Le gesta dei ciclisti più interessanti del nostro cantone narrate da Giancarlo Dionisio
Non è una volata, e nemmeno una cronometro. Sulle strade eroiche del Tour de Suisse – Ticino e ticinesi in bicicletta – il libro curato dalla capace penna del nostro collaboratore Giancarlo Dionisio, edito da Fontana Edizioni – è di quelli che vanno letti e gustati capitolo per capitolo. Anzi… tappa per tappa, per restare in tema.
Duecentoquaranta pagine ricche di fotografie, di personaggi e di aneddoti. Quelli che hanno fatto la storia del pedale rossoblù. In funzione della corsa nazionale per eccellenza, di cui Dionisio ha narrato in prima persona oltre venti edizioni, ma anche con qualche escursione al di fuori dei patrii confini, per raccontare le epiche imprese (tanto in positivo quanto in negativo) dei ticinesi che, in sella a una bici, hanno scritto altrettanto importanti pagine di storia.
Un libro che nasce sulla base di un altro progetto: «Era da tempo che cullavo l’idea di mettere su carta qualche aneddoto legato ai miei 25 anni di videocronista alla Rsi», premette l’autore del libro. «Quel progetto, per il momento, è ancora lì, nel cassetto dei desideri. Parlando con Raoul Fontana ha però preso forma quest’altro progetto, pensato per essere inserito nella Collana Terra Ticinese. Per me è stato un po’ come voler restituire almeno in parte tutte quelle emozioni che il ciclismo, e il Tour de Suisse in particolare, mi avevano dato in tutti quegli anni che l’ho seguito professionalmente».
Questo il Grand Départ di un’opera che è andata via via crescendo. «E non poco: inizialmente sarebbe dovuto essere un volumetto di una novantina di pagine, o giù di lì, ma ben presto mi son reso conto che non sarebbero bastate per raccontare tutto e tutti in maniera sufficientemente esaustiva. Al tirar delle somme, il tutto è così lievitato alle 240 pagine complessive. Il filo conduttore con cui ho cercato di legare un capitolo all’altro è stato la relazione tra il Ticino, i ticinesi e il Tour de Suisse, menzionando quelli che l’hanno corso (nella prima parte), ma anche quelli che la corsa ciclistica nazionale per eccellenza la vedono a bordo strada, soffermandomi pure sui rapporti tra le località organizzatrici di arrivi e partenze e la casa madre dei vari patron che si sono avvicendati negli anni (nella seconda parte)».
Da Luigi Luisoni, primo ticinese a concludere la gara (nel 1933) a Rubens Bertogliati, ultimo ticinese «doc» a prendervi parte (nel 2012), per un totale di trentasette ticinesi sulle strade del Tour de Suisse. Tutti menzionati da Dionisio… «Ho volutamente tralasciato il lavoro di ricerca capillare sui singoli personaggi, anche perché questo non doveva essere un libro storico, ma uno più “emotivo”. Per cui mi sono soffermato su alcuni aspetti di questi sportivi, raccolti o direttamente dalle loro voci, oppure con lunghe telefonate con i parenti ancora in vita di quelli nel frattempo deceduti».
Paragonando a una gara ciclistica la stesura di questo libro vien da chiedersi se è stata più una tappa in montagna, una volata o una cronometro: «È stata una vera e propria corsa a tappe, né più né meno come il Tour de Suisse stesso. Ci sono state delle volate dettate dalla tempistica e dal calendario promozionale che è seguito la pubblicazione, come pure delle vere e proprie ascese come… al San Gottardo, specie per reperire tutte le fotografie. E non sono mancate nemmeno le cronometro, sotto forma di telefonate fiume e incontri con corridori che già conoscevo, ma di cui ho potuto conoscere sfaccettature che mi erano restate nell’ombra quando ancora vestivo i panni del cronista».
Tra i trentasette ticinesi che hanno battuto le strade del Tour de Suisse, ce n’è stato uno che ha segnato più di altri la sua storia e quella del ciclismo ticinese: «Sicuramente Attilio Moresi, primo ticinese a imporsi nella classifica generale del Tour de Suisse, nel 1961». E oltre i confini nazionali, «Mauro Gianetti, senza dubbio. Capace di scrivere importanti pagine di storia in sella e poi di “reinventarsi” come team manager a carriera conclusa».
Con il suo autore, sfogliamo ora il libro per soffermarci su qualche chicca… «Potrei citare Piero Tarchini e il suo singolare primato, che resiste tutt’oggi, del più grande distacco mai registrato in una tappa del Tour de France (causa la rottura del telaio, poi riparato da un ferramenta di paese), oppure ancora Gottfried Weilenmann, ticinese “d’adozione”, sposatosi con una hostess conosciuta sul volo Bruxelles-Ginevra preso per spostarsi da una gara all’altra e poi accasatosi ad Aldesago, dove con le sue stesse mani, assieme al fratello, aveva costruito la casa. Oppure ancora di quella madonnina d’oro regalata a Fränk Schleck da sua nonna per il battesimo e baciata dallo stesso lussemburghese una volta giunto al traguardo di Caslano dopo un pauroso volo nella discesa da Cademario: era letteralmente sparito dalle telecamere per diversi interminabili secondi…».
Curiosità e aneddoti, questi, rievocati da Dionisio, unitamente a parecchi altri, nel suo libro. Da leggere tutto d’un fiato. Anzi, pedalata dopo pedalata…