesso Patrick.
Il cosiddetto margine di qualità che c’era tra un atleta e l’altro si sta quindi assottigliando, anche se ci sono quei quattro o cinque atleti che spiccano più degli altri.
Ai prossimi mondiali, Patrick è fiducioso di poter far bene e guadagnarsi punti in classifica: «Il mio obiettivo per Riga è entrare nei primi dieci nella categoria di peso a livello mondiale: quello sarebbe top. Ti dirò che potrei anche lavorare per entrare tra i primi sei, in questo modo accederei alle finali, ma resto coi piedi per terra». In ogni caso significherà fare il possibile per portare dei set tecnicamente quasi perfetti.
Grazie al sacrificio, all’impegno e alla costanza richiesti da questo sport, siamo convinti che si espanderà ancora di più, permettendo a diverse generazioni future di praticare un esercizio fisico in grado di soddisfare tutte le ambizioni sportive (non per forza a livello agonistico): il più delle volte, gli allenamenti sono infatti total body (ideati per tutti i gruppi muscolari del corpo), ciò che permette di prepararsi a molti tipi di sforzo. Ma ancor di più, il Calisthenics aiuta nella vita di tutti i giorni, perché permette di «percepire meglio il proprio corpo» e di migliorare la propria condizione posturale, necessaria per affrontare la quotidianità.

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