Valorizzare i corsi d’acqua più pregiati con un marchio, questo l’intento del label Perla d’Acqua PLUS, lanciato nel 2021 dall’associazione Perle d’Acqua e oggi in piena espansione. Una distinzione sviluppata con la collaborazione di diversi partner e destinata a ruscelli e fiumi o anche «solo» a tratti di essi; ambienti acquatici di particolare valore o che hanno le possibilità di acquisire queste caratteristiche, impegnandosi attivamente nella conservazione dei loro preziosi ecosistemi e sviluppando nel contempo una strategia di sviluppo.
Tre i punti cardini del riconoscimento: il coinvolgimento a livello locale, il mantenimento o il miglioramento dello stato delle acque e il rafforzamento delle specie e degli spazi di vita.
I primi ad avere ricevuto l’attestazione sono stati due fiumi dell’Engadina. Nel giugno del 2021 è stato certificato il Beverin, un torrente che, a eccezione di un breve tratto, scende selvatico e incontaminato dalle sue sorgenti fino alla confluenza con l’Inn. Fino alla galleria dell’Albula è completamente naturale e scorre liberamente senza alcuna correzione da parte dell’uomo, una caratteristica davvero rara, come indicato sul sito dell’Associazione Perle d’Acqua. Circondato da paesaggi golenali e paludi, è pertanto l’ambiente ideale per numerose specie animali e vegetali, ottemperando quindi a uno dei criteri basilari del marchio. Un riconoscimento capace di coinvolgere l’intera regione, la popolazione e il turismo, che ritrovano nel label «un segnale forte per la protezione della natura».
Il Chamuera, che si trova a pochi chilometri di distanza, a La Punt Chamues-ch, ha invece ricevuto il marchio nell’ottobre del 2021, grazie all’impegno profuso per la conservazione del torrente di montagna Ova Chamuera, il quale comprende un’ampia rete di torrenti, particolarmente tranquilla e isolata. Prima di gettarsi pure esso nell’Inn, è caratterizzato anche da gole, pareti rocciose e tratti ramificati dalla presenza di banchi di ghiaia. La valle è percorribile da una comoda rete pedestre e ciclabile, almeno fino all’Alpe Prünella, lungo la quale assaporare il gelido torrente e il territorio a esso collegato.
Per ottenere la certificazione Perla d’Acqua PLUS, i corsi d’acqua devono soddisfare due criteri principali: essere in uno stato «sostanzialmente naturale» e proporre un piano di sviluppo con il quale preservare le condizioni e migliorarle. Essere in uno stato «sostanzialmente naturale» significa in pratica soddisfare alcune caratteristiche che l’Associazione ha cercato di riassumere con dei parametri che fossero facilmente verificabili da un organismo indipendente. Ne sono scaturiti 13 punti, che spaziano dalla qualità dell’acqua alla vegetazione ripuale (canneti, giuncheti, vegetazioni golenali e biocenosi forestali) oppure anche ai prelievi e ai deflussi (nessun tratto deve avere dei deflussi residuali da centrali idroelettriche o deflussi discontinui). Il tratto dev’essere inoltre di almeno due chilometri e devono essere assenti, o presenti in misura limitata, degli ostacoli artificiali quali dighe o canalizzazioni (al massimo 5% del tratto, nessun interramento, nessun tratto artificiale o non naturale). Vengono pure considerati gli aspetti legati all’ecomorfologia e allo spazio dedicato al corso d’acqua.
Il piano di sviluppo definisce invece come salvaguardare e ottimizzare i fiumi, implementando parallelamente misure di sensibilizzazione, informazione, educazione e ricerca. Interventi e iniziative che non coinvolgono solo l’area certificata, ma anche tutte le parti interessate, come i residenti, i pescatori, gli agricoltori, gli appassionati di sport acquatici o le associazioni per la tutela della natura. Il 19 agosto a Bever è per esempio stata organizzata una giornata di studio lungo il Beverin, con otto postazioni tematiche.
Detto che i corsi d’acqua sono un valore aggiunto per l’uomo e la natura, in quanto ambienti preziosi e ricchi di biodiversità, il marchio Perla d’Acqua PLUS vuole essere un’opportunità anche per la popolazione e le regioni. Infatti, oltre a rafforzare e promuovere ecosistemi diversificati, un fiume naturale o per lo meno con delle caratteristiche di pregio, diventa un luogo d’attrazione pure a livello turistico, migliorando contemporaneamente la qualità di vita degli abitanti e contribuendo alla protezione dai pericoli naturali e all’approvvigionamento d’acqua potabile.
Il label, come indicato nella documentazione di presentazione, è uno strumento volontario e in continua evoluzione, grazie al quale si vuole garantire che lo stato delle acque non venga compromesso e sia anzi ulteriormente migliorato dove necessario. Fattori che portano all’avvio di nuovi progetti e alla sensibilizzazione delle persone sul valore dei corpi idrici. Fiumi o torrenti selvatici e ricchi di biodiversità sono infatti diventati estremamente rari in Svizzera, dove la maggior parte è stata rettificata, canalizzata o frammentata da dighe e sbarramenti. «Oggi la crisi climatica e quella della biodiversità si manifestano in modo particolarmente evidente nei nostri corsi d’acqua: questi ambienti sono i più minacciati in Svizzera, pur essendo allo stesso tempo estremamente importanti. Le zone golenali, per esempio, possono fornire un luogo di vita all’80% di tutte le specie animali e vegetali presenti in Svizzera e il 10% delle nostre specie dipende totalmente da esse. Dal 1850 è scomparso circa il 70% delle zone golenali», cita l’associazione Perle d’Acqua. Facile intuire come dei corsi d’acqua con delle date caratteristiche possano diventare degli strumenti per mitigare i cambiamenti climatici e per la salvaguardia della biodiversità.
Il periodo di certificazione è di cinque anni, al termine dei quali vengono valutati gli obiettivi raggiunti, con la proposta di un’estensione del riconoscimento e ulteriori sviluppi.
Nel 2023 l’Associazione Perle d’Acqua, insieme al WWF, ha proposto a 10 nuovi comuni rivieraschi la certificazione dei loro corsi d’acqua. Tra di essi anche il tratto superiore del (o della) Breggia, il segmento che da Erbonne arriva fin nel cuore del Parco delle Gole della Breggia, lungo il quale il fiume contribuisce in particolar modo a creare le condizioni ideali per una flora e fauna particolarmente ricche, con anche numerose specie protette o in via di estinzione.
Il Breggia, un fiume di 12 km complessivi, nasce in Italia, tra il Monte Generoso e il Monte d’Orimento, a un’altitudine di 1’389 metri in località Barco dei Montoni. Entra poi in territorio elvetico nei pressi di Erbonne, per attraversare la Valle di Muggio scorrendo tra i comuni di Castel San Pietro e Breggia fino a Vacallo e rientrare in Italia a Maslianico, per gettarsi infine nel lago di Como. Assieme al Breggia, i cui comuni coinvolti di Castel San Pietro e Breggia hanno già deciso di aderire, anche i corsi d’acqua di Areuabach (GR), Chärstelenbach (UR), Emme (BE), Glütschbach (BE), Morge (VS), Nozon (VD), Printse (VS), Rotbach (LU) e Talent (VD) sono dei potenziali candidati ritenuti idonei alla certificazione, almeno in alcuni dei loro tratti. L’avvio ufficiale delle attività e una cerimonia per la nomina del fiume Breggia a candidato Perla d’acqua PLUS sono previsti per l’autunno, a cui seguirà in primavera una celebrazione per la consegna del label ai comuni interessati.